Premio Sakharov, i candidati 2019

Il Parlamento europeo onora ogni anno individui e organizzazioni che nel mondo si distinguono per la difesa dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Le candidature possono essere presentate dei gruppi politici e da gruppi di almeno 40 deputati. I candidati al Premio Sakharov 2019 sono Alexei Navalny, Marielle Franco, Claudelice Silva dos Santos, Chief Raoni, Ilham Tohti, Jean Wyllys, Marielle Franco, The Restorers.

Alexei Navalny è un avvocato e un attivista politico russo. Nel 2011 è stato arrestato per la prima volta per aver partecipato a una manifestazione fuori dalla Duma, il Parlamento russo. Alle elezioni a sindaco di Mosca è arrivato secondo. Nel 2017 ha pubblicato una relazione sulla corruzione politica criticando Putin e i suoi alleati politici. La relazione ha scatenato proteste anti-corruzione in tutto il paese, in seguito alle quali più di 1000 dimostranti sono stati arrestati, incluso Navalny. Le autorità russe hanno anche impedito a Navalny di presentarsi alle elezioni presidenziali del 2018. Navalny è stato di nuovo arrestato tre volte nel 2018 e 2019 per aver violato le leggi russe sulla protesta, estremamente restrittive.

Marielle Franco era un’attivista politica e combattente per i diritti umani in Brasile. Franco è stata brutalmente assassinata a marzo 2018. Franco, una donna nera bisessuale nata in una favela, ha lottato per la difesa dei diritti umani dei giovani neri brasiliani, delle donne e delle persone LGBTI. Franco denunciò ripetutamente le violenze da parte della polizia e delle forze di sicurezza, che arrivano a commettere esecuzioni extra-giudiziali e altre gravi violazioni dei diritti umani. Il caso del suo omicidio è tutt’ora aperto.

Claudelice Silva dos Santos è un’attivista brasiliana che lotta per la difesa dell’ambiente e dei diritti umani. Suo fratello e sua cognata sono stati uccisi per il loro attivismo contro la deforestazione in Amazzonia. Si batte contro il disboscamento illegale e le miniere di carbone dannose per l’ambiente nella regione di Praia-Alta Piranheira.

Chief Raoni è un’altra figura emblematica della lotta contro la deforestazione in Amazzonia. Raoni è uno dei capi del popolo Kayapo che vive nel cuore dell’Amazzonia e ha dedicato la propria vita alla lotta per i diritti delle popolazioni indigene e per la protezione dell’Amazzonia.

Ilham Tohti è un economista uiguro che lotta per i diritti della minoranza uigura in Cina. Tohti è un sostenitore del dialogo e delle leggi sull’autonomia regionale in Cina. Nel 2014 è stato condannato all’ergastolo per accuse di separatismo. Anche dalla prigione resta una voce moderata della riconciliazione. Dal 2017 più di un milione di uiguri sono stati detenuti in una rete di campi di prigionia.

Jean Wyllys è un attivista per i diritti umani, giornalista, insegnante e politico brasiliano. Nel 2010 è stato il primo attivista gay ad essere eletto al Congresso, il parlamento brasiliano. Durante i suoi due mandati da deputato del PSOL ha proposto leggi su matrimonio civile legalizzazione dell’aborto, regolamentazione del lavoro sessuale, identità di genere, diritto alla nascita in condizioni dignitose, legalizzazione della cannabis e scuole libere dai pregiudizi. Nel 2019 è stato rieletto ma non ha occupato il proprio seggio: ha dovuto lasciare il Brasile a causa di serie minacce di morte. Vive in Europa e viaggia per il mondo per denunciare le violazioni dei diritti umani in Brasile e la politica regressiva del governo di destra di Jair Bolsonaro.

The Restorers sono cinque studentesse keniane -Stacy Owino, Cynthia Otieno, Purity Achieng, Mascrine Atieno, Ivy Akinky- che hanno sviluppato una app, i-Cut, per venire in aiuto alle ragazze vittime di mutilazione genitale. Con la app le ragazze possono cercare aiuto, trovare un centro di accoglienza e denunciare il crimine alle autorità. La mutilazione genitale femminile è riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani. Ogni anno più di tre milioni di ragazze e bambine sono a rischio. Più di 200 milioni di donne oggi nel mondo vivono con le conseguenze della mutilazione genitale.

Ora spetta alle commissioni Affari esteri, Diritti umani e Sviluppo votare i tre candidati finali sulla base delle proposte presentate dai gruppi politici e da gruppi di almeno 40 deputati. Il voto si terrà a breve in un incontro congiunto delle commissioni. La Conferenza dei presidenti, cioè il Presidente del Parlamento europeo e i leader dei gruppi politici, sceglierà poi il vincitore e lo annuncerà il 24 ottobre. Il premio verrà consegnato durante una cerimonia ufficiale il 18 dicembre a Strasburgo.

Il vincitore del 2018 è stato Oleg Sentsov, liberato pochi giorni dalla detenzione in Russia, in cui versava da tempo, nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra Ucrania e Russia. A tale proposito il Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli ha dichiarato: “È con sollievo e profonda gioia che ho appreso del rilascio del regista ucraino Oleg Sentsov. Sentsov ha ricevuto il Premio Sakharov del Parlamento europeo per la libertà di pensiero nel 2018. È un uomo di coraggio e determinazione, che ha resistito all’ingiustizia con dignità e ha difeso la democrazia, lo Stato di diritto e i diritti umani”. Sentsov “è stato rilasciato nell’ambito di un accordo tra Russia e Ucraina su uno scambio di gruppi di prigionieri. Accogliamo con favore questa novità, come un passo nella giusta direzione e come segno di una diminuzione delle tensioni tra i due Paesi. Sono ansioso di incontrare presto Sentsov di persona al Parlamento europeo e di potergli consegnare finalmente il premio Sakharov”. Il regista aveva iniziato uno sciopero della fame durato 145 giorni per chiedere la liberazione di tutti i prigionieri politici ucraini.

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