Regali

«Le grida di Confcommercio ci dicono che sarà un mesto Natale. Ma va? Cosa pensano queste persone, che non ne siamo consapevoli? Così come ci informano che la tredicesima, chi la prenderà, sarà spesa in tasse, bollette e forse, qualche regalino. Insomma, come da qualche anno a questa parte, pochi regali ma soprattutto intelligenti, e quindi tutti pacchetti con Q.I. alto.

Ma cosa vuol dire esattamente? Visto che 9 italiani su 10 – sempre fonte Confcommercio – non rinuncerà ai regali, quante robe intelligenti circoleranno? Insomma è finito il tempo del regalo inutile ma costoso. Adesso si va a colpo sicuro.

Meglio un cuoricino di un noto gioielliere che costa come 7 kg di prosciutto di Parma ma ne pesa un infinitesimo, che poi potrà essere sul collo di tutte ma dico tutte le adolescenti, insomma un regalo che non lascia spazio alla fantasia ma solo al colpo sicuro. Oppure il portafoglio , rigorosamente firmato , oggetto grandemente sopravvalutato;  fanno dei portafogli che potrebbero contenere mazzi di banconote. Ma chi le usa più? Siamo nell’epoca del danaro di plastica, perché sprecare tutta quella pelle? Forse il regalo intelligente è una buona bottiglia di Champagne.

Certo è che la crisi dà largo spazio al riciclo; io ne ho diversi di casi di riciclo sfacciato. Forse il più drammatico, quello che connota la mancanza totale di sensibilità della persona che ha riciclato, si è consumato qualche Natale fa. Una delle impiegate dell’ufficio dove lavoravo, ricevette in dono dal suo capo, una donna che era mia amica, un bel bracciale che io avevo regalato alla stessa un anno prima in occasione del suo compleanno; lì lo smacco fu alto, anche perché l’oggetto aveva anche un valore. Quindi oltre a non essere apprezzato, era stato catalogato come una schifezza da qualcuno che non aveva nessuna briciola di sensibilità.

Anche io ho riciclato qualcosa a volte, lo confesso. Ma mai doni di amici, che, anche se non ci azzeccano, sicuramente ti fanno il regalo con il cuore. Certo è che il dono perde davvero di significato se rapportato a un mero gesto quasi dovuto. Il dono è generosità, è voler spendere del tempo per cercare un oggetto che assomigli al destinatario e che possa essere da lui apprezzato. È dimostrare con un gesto che ci si è ricordati e che ci si è dedicati. Non è entrare e comprare “tanto per”. Quello è un modo di comportarsi cialtronesco. Come quello di dire che andare a fare i regali è un dovere. No, non lo è; fare i regali è voler dimostrare affetto. Cercando la cosa adatta, piccola, grande. Chi non sa regalare di solito è arido in tanti comportamenti della vita. E metto all’angolo anche quelli che pensano che un regalo debba essere costoso per essere degno. Comunque questo Natale, grazie alla crisi e al nostro caro Governo, avremo poco da fare.

E forse invece dei regali da riciclo, ci toccheranno i buoni pasto!»

©Futuro Europa®

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