Europa

Semestre Presidenza Consiglio UE alla Danimarca

Dal 1° luglio al 31 dicembre 2025, la Danimarca assume la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea, portando con sé una visione audace per affrontare le sfide più pressanti del continente. La presidenza danese fa parte del “Trio” 2025-2026, condiviso con Polonia (precedente, primo semestre 2025) e Cipro (primo semestre 2026). Il Trio ha concordato un’agenda comune che punta alla modernizzazione dell’economia europea, al rafforzamento del ruolo globale dell’UE e al completamento dell’unione bancaria e dei mercati dei capitali. Con il motto “Un’Europa forte in un mondo che cambia”, Copenaghen si propone di rafforzare la sicurezza, stimolare la competitività e guidare la transizione verde. La guerra in Ucraina ha accelerato la necessità di una difesa comune. In un contesto di competizione globale, la presidenza danese mira a semplificare la normativa, stimolare l’innovazione e attrarre investimenti strategici. La transizione ecologica sarà al centro dell’agenda, con obiettivi climatici ambiziosi per il 2040 e il rafforzamento delle energie rinnovabili. Inoltre, la presidenza arriva a pochi mesi dalle elezioni europee di giugno 2025, che hanno portato a un Parlamento più frammentato e polarizzato, rendendo il coordinamento interistituzionale ancora più impegnativo.

La Danimarca, storicamente prudente in materia militare, ha abbandonato il suo opt-out nel 2022 e ora punta a consolidare il piano “Readiness 2030” per rafforzare le capacità europee. Il governo danese ha già portato la spesa militare oltre il 3% del PIL, proponendo anche strumenti innovativi come l’emissione di debito comune. Sul tema della difesa, Copenaghen ha individuato quattro priorità: il sostegno all’Ucraina sia sul fronte militare, che economico e industriale; il rafforzamento dell’industria europea della difesa; la lotta alle minacce ibride e cyber; la difesa dello Stato di diritto e contrasto alla disinformazione. Gli analisti politici concordano sul fatto che la Danimarca, con la sua reputazione di mediatore efficace e il suo approccio pragmatico, sia ben posizionata per guidare l’Europa attraverso queste sfide. La capacità del paese di trovare compromessi e di promuovere soluzioni basate sul consenso sarà messa alla prova, ma le aspettative sono alte.

Come d’uso, sono quattro i focus principali su cui si concentrerà la presidenza del semestre, la Danimarca intende puntare sulla decarbonizzazione dell’industria pesante; lo sviluppo di tecnologie pulite e startup; la cooperazione pubblico-privata per l’autonomia strategica; la revisione della Politica Agricola Comune. La Danimarca ha annunciato l’intenzione di accelerare l’attuazione del Green Deal europeo, puntando su energie rinnovabili, idrogeno verde e particolare attenzione sarà riservata al “Patto climatico europeo” e al rafforzamento della tassonomia verde. In agenda anche la revisione dei meccanismi di carbon pricing e la promozione dell’economia circolare. Conflitti alle porte dell’Europa e instabilità internazionale spingono la presidenza danese a rafforzare la cooperazione nel campo della sicurezza. Saranno incentivati investimenti comuni nella difesa, maggiore interoperabilità tra le forze armate degli Stati membri e una risposta più coesa alle minacce ibride e cibernetiche. Nel contesto di un’economia globale sempre più polarizzata, la Danimarca intende guidare l’UE verso una maggiore autonomia industriale e tecnologica, promuovendo politiche di sostegno all’innovazione, alla digitalizzazione e alla riduzione delle dipendenze critiche. In programma anche una revisione delle regole del mercato interno e del Patto di stabilità.

La premier Mette Frederiksen, leader socialdemocratica con posizioni pragmatiche, guida una coalizione centrista e si propone come figura di mediazione tra Nord e Sud, tra rigore fiscale e ambizione strategica. La Danimarca ha ufficialmente abbandonato il gruppo dei “frugali”, segnalando una svolta verso un bilancio europeo più ambizioso. Sul fronte migratorio, la Danimarca spinge per una linea dura, perseguendo un regime di esternalizzazione delle procedure d’asilo, rafforzamento delle frontiere e rimpatri più efficaci. Se da un lato la Danimarca è vista come una voce credibile in tema di sostenibilità e innovazione, dall’altro dovrà gestire equilibri complessi tra gli interessi dei paesi membri, soprattutto su dossier delicati come l’allargamento dell’UE ai Balcani occidentali, la riforma della governance economica e la gestione dei flussi migratori.

L’allargamento dell’UE resta una priorità, con particolare attenzione a Ucraina, Moldova e Balcani occidentali. In politica estera, la presidenza danese intende rafforzare il “Global Gateway” per investimenti in infrastrutture strategiche e promuovere una maggiore coerenza diplomatica europea. La presidenza danese si candida a essere un punto di svolta per l’Unione Europea: un semestre che potrebbe consolidare le fondamenta di un’Europa più sicura, competitiva e resiliente. In un mondo in rapida trasformazione, la capacità di coniugare ambizione e realismo sarà la chiave per mantenere la rotta, e in questo contesto, la presidenza danese dell’UE nel secondo semestre del 2025 si presenta come un’opportunità per rilanciare l’integrazione europea su basi più sostenibili, sicure e competitive. In un’epoca di profonde trasformazioni, Copenaghen si propone come guida pragmatica e ambiziosa per affrontare le sfide globali e rafforzare il progetto europeo.

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