Il futuro dell’Europa, la parola ai cittadini

Il 9 maggio dello scorso anno ha preso il via la Conferenza sul Futuro dell’Europa (CoFoE nell’acronimo inglese), che rappresenta un esercizio di democrazia deliberativa aperto, inclusivo e completamente nuovo. Consente agli europei di condividere le proprie esperienze e idee sull’Europa e di presentare proposte per contribuire all’orientamento delle future politiche dell’UE. Il processo della CoFoE è basato sulle proposte dei cittadini europei, 800 di questi, scelti casualmente rispettando dei criteri di provenienza geografica, genere, età e formazione, si sono riuniti da settembre in 4 Panel per discutere e presentare le loro proposte su temi fondamentali sul futuro della UE quali: un’economia più forte, giustizia sociale, occupazione/istruzione, gioventù, cultura, sport/trasformazione digitale; valori, diritti, Stato di diritto, democrazia, sicurezza; cambiamenti climatici, ambiente/salute; l’UE nel mondo/migrazione. I panel si sono riuniti sia a Strasburgo, in presenza tra settembre ed ottobre, quindi online in novembre e ora in forma ibrida in 4 città europee. La tappa del Panel 2 (valori, diritti, Stato di diritto, democrazia, sicurezza) che ha visto coinvolta l’Italia, nella città di Firenze il 10-12 dicembre 2021, presso l’Istituto universitario europeo di Fiesole. In questa occasione abbiamo intervistato alcuni cittadini europei partecipanti per avere la loro visione dell’Europa.

GIGLIOLA VITAGLIANO: Avvocato presso la Corte d’Appello di Milano, è madre di due ventenni.

Dai panel tenutisi in Europa, sono scaturite cinque raccomandazioni, quali sono le sue opinioni e suggerimenti al riguardo?

Garantire i diritti e la non discriminazione: nei tavoli a cui ho partecipato ho rilevato che non tutti avvertono la possibilità di godere appieno dei diritti che i documenti Ue aprono. Ritengo che in queste materie UE debba intervenire con regolamenti, in modo da evitare il filtro dei diversi Stati, e raggiungere la piena attuazione del principio di uguaglianza.

Proteggere la democrazia e lo Stato di diritto: la democrazia non è sentita da tutti i cittadini in egual misura, probabile che la nostra tradizione storica ci porta a vivere la democrazia, i suoi istituti come valore: Il confronto con alcuni cittadini Polacchi dava una sensazione di limitante.

Riformare l’UE: penso che l’Ue debba ancora evolvere le sue competenze, processi normativi. Anche a livello istituzionale costituire un’assemblea di cittadini, che conservando la loro posizione quotidiana (il proprio lavoro, il proprio stipendio, la propria vita) concorra al processo normativo. Essere parte di un’istituzione è un privilegio, non motivo di un diverso emolumento o altre prerogative.

Costruire l’identità europea: essere cittadini d’Europa deve superare la libertà di circolazione, stabilimento, servizi e capitali, per approdare agli stessi diritti e doveri che le diverse carte costituzionali declinano. Dare maggior concretezza alla Carta dei Diritti fondamentali, sposando anche elementi nuovi della società attuale: unioni civili, adozioni per i single, protezione dei minori in contesti familiari instabili, protezione contro la violenza di genere.

Rafforzare la partecipazione dei cittadini: laddove è arrivato Facebook, non è ancora arrivata l’UE. E’ bene che i cittadini siano maggiormente coinvolti, non solo con la partecipazione elettorale. Oggi non si conosce bene la forza dell’UE nei confronti degli altri Stati, penso vada chiarito il potenziale dell’UE, stimolare l’orgoglio di essere europeo, la fedeltà alla bandiera. Far sì che i cittadini abbiano un senso nei processi normativi, dare evidenze del numero di iniziative popolari che sono state adottate ovvero considerate dall’ UE. Istituire dei referendum consultivi diretti, non filtrati dagli Stati.

Ci sono altri tre grandi temi usciti dal brainstorming europeo, quali sono le sue idee in merito a questi grandi temi?

Cambiamenti climatici e ambiente: i cambiamenti climatici sono parte della storia della terra, vero è che nessuna civiltà è stata così numerosa come nel nostro millennio. L’età della vità si allunga e con essa i rifiuti che nel nostro processo di vita generiamo. Occorre educare al riciclo, a ottimizzare la logistica quotidiana (nel lavoro lo smart working o coworking riduce i costi di cementificazione e gestione degli immobili), educare al rispetto delle stagioni e stagionalità (mangiare le fragole a Natale non è consumismo ma inquinamento).

