Rassegna stampa estera

Torna Matteo Renzi protagonista. La sua inarrestabile attività politica e internazionale fa quasi perdere l’orientamento a chi gli sta dietro, in primis la stampa internazionale. Interessante analisi dal titolo intrigante, Mateo Renzi, populiste du centre en CDD (Matteo Renzi, populista del centro a Contratto a termine) sul quotidiano belga LeVif, scritta da Nicolas Baygert, ricercatore e professore di scienze politiche e sociali presso il Lasco dell’Università Cattolica di Lovanio e all’IHECS (Institut de Hautes Etudes de Communcations Sociales). Bayet  scrive che “in questa Primavera di egoismi (sub)nazionali, il 40,8% di voti ottenuti alle elezioni europee dello scorso 25 Maggio dal Partito Democratico Italiano di Matteo Renzi, l’attuale Presidente del Consiglio, avranno avuto di che entusiasmare i suoi accoliti continentali, forse anche qualche leader fiammingo (in riferimento a Bart De Wever, Nuova Alleanza Fiamminga, ndr) (…) Una vittoria ‘contro i populismi’, ma è vero? Prosegue il ricercatore, “qualcuno paragona Renzi, 39 anni, al giovane Tony Blair o a Sarkozy Ministro degli Interni, altri lo vedono come degno successore del Cavaliere: un ‘Renzisconi’. Il trionfo del ‘matador’ – come lo ha definito Angela Merkel – è lungi dal significare il ritorno vincente di un leader social-democratico europeista vintage alla Jacques Delors, ancora meno l’avvento di un ‘presidente normale’ transalpino”. Quello che viene definito dagli diversi analisti “populismo di centro” per Baygert contiene comunque due importanti insegnamenti: “da una parte l’importanza cruciale del capo, garante della legittimità del progetto di stampo politico (…) dall’altra che è possibile vincere le elezioni senza scontrarsi con l’Europa”. Baygert conclude con una interessante affermazione nella quale sostiene che Renzi “farà, senz’altro ombra al successore di Barroso, a meno che l’Europa non si doti, a sua volta, di un vero leader. E la presenza di Renzi in Europa si fa sentire anche tra le righe del Guardian  e del Financial Times che dedicano ampi spazio al ruolo del nostro Premier nel risolvere il rompicapo dell’elezione del prossimo Presidente della Commissione Europea.

Scrive Ian Traynor da Bruxelles: “Il Primo Ministro riformista, Matteo Renzi,  chiede un allentamento delle politiche di austerità europee, sfidando la Germania nel’interrompere lo stallo per Roma e Parigi, in cambio di un accordo su chi sarà il prossimo Presidente della Commissione Europea”. Afferma il giornalista che Renzi è emerso come “una figura chiave” nel decidere il destino di Junker, messo in mezzo a due fuochi: quello inglese e quello tedesco.

Sulla stessa linea Guy Dinmore e Peter Spiegel che sul Financial Times scrivono che “la pressione sta salendo sul Premier Matteo Renzi nel scegliere da quale parte stare nella lotta per il prossimo Presidente della Commissione Europea o rischiare quello che un altro funzionario italiano ha chiamato ‘guerra istituzionale’ tra gli stati membri dell’UE e il Parlamento Europeo”. Secondo quanto scritto dai due giornalisti “i funzionari britannici temono che Renzi, che è diventato il centro della loro attività di lobbying, volti le spalle all’Inghilterra in cambio ella promessa tedesca di rendere più flessibili le regole del pareggio di bilancio”, uno degli obbiettivi principali del nostro Primo Ministro. Dall’altra parte, i diplomatici italiani temono che “ una lotta estenuante sulla nomina di Juncker possa offuscare il loro turno  a capo del semestre di presidenza dell’UE, che comincia il primo Luglio”. E se le beghe europee non sono di poco conto, a casa Matteo Renzi deve affrontare problemi non meno impegnativi come corruzione e tasse. La corruzione che mina il campo di lavoro del Primo Ministro, anche se i pareri espressi dalla stampa estera sembrano essere a favore delle iniziative prese dal Governo nella lotta al sistema finanziamenti illeciti.

Come afferma Richard Heuzé su Le Figaro, “la grande corruzione è più che un sassolino nella scarpa di Matteo Renzi. E’ un ostacolo importante alla sua volontà di moralizzare la vita politica e liberare l’Italia dalle cattive abitudini del passato”. Bene la costituzione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione presieduta da Cantone, “i commentatori apprezzano le misure annunciate”, ma, ricorda Heuzé riportando le parole di Cantone ‘la corruzione è un flagello più difficile da combattere che la Camorra’. Importante la serie di articoli di economia. Uno per tutti quello di Elisa Martinuzzi apparso su Bloomberg che riporta l’intervista fatta a Roland Berger, ex consigliere di Schroeder e consigliere di Angela Merkel  lo scorso 13 Giugno. Berger afferma che Renzi deve essere più ‘coraggioso,affinare le riforme economiche e seguire l’esempio dell’ex Cancelliere tedesco nel ridurre la pressione fiscale.”

