Le elezioni

Oggi si vota. È una scadenza normale, fisiologica, della democrazia, questo bene che va conservato e difeso. Nella mia lunga vita, ricordo elezioni (per esempio, quella del 1948) che avevano una portata drammatica: si doveva scegliere tra la tirannia sovietica e il mondo della libertà occidentale. Per fortuna, in quella elezione come in tutte quelle successive, la scelta è stata quella giusta. Questa volta l’alternativa non si presenta in modo così netto. Che vinca il Centrodestra o il Centrosinistra, dai discorsi dei leader è emerso con una certa chiarezza che la nostra appartenenza all’Occidente, cioè alla civiltà, e alle sue istituzioni, è fuori discussione. Almeno a parole.

Seguendo la campagna elettorale, mi è parso che le differenze in politica interna ed economica non siano enormi, anche se ci sono. Tutti vogliono favorire il lavoro, abbassare le tasse, diminuire il costo dell’energia e sono ragionevolmente convinto che non ci sia in vista alcuna decisione catastrofica per il Paese.

Mai come ora, però, è questa volta centrale la politica estera. Si vota sullo sfondo di una guerra di aggressione atroce, inondati da minacce di olocausto nucleare. Dalla caduta del Muro di Berlino, mai le scelte sono state così chiare e ineludibili: tra la barbarie criminale e la difesa della libertà, della democrazia, del diritto internazionale, e di quella carta dell’ONU che tutti, Russia compresa, hanno sottoscritto. Non ci può essere esitazione, non ci possono essere vie di mezzo o zone grige. Non dobbiamo optare tra Putin e Zelensky, ma tra Putin e i suoi gerarchi e il nostro futuro di libertà. E dobbiamo, ora più che mai, capire che questo futuro dipende dall’appartenenza leale all’Occidente di cui siamo parte, all’Europa e alla NATO. Pensiamoci, prima di votare: un voto adesso significa molto per il futuro dei nostri figli e nipoti.

Mi sento di dire che Giuseppe Conte e i 5Stelle non garantiscono questa appartenenza. Ma per il resto l’offerta elettorale è ampia. Anche a destra, Berlusconi, ma anche Giorgia Meloni, mi sembrano affidabili. Molto più del loro equivoco alleato Salvini.

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