Salvini e la Pasqua

Purtroppo, di tanto in tanto Salvini lancia un’idea improvvisata e assurda. L’ultima in ordine di tempo è la proposta che per Pasqua le Chiese di aprano per consentire ai fedeli di celebrare la festività. La proposta va contro le regole ritenute necessarie dalla comunità scientifica ed è respinto dagli stessi cattolici nelle loro espressioni autorizzate (dall’Avvenire a tanti Vescovi). Contrasta con la terribile, eloquente immagine del Papa che parla solo nell’immensità della Basilica e della Piazza vuote, dando un esempio per tutti i fedeli. Come cattolico, mi offende anche la ragione che dà Salvini della sua proposta, per cui la scienza non basta, occorre anche l’aiuto “del buon Dio”. C’è voluta l’intelligenza di un comico, Fiorello, per ricordare che Dio lo si può pregare anche in bagno o in cucina.

Io, da cattolico (senza aggettivi che non merito) credo fortemente nell’importanza e nella forza collettiva della preghiera e penso che ne abbiamo bisogno ora come non mai. Ma respingo con indignazione l’idea di un Dio così esigente e geloso da accettarla solo nei luoghi consacrati, quando ciò può mettere a rischio la vita di migliaia di persone.

Tra l’altro, il giorno di Pasqua Messe solenni saranno celebrate sicuramente in San Pietro e la TV le  diffonderà. Tutti potranno seguirle e unirsi alle preghiere del Papa.

Insomma, Salvini ha lanciato un’idea pericolosa se qualcuno l’accogliesse e la realizzasse. Ed è un peccato, per un politico che per tanti versi mostra un’acuta intelligenza politica e in cui tanti italiani  hanno riposto e probabilmente continuano a  riporre la propria fiducia.

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