Salute: penso che l’UE debba avere maggior peso nella ricerca scientifica, nel calmierare i prezzi dei vari presidi medici. In questo settore la concorrenza non aiuta, in materia di salute devono essere garantiti gli stessi servizi a tutti

Missioni UE: l’Europa deve dialogare con gli altri Stati facendo propria la filosofia di Ghandi, confrontarsi con gli Stati a forte immigrazione in maniera pacifica, avviare processi d’integrazione reali e non di mera accoglienza. Nei tavoli ho ascoltato che le politiche di accoglienza vengo viste con disfavore dai molti che, nelle nostre Nazioni, vivono in condizioni di disagio e povertà. Spesso le associazioni non accolgono i nostri poveri perché non ricevono contributi, paradossalmente l’accoglienza crea diseguaglianza!

CHIARA ALICANDRO: Minturno (LT) – PORTAVOCE. 31 anni, si occupa di consulenza del lavoro.

Ciò che posso affermare dalle nostre discussioni e dalle raccomandazioni che ne sono emerse è che c’è la necessità di dare un senso a questa Europa ripartendo dalla creazione di un’identità ben riconoscibile da cittadini stessi. Bisognerà sicuramente lavorare su un mercato del lavoro libero europeo nel quale non dovranno sussistere discriminazioni, né di genere, né di età, andranno supportate anche le aziende equiparando i costi di contribuzione e implementando i bonus assunzionali. Non possono sussistere all’interno dell’Unione delle condizioni diametralmente opposte nel mondo del lavoro, si rischierebbe così la perdita di capitale sociale sempre a favore dei paesi maggiormente sviluppati. Bisognerà rivedere il regolamento di condizionalità in quanto il principio è corretto ma non credo sia corretto che i cittadini o gli imprenditori debbano rimetterci con aumenti di tassazione. Infine il punto per me principale riguarda proprio il rafforzamento della democrazia. Il sentimento di sfiducia nei confronti dell’Unione Europea è frutto di un divario eccessivo fra cittadini e le istituzioni, abbiamo difficoltà anche a comprendere il funzionamento delle istituzioni europee, c’è bisogno di informare maggiormente i cittadini anche sulle iniziative che l’Ue propone, rivedendo gli strumenti informativi, in quanto le generazioni cambiano e con loro anche il modo di informarsi. Sarebbe utile anche istituire dei referendum non atti a legiferare ma solo a comprendere il punto di vista del popolo. Personalmente credo che questa conferenza sia un ottimo esercizio di democrazia partecipativa, io ho avuto la fortuna di essere estratta come rappresentante dei panel e quindi sarà anche compito mio dar voce a queste idee in commissione, mi auguro solamente che queste nostre raccomandazioni possano influire nel processo decisionale e che questa iniziativa non sia stata solo uno specchietto per le allodole.

MARTINA BRAMBILLA: Milano – PORTAVOCE. 21 anni, studentessa di scienze della comunicazione.

Per quanto mi riguarda sono tutti temi molto importanti ed interessanti. Nello specifico mi sono occupata maggiormente per quando riguarda il tema della sicurezza in Europa. Al fine di arrivare ad una Europa più unita è fondamentale avvicinare i cittadini al processo europeo cosicché siano i primi a rispecchiarsi nei valori e a promuoverli. Nel campo della non discriminazione posso dire che ormai, nel 2022, non dovrebbero nemmeno più esserci questi temi in quanto mi sembra assurdo che ancora oggi gente venga discriminata per la sua etnia, genere, religione etc. Proprio per questo ritengo fondamentale un provvedimento unico a livello europeo che definisca una linea di protezione per le persone discriminate. Il tema del cambiamento ambientale mi sta molto a cuore e mi spiace non fare parte di quel panel ma sono felice, in quanto ambasciatrice, di poter ascoltare e sostenere le idee scaturite dai cittadini. Ritengo di fondamentale importanza prendere decisioni urgenti in tema poiché la situazione ambientale per colpa delle azioni umane è sempre peggiore e se continuiamo a mantenere questo tipo di comportamento ne risentiremo molto presto. L’Europa dovrà ascoltare attivamente le nuove proposte al fine di promuovere nuovi comportamenti preventivi (univoci in tutti i paesi).

VALERIA NEGRI: Lavora nello staff del direttore Market Management di una compagnia assicurativa. Ha due figli di 30 e 33 anni, è nonna di un nipotino di 18 mesi e zia di 5 nipoti dai 5 ai 32 anni.

Qual’è il suo pensiero rispetto questo percorso verso la Conferenza sul Futuro dell’Europa?