Nicolas Baygert scrive: “(…) Se l’Italia ha resistito all’’onda populista euroscettica’, il tipo di leadership approvata a grande maggioranza ricorda in realtà ‘l’offerta politica degli eurofobi. Una risposta complessa per diverse attese: un progetto federativo, una (ri)valorizzazione  dell’identità, una leadership forte e talentuosa. Il tutto  controllato da una figura tutelare: un capo. Già nel 2011, Matteo Renzi era stato dipinto da Repubblica come un ‘populista di centro’. Un atteggiamento che associa la critica radicale dei ‘nuovi populismi’, come quelli reperiti da Dominique Reynié al  pragmatismo governativo. Lo dimostrano, appena insediato, la sfida di una riforma al mese e la promessa di ‘liquidare le vecchie élite’ mettendo insieme una squadra di giovani ministri, liberi dall’apparato burocratico (…) Ancora giovane sindaco di Firenze, insisteva già sulla distinzione tra ‘coloro che sono pronti a prendere dei rischi e coloro che vivino di rendita, tra quelli che hanno talento e quelli che hanno buoni contatti (…) Il giovane toscano non desidera aggrapparsi al potere: ‘mi piace l’idea che si faccia politica a tempo determinato’”.(…) (N. Baygert, Matteo Renzi, populiste du centre en CDD, LeVif, 14 Giugno 2014)

Ian Traynor per The Guardian: “(…) Con David Cameron e Angela Merkel, i leader britannico e tedesco, bloccati in un battibecco che va sempre peggiorando sulla candidatura di Jean Claude Juncker, l’ex Primo Ministro del Lussemburgo in prima fila per la presidenza della Commissione, Renzi appare sempre più come una figura chiave per la decisione del destino di Juncker. Prima del vertice cruciale dell’Unione europea previsto per la prossima settimana, Cameron appare sempre più isolato in quella che è diventata un’aspra campagna per fermare Junker (…) Renzi e il Presidente francese François Hollande, entrambi del centrosinistra, chiedono più tempo per abbattere i disavanzi di bilancio e che certe categorie di spesa pubblica vengano esentati dal calcolo dei livelli di deficit. ‘E’ la condizione di Renzi per un accordo sul candidato’, ha dichiarato Hennes Swoboda, leader uscente dei socialdemocratici nel Parlamento europeo. ‘Van Rompuy sa che deve dare una risposta a Renzi’”. (…) (I. Traynor, Italian PM seeks austerity relief in return for Junker backing, The Guardian, 17 Giugno 2014)

Guy Dinmore e Peter Spiegel: “(…) Il giovane Primo  Ministro italiano, la cui vittoria schiacciante è andata in controtendenza al trend euroscettico che si è avuto alle scorse elezioni per il Parlamento europeo, si definisce un riformista determinate che si muove a grande velocità. Ma nelle ultime tre settimane è rimasto ad osservare, riflettendo sulla decisione più polemica da prendere ad oggi sulla scena internazionale – se sostenere Jean Claude Junker come prossimo Presidente della Commissione europea, o affiancare il Regno Unito in cerca di un’alternativa al veterano affarista lussemburghese.” (…) (G. Dinmore, P. Spiegel, Pressure mounts on Italy’s Renzi to reveal choice for EU top job, Financial Times, 17 Giugno 2014)

Richard Heuzé per Le Figaro: “Gli scandali che toccano Milano e Venezia svelano un sistema di potere incancrenito dai finanziamenti occulti. La grande corruzione è il sassolino nella scarpa di Matteo Renzi. E’ un ostacolo importante alla sua volontà di moralizzare la vita politica e liberare l’Italia dalle cattive abitudini del passato. Da un mese deve confrontarsi alla recrudescenza di ‘affari’ che rimandano ai giorni più bui degli anni ’90, quando il pool di Mani Pulite smantellava a Milano un sistema di potere profondamente incancrenito dai finanziamenti illeciti dei Partiti politici.” (…) (R. Heuzé, En Italie, Renzi relève le défi de la grande corruption, Le Figaro, 17 Giugno 2014)

Scrive Elisa Martinuzzi su Bloomberg: “Roland Berger sostiene che il Primo Ministro italiano Matteo Renzi, che ha tagliato le tasse per i lavoratori a asso reddito, deve affilare le riforme economiche e seguire l’esempio dell’ex cancelliere tedesco Gerhard Schroeder nel ridurre la pressione fiscale (…) Berger, consigliere della Cancelliera Angela Merkel ed ex consigliere di Schroeder, ha detto che alcune economie europee periferiche sono ‘molto deboli’, dove debito pubblico e disoccupazione pesano sulla Regione. Mentre l’economia dell’eurozona è uscita dalla recessione lo scorso anno e si prevede una sua crescita dell’1,1% nel 2014, alcune delle più grandi economie del blocco come Francia e Italia stanno ancora lottando.” (…) (E. Martinuzzi, Renzi Should Mimic Schroeder in Cutting Taxes, Berger Says, Bloomberg, 15 Giugno 2014)

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