UNESCO, chi è Audrey Azoulay

Per un totale di 58 membri del Consiglio esecutivo, 30 voti sono andati all’ex Ministra della Cultura francese mentre il suo avversario, il quatarino Al-Kawari, ha ottenuto 28 preferenze.

Audrey Azoulay è così diventata la nuova Direttrice generale dell’Unesco. La quarantanovenne ex Ministra francese è stata eletta lo scorso 13 Ottobre, battendo il qatarino Hamad Al-Kawari. La scelta dei membri del Consiglio esecutivo dovrà essere convalidata dalla conferenza generale degli Stati membri il prossimo 10 Novembre. Audrey Azoulay aveva depositato la sua candidatura a capo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’istruzione, la scienza e la cultura in extremis, lo scorso Marzo, affermando fermamente che “la Francia avesse tutte le carte in regola per quanto riguardasse cultura, istruzione e scienze”. Durante la sua campagna, ha  citato spesso e volentieri  l’uomo di Stato francese e figura storica del socialismo Léon Blum (