I mini-Trump

Trump ha molti imitatori nel mondo. Uno è Jair Bolsonaro: ha perduto, sia pure di stretta misura, le elezioni presidenziali brasiliane contro il vecchio Lula (un caso di resurrezione politica da manuale) ma non si è rassegnato alla sconfitta e non l’ha ufficialmente accettata. I suoi seguaci, che sono tanti e attivi, specie tra i camionisti, stanno mettendo in difficoltà il paese e addirittura invocano l’intervento delle Forze Armate per bloccare l’assunzione di Lula al potere. Per questa mancano due mesi, un periodo nel quale può accadere di tutto, come Trump insegna. La morale è la stessa: la democrazia va bene se vinco io, se vince l’avversario è una truffa.

E poi c’è Netanyahu, tornato ad affermarsi nelle elezioni israeliane e quindi in condizione di cercare di formare il nuovo governo, pochi anni dopo aver dovuto lasciare avvolto in una nube di scandali.

Ma personaggi così, la gente continua a votarli e a rivotarli, impervia alla realtà. Cecità o malafede?

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