Natale again

La Confcommercio ci fa sapere che per i regali di Natale gli italiani spenderanno in media 186 euro a testa; ogni anno di questi tempi ci fanno i conti in tasca. Sappiamo anche che per il ponte dell’Immacolata circa 7 milioni di italiani saranno in viaggio, molti in montagna dove quest’anno la neve è già arrivata.

Alcuni sondaggi ci dicono anche che adesso gli italiani riciclano molto; a me non sembra una gran notizia; qualche anno fa ricevetti a Natale da una mia amica un bracciale che io le avevo regalato qualche anno prima. Vabbè, il riciclo è ottimo ma almeno ricordate chi ha regalato cosa per evitare figure così.

Comunque, c’è aria di festa anche se non mi sembra ci sia molto da festeggiare. Ci sono circa 2,8 milioni di famiglie sotto la soglia della povertà, molte straniere. I parametri su cui si fondano questi dati sono diversi.

L’Istat, per esempio, utilizza principalmente due misure per stilare annualmente il report sulla povertà: l’analisi della povertà assoluta e l’analisi della povertà relativa. La stima della povertà relativa si basa sul confronto con il tenore di vita medio del resto della società; invece, sempre l’Istat definisce povera «una famiglia con una spesa per consumi inferiore o uguale al valore monetario di un paniere di beni e servizi considerati essenziali per evitare gravi forme di esclusione sociale».

Questa però non è così definitiva come stima, poiché il paniere non è statico nel tempo, viene aggiornato con il variare del valore monetario dei beni e dei servizi considerati, che a loro volta vengono modificati a seconda del contesto storico. Quindi, quando leggiamo i numeri dovremmo anche andare a capire come si è arrivato a tanto.

È comunque una storia triste che sembra sia evidenziata solo a Natale; forse perché lo scintillio delle luci degli alberi evocano film americani pieni di poveri che però riscattano la loro esistenza grazie a buone persone o ad interventi sovrannaturali.

Certo, la pandemia è stata una vera calamità; ritornare ai livelli di prima sarà difficile nonostante l’ingente spesa sociale. Quindi forse per Natale una parte di quei 186 euro potrebbero andare a chi di regali ne ha davvero bisogno; prima di comprare qualche atomica sciocchezza – come pantofole auto riscaldanti o tazze che parlano – riflettete; potreste davvero fare un regalo speciale anche a voi.

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