Cronache dai Palazzi

Crescere ed essere credibili, sono questi i due imperativi necessari alla base della Nadef, la Nota di aggiornamento al Def (Documento di economia e finanza). Come ha spiegato il ministro dell’Economia, Daniele Franco, la Nadef consiste in un aggiornamento del Def presentato lo scorso aprile e indica le linee guida fino al 2024, oltre al quadro all’interno del quale verrà scritta, entro il 20 ottobre, la legge di Bilancio per il 2022. “Il quadro è di gran lunga migliore di cinque mesi fa”, ha affermato il premier Draghi, in primo luogo perché il debito pubblico risulta più basso (153,5%) rispetto a quello registrato nel 2020 (155,8%). Superiore alle previsioni anche la crescita del Pil (6% contro una stima del 4,5%) e il deficit decresce, 9,4% del Pil contro il previsto 11,8%.

Nonostante l’aumento dei prezzi che continuerà anche nel 2022 (1,5% quest’anno e 1,6% nel 2022) per poi decrescere nel 2023 (1,4%), “la ripresa è più intensa delle attese”, come ha rilevato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella di fronte all’Assemblea di Confcommercio.

“Dal debito alto si esce con la crescita”, ha sottolineato il premier Draghi rimarcando il “momento buono per il Paese” in quanto “il Paese è credibile” come dimostrano i bassi tassi di interesse e lo spread contenuto. “Occorre mantenere questa credibilità continuando a crescere”, ha ammonito Draghi, per cui il suo governo favorirà le misure tese a realizzare “una crescita duratura ed equa”, in sostanza più investimenti e meno assistenzialismo. Il “punto di Pil abbondante” che rappresenta il “tesoretto” dovuto alla maggiore crescita non deve essere sciupato, né quest’anno né negli anni che seguiranno. Contabilizzati sono circa 19 miliardi l’anno, che fino al 2024 verranno impiegati per incoraggiare la crescita e aiutare famiglie e imprese.

Dalla spesa per farmaci e vaccini fino ad ulteriori forme di sostegno per coloro che sono ancora attanagliati dalla crisi economica. Il ministro Franco ha inoltre citato il rifinanziamento del Fondo di garanzia per le Piccole e medie imprese per incoraggiare la ripresa economica, la proroga del Superbonus e dei bonus energetici, la riforma degli ammortizzatori sociali e “qualche primo passo di alleggerimento del carico fiscale”. Le manovre dei prossimi due anni saranno ancora di carattere “espansivo” ma dal 2024 avrà inizio il percorso di rientro affinché il debito torni a livelli pre-pandemia entro il 2030 (nel 2019 era il 134% del Pil).

In sostanza per rendere concreto il miglioramento occorre modificare la prospettiva: “Pensare che le vecchie regole del Patto di stabilità rimangano le stesse, dopo che la pandemia di Covid ha causato la più grande recessione della storia, è irrealistico”.

Priorità agli investimenti “pubblici e privati”. Draghi e Franco hanno annunciato un aumento degli investimenti del 15,6% nel 2021 e del 6,8% nel 2022, mentre durante l’anno più duro della pandemia, nel 2020, si è registrato un calo pari al 9,2%.

Più investimenti vuol dire maggior fiducia: “C’è fiducia tra gli italiani e c’è fiducia del resto del mondo verso l’Italia”, ha affermato il presidente del Consiglio. Investimenti e un piano di riforme di sistema sono i due binari principali che intende percorrere Palazzo Chigi, alla luce di una piena realizzazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza rispettando gli impegni presi con Bruxelles che a gennaio comunicherà le prime pagelle.

L’Italia potrà assicurarsi l’intero pacchetto di risorse europee di oltre 190 miliardi di euro fino al 2026 sulla base dei risultati raggiunti in termini concreti. Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, ha annunciato un aumento del Pil del 4,7% nel 2022, del 2,8% nel 2023 e dell’1,9% nel 2024. La ripresa comunque c’è e “l’ingrediente che ha favorito questa ripresa è stato la vaccinazione”, ha ricordato il premier Draghi.

