La Finlandia nella NATO

Le Autorità finlandesi hanno annunciato l’intenzione di chiedere l’adesione alla NATO. Se non ci fosse altro, questo basterebbe a dimostrare le disastrose conseguenze politiche e diplomatiche dell’aggressione di Putin all’Ucraina. Aver trasformato un paese tradizionalmente neutro e “terra d’incontro” in un potenziale membro di un’Alleanza giudicata ostile è davvero un capolavoro di insipienza.

Quello che inizia ora, o perlomeno inizierà con la domanda ufficiale, è però un percorso complesso. Già la Turchia ha fatto conoscere i suoi dubbi, anche se per ragioni piuttosto speciose. Il Cancelliere tedesco Scholz invece ha dato subito il suo entusiastico appoggio e Boris Johnson aveva addirittura anticipato la domanda di adesione fornendo a Finlandia e Svezia una garanzia unilaterale per il caso di aggressione. Il gesto inglese, in verità, appare più una manifestazione dello smisurato “ego” del Premier britannico e dell’ansia di essere protagonista della scena mondiale come “potenza globale” che come una cosa seria: se lo fosse, ci si domanda come potrebbe il Premier assumere un impegno così gravoso senza l’autorizzazione del Parlamento. Quanto agli altri membri della NATO, scontato l’appoggio dei nordici, dei baltici e della Polonia, non credo che ci sia a Roma, a Parigi e a Madrid troppo entusiasmo ma alla fine sarà difficile opporsi a una corrente generalizzata.

In tutto questo, è peraltro da porsi la domanda se l’ingresso della Finlandia (e, prospettivamente, della Svezia) sia un vantaggio per la sicurezza europea o no. Se si pone mente alle dispettose reazioni russe e alle consuete minacce del Cremlino, si dovrebbe concludere che questo ampliamento dell’Alleanza a un paese che ha lunghi confini comuni con la Russia sia un elemento capace di accrescere le già gravi tensioni in corso.

D’altra parte, si può argomentare che l’ingresso dei due paesi nordici rafforzi la sicurezza complessiva del fianco nord dell’Alleanza. Non crea anche nuovi obblighi per i membri maggiori, specie USA? Certo. Ci sono contropartite? Vediamo innanzitutto i numeri. La Finlandia è un paese di 5,5 milioni di abitanti, prospero e tecnologicamente avanzato. Ha il servizio militare obbligatorio e le sue FFAA permanenti comprendono 250.000 uomini e donne, oltre a una Guardia di Frontiera e a una riserva potenziale di altri 900.000. È dotato di un arsenale militare molto avanzato, in certi settori il secondo in Europa. La sua configurazione geografica, con laghi e boschi nelle ampie zone di confine, rende difficoltosa un’avanzata nemica. Ricordiamo che nella Seconda Guerra Mondiale, con l’aiuto delle Panzerfaust tedesche, ha tenuto testa a un assalto sovietico e costretto Mosca a una pace di compromesso.

Insomma, è un alleato serio e non un peso aggiuntivo. La saggezza, e la forze delle cose, faranno si che la sua eventuale adesione alla NATO avvenga in tempi non brevi, e possibilmente quando sarà stato raggiunto un accordo di pace in Ucraina e sarà stata normalizzata la situazione in Europa, come ora chiede Mario Draghi.

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