Prey – La preda (Film, 2016)

Breve sinossi: una famiglia di contadini viene trovata assassinata in una fattoria vicino ad Amsterdam. La polizia non ha indizi, ma Lizzy, veterinaria dello zoo che ha trascorso un periodo in Africa, sospetta che il responsabile sia un leone aggressivo. Il film è tutto qui. I sospetti della veterinaria sono più che giustificati, perché si tratta proprio di una belva lunga due metri, ferocissima, che semina il terrore per le strade di Amsterdam. Finale sconcertante con doppia sorpresa, che non rivelo e che apre le porte a un possibile (ma non auspicabile) Prey 2.

Il regista di questo Prey-La preda, Dick Mass, forse ha visto l’ultimo film di Franco Prosperi – Wild Beasts-Bestie feroci (1984) – dove a causa di una sostanza chimica disciolta nell’acqua, gli animali dello zoo di Francoforte diventavano aggressivi, vere e proprie belve vendicative. Fuggivano dalle gabbie e seminavano il panico tra gli ignari cittadini, uccidendo e massacrando. Se non l’ha visto è stato colto da identica ispirazione: nel vecchio film italiano avevamo un veterinario e la fidanzata che lottavano contro le belve assassine, mentre nel nuovo olandese (più femminista) i sessi sono invertiti.

Dick Mass opta per un solo leone (ma sarà soltanto uno?), dedicandosi a girare sequenze splatter e gore di rara crudeltà, con effetti visivi spiazzanti, persino massacri di bambini divorati dalla belva. Prosperi non aveva il digitale ma si aiutava con l’esperienza del mondo movie e una grande bravura con la macchina da presa. Ricordiamo il suo Bestie feroci come un buon lavoro, uccisioni di padroni da parte di animali molto credibili, sequenze  angoscianti e crudeli. Il regista olandese, invece, conferisce un taglio da black-comedy alla pellicola, esagera con il gusto per l’efferato, quindi ci ride sopra tra schizzi di sangue, budella sventrate e gambe segate.

Personaggi costruiti con lo spessore dei peggiori fumetti d’avventura, tra tutti un assurdo cacciatore senza una gamba che si muove in sedia a rotelle elettrica, malato terminale di tumore. La sexy veterinaria e il fidanzato giornalista (un po’ sciroccato) non sono da meno, il taglio psicologico è piuttosto rozzo e approssimativo. I poliziotti vengono ridicolizzati a più non posso, in un’assurda sequenza splatter finiscono persino per spararsi tra loro e per cadere in trappole e tagliole posizionate per catturare la belva.

Il film va avanti per quasi due ore narrando una caccia al leone messa in piedi da dilettanti per le strade e i parchi di Amsterdam e mostrando una serie infinita di corpi dilaniati. Finale eccessivo, in un tripudio di gambe spezzate e corpi lacerati, per un film che non può essere valutato secondo le regole di una seria critica cinematografica. Puro divertimento horror, consigliato ai soli amanti dello splatter.

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Regia: Dick Maas. Titolo Originale: Prooi. Genere: Horror. Durata: 110’. Paese di produzione. Olanda. Interpreti: Mark Frost, Julian Looman, Abbey Hoes, Kees Boot, Mike libanon, Mamoun Elyounoussi, Britte Lagcher, Sophie van Winden, Victor Low.

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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