Italia delle Regioni

Massimiliano Fedriga, presidente della Conferenza delle Regioni è categorico: “Le Province sono indispensabili alla nostra democrazia e al buon governo dei territori, quindi devono essere un’istituzione ad elezione diretta, alla pari delle altre istituzioni territoriali”. “La stessa impostazione deve valere anche per le città metropolitane – aggiunge Fedriga – e bisogna avvicinare i cittadini ai governi dei territori il più possibile, innanzitutto creando la possibilità di istituzioni che li rappresentino anche nelle aree intermedie, non perdendo la diretta espressione dei cittadini e il loro controllo democratico”.

La Conferenza delle Regioni è pertanto favorevole “all’avvio del percorso di riforma parlamentare. Per meglio definire le funzioni di Province e Città metropolitane in modo organico e coerente, senza sovrapposizioni, potrà servire uno specifico tavolo di lavoro tra Stato, Regioni e autonomie locali per analizzare e superare le possibili criticità. È fondamentale per il Paese l’efficacia delle governance territoriali, tanto più in questa fase di realizzazione del PNRR e dei possibili nuovi indirizzi dell’autonomia differenziata. In base ai princìpi costituzionali di sussidiarietà, adeguatezza e differenziazione di funzioni e servizi, sono da sciogliere anche i nodi delle risorse finanziarie necessarie. Alla leale collaborazione istituzionale la responsabilità di ben organizzare il sistema di governo locale, partendo dalle sue esigenze”.

Su mandato unanime del Comitato direttivo dell’ANCI Associazione dei Comuni Italiani, il presidente Antonio Decaro ha presentato recentemente alla Conferenza unificata Stato Regioni Enti locali un documento contenente le osservazioni dei Comuni sul testo di legge sull’autonomia differenziata, accompagnato da una serie di emendamenti. L’ANCI si è riservata di esprimere una valutazione finale sulla legge dopo le determinazioni del Governo sulle richieste presentate.

“Ci sono questioni che devono essere chiarite e ci sono punti che per i rappresentanti delle autonomie locali devono essere totalmente rivisti. Il documento presentato raccoglie le preoccupazioni dei Comuni sull’individuazione e finanziamento dei Livelli essenziali di prestazione (LEP) e su un processo che prevede la devoluzione alle Regioni di funzioni non solo legislative ma anche amministrative e gestionali, senza tenere conto del ruolo e del contributo che in tutti questi anni i Comuni italiani hanno offerto in termini di servizi ai territori e alle comunità e soprattutto sul meccanismo di solidarietà e perequazione, già realizzati su scala comunale”.

Nonostante la delicatezza dell’argomento e la complessità della rappresentanza di una Associazione che ha al proprio interno quasi ottomila sindaci di appartenenza politica e territoriale molto articolata, l’ANCI è riuscita a trovare un momento di sintesi presentando un documento che evidenzia eccezioni di metodo e nel merito.

Il documento presentato ribadisce che l’architettura costituzionale della Repubblica si fonda sulle Regioni, sulle Province, sulle Città metropolitane e sui Comuni in modo equi-ordinato e che l’art. 116 della Carta va letto e attuato in piena sintonia con gli altri articoli del Titolo V, in un contesto di tutela dell’unità giuridica ed economica della Repubblica e di garanzia.

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