Chiara Ferragni attira i giovani agli Uffizi

È notizia di qualche giorno fa che Chiara Ferragni, la famosa influencer italiana, visita gli Uffizi e i follower del museo fiorentino scatenano il putiferio con commenti forti, a volte pesanti. Per i cosiddetti amanti dell’arte, le foto della Ferragni davanti alla Nascita di Venere del Botticelli suona come un affronto. Come dire che è inaccettabile affiancare il sacro con il profano. Ma verrebbe da dire: l’Arte non è di tutti, influencer compresi?

Eppure, prima della Ferragni, molte star della musica e del mondo dello spettacolo o della moda si sono ispirati all’arte, “sfruttando” luoghi e opere per girare spot o video. Uno fra tutti, Mamhood che balla e canta il suo nuovo singolo tra le sfingi del Museo Egizio di Torino.

In qualunque caso, al di là delle polemiche da parte di tuttologi e sapientoni, il risultato è stato un incremento delle di 9312 visitatori durante il fine settimana in Galleria, segnando un rialzo del 24%. Del numero generale registrato, ben 3600 sono stati bambini e ragazzi fino a 25 anni con un aumento del 27%.

All’origine degli attacchi contro gli Uffizi e il suo Direttore, Eike Schmidt, che ha accompagnato Chiara Ferragni nella visita al Museo, forse un malinteso. Gli appassionati degli Uffizi hanno pensato che la direzione, per risollevare le sorti del museo fiorentino dopo la crisi Covid, avesse scelto il testimonial meno rappresentativo in assoluto del mondo dell’arte. Senza sapere che l’influencer si trovava alle Gallerie degli Uffizi per set fotografico per Vogue Hong Kong e che la visita museale si è svolta una volta terminato il set.

Di contro, innegabile il risalto dato alla visita da parte dell’ufficio stampa e ancor meno innegabile la forzatura del post sulla pagina Instagram degli Uffizi, in cui si “affianca” la bellezza botticelliana a quella della Ferragni definita l’appellativo “divinità contemporanea nell’era dei social”.

In qualsiasi caso, malinteso o meno, rimane il concetto che l’Arte e la Cultura in generale debbano essere di tutti e per tutti e ben venga se, per arrivare a tutti, si deve fare appello anche agli influencer. Gli intellettuali se ne dovranno fare una ragione. Tenendo conto anche che, coloro che additano, insultano e digrignano i denti, difficilmente possono essere definiti “intellettuali”. Chi lo è veramente non lo sbandiera ma trae piacere dalla diffusione del messaggio artistico.

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