Questa esperienza che ho vissuto mi ha portato una maggiore consapevolezza, io sono stata anche relatrice per mio gruppo, andando ad analizzare questo percorso di 80 giorni che abbiamo fatto assieme; partendo da Strasburgo, proseguendo online, per poi concludere a Firenze. Noi ci siamo trovati d’accordo, pur provenendo da cinque paesi diversi, che i fattori fondamentali sono l’informazione, la conoscenza, il confronto. E’ necessario informarsi ed essere informati, solo attraverso la conoscenza e il confronto si possono conseguire risultati. Io mi sono occupata del tema della sicurezza, ma il primo trattava del garantire diritti e la non discriminazione, e tutto parte da lì. Parlando da persona del popolo, cittadina che non si occupa di politica, mi sono resa conto che dobbiamo ascoltare per avere una visione più ampia che superi quella del nostro paese, della nostra città, della nostra regione. Viaggiando molto all’estero, mi sono resa conto che le persone che ho conosciuto, alla domanda “Da dove vieni?”, rispondono “Dall’Africa”, “Dall’Asia”, “Dall’America”. Noi rispondiamo “Da Novate Milanese, da Milano, dalla Lombardia” per fare un esempio. Continuiamo ad avere una visione ridotta della realtà, mentre dovremmo confrontarci maggiormente con le altre nazioni europee e non. Quando alla fine abbiamo votato le raccomandazioni, al primo posto c’erano proprio l’informazione, la conoscenza, il confronto.

In un periodo storico dove in Europa si ergono nuovamente muri, questo è certamente importantissimo.

Noi cittadini europei abbiamo anche il problema di avere tante lingue diverse, in America parlano l’inglese per dire, pur con accenti diversi. Noi con 27 stati membri abbiamo 22 lingue diverse, questa è una difficoltà di base, dovremmo sforzarci di imparare l’inglese, che ci piaccia o meno, ma questa è la realtà attuale. Quando si parla di inclusione si pensa subito alle minoranze, che non è nemmeno un termine particolarmente attraente, ma la mia idea è che si debba pensare più in grande, potrei pensare anche al vicino di casa. Nella prima sessione, a Strasburgo, eravamo divisi in tanti gruppi. Nella seconda e nella terza siamo sempre stati assieme con i medesimi compagni, pur partendo da idee e sentiments diversi, alla fine avevamo condiviso gli stessi obiettivi. Le racconto questo aneddoto, tra le conclusioni finali veniva citato il termine “mafia”. Si tratta di una connotazione tipicamente italiana, ho quindi eccepito che si doveva usare un termine come “malavita organizzata”. Fra l’altro ci raccontava un collega danese del gruppo, che la Danimarca, che immaginiamo come posto tranquillissimo, negli ultimi anni è attraversata da una feroce guerra tra gang.

Quale è il suo pensiero rispetto quello che l’Europa potrebbe fare meglio per aumentare l’identità dei suoi cittadini?

Prima di questa esperienza io e tutti gli altri partecipanti sentivamo l’Europa come qualcosa di molto lontano, è necessario che i rappresentanti siano più presenti fra i cittadini. L’Europa attua tante iniziative, anche economiche, che i cittadini non conoscono. Noi abbiamo chiesto un canale tv piuttosto che altri canali di comunicazione. Come dicevo prima, l’ostacolo della lingua esiste, ma per i giovani fino ai 30-35 anni è certamente un ostacolo minore. Abbiamo chiesto più informazione verso i cittadini.

Vuole aggiungere qualcosa?

Questo è il mio breve intervento come Rapporteur del mio gruppo all’assemblea plenaria a chiusura della 3a e ultima sessione della Conferenza: “Ci siamo occupati della sicurezza dei dati sia all’interno dell’Unione Europea sia all’esterno. E’ un tema che abbiamo sentito molto vicino a tutti noi e siamo riusciti a confrontarci con grande partecipazione, sia di noi colleghi in presenza sia dei colleghi on-line dalle loro abitazioni. Abbiamo apprezzato moltissimo, davvero moltissimo, i feedback degli altri gruppi, che ci sono stati riportati dai nostri rappresentanti che li hanno esposto nelle loro aule. Abbiamo vissuto questa terza sessione come la conclusione di un percorso durato 80 giorni. Abbiamo compreso che ci piace conoscerci, che ci piace confrontarci, che ci piace lavorare in gruppo. Abbiamo compreso che possiamo lavorare in gruppo, e che possiamo lavorare in gruppo come un unico paese. In questi 80 giorni abbiamo usato tantissime parole ma alla fine siamo arrivati alle stesse parole uguali per tutti. E nella borsa che noi questa sera ci porteremo a casa ci sono queste nostre parole: CONOSCENZA – INFORMAZIONE – CONFRONTO – CONSAPEVOLEZZA – SENSO DI APPARTENENZA – EMOZIONE – GRATITUDINE”.

[NdR – Si ringrazia l’Ufficio Stampa del Parlamento Europeo in Italia per la disponibilità e assistenza]

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