Si procede a passo spedito senza nessun rallentamento. A proposito di Pnrr “non c’è nessun ritardo rispetto alle scadenze concordate con la commissione Ue. Il governo non ha mancato una sola data e intende mantenere questa credibilità”, ha assicurato Draghi. Per quanto riguarda i progetti da attuare per mettere in pratica il cambiamento il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha firmato due decreti ministeriali per raccolta differenziata e impianti di riciclo, ed ancora il decreto per l’utilizzo di 500 milioni per strumenti avanzati di monitoraggio e prevenzione a difesa del territorio. Provvedimenti che secondo il piano del Pnrr dovevano essere approvati entro il 30 settembre mentre, secondo quanto annunciato dal premier, la prossima settimana si riunirà a Palazzo Chigi la prima cabina di regia per quanto riguarda l’attuazione del Piano.

Nello specifico, la riforma del Fisco che era prevista entro luglio ha subito un ritardo ma “il rinvio è dovuto al fatto che l’attività di governo è sempre più intensa”, ha precisato Draghi escludendo problemi politici all’interno della maggioranza. La riforma del Fisco sarà approvata la prossima settimana mentre la legge sulla concorrenza “entro ottobre”. Il premier ha spiegato che sul Fisco il governo varerà un disegno di legge delega che racchiuderà esclusivamente i principi, si tratterà di un provvedimento “molto generale”. In sostanza la riforma del Fisco è un processo lungo in cui sarà coinvolto anche il Parlamento ed è quindi “prematuro” annunciare delle cifre per quanto riguarda la riduzione delle tasse.

Per quanto riguarda il Catasto, invece, il governo non vuole in nessun modo tassare la prima casa, ma per il resto “vogliamo fare un’operazione di trasparenza impegnandoci a non cambiare il carico fiscale del catasto”, ha ribadito il premier annunciando una sanatoria delle ingiustizie. Tra i decreti collegati alla manovra vi è inoltre un disegno di legge per la revisione degli incentivi alle imprese; un ulteriore ddl mirerà a favorire l’aggregazione tra imprese e un altro ancora sarà dedicato alla revisione del codice della proprietà industriale. Prorogato infine al 31 ottobre il termine per la presentazione delle domande di assegno temporaneo per i figli, con effetti retroattivi dal 1 luglio 2021. “L’assegno unico sarà a regime da gennaio”, ha specificato la ministra per le Pari opportunità e la Famiglia, Elena Bonetti. Fino ad ora le domande di assegno temporaneo sono state 492.000, circa 853.000 assegni, il 90% pagati o comunque in pagamento.

L’impostazione della campagna vaccinale e la scrittura del Pnrr sono due obiettivi faticosamente raggiunti e Palazzo Chigi li rivendica con soddisfazione, basandosi “sulle evidenze dei fatti e dei numeri”. In pratica “il metodo di lavoro deve essere la massima unità in Cdm” ed è di fondamentale importanza “non importare le tensioni dei partiti nell’azione di governo”, ha affermato il premier che chiede ai suoi ministri “abnegazione, capacità di esecuzione e nessuna fibrillazione” per realizzare il cambiamento. Il fronte della politica e la realizzazione dei progetti sono due piani separati. La priorità è “risolvere i problemi” dei cittadini.

Un cambiamento auspicato anche dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a Milano, durante la cerimonia di apertura dell’università Bicocca, anche alla luce della conferenza dei giovani sul clima “Youth 4Climate”, in corso nel capoluogo lombardo. “L’Universo è in costante mutamento. Non soltanto l’Universo. Anche qui siamo in costante mutamento”, ha affermato il presidente della Repubblica, citando l’astrofisico Piero Madau: “La sua sottolineatura sull’Universo che muta è un richiamo contro coloro che presumono che nulla cambi, evitando di comprendere che il mondo, le sue condizioni, la convivenza nel mondo, nei Paesi, mutano necessariamente. E i mutamenti vanno accettati e condotti per non esserne travolti in maniera inconsapevole”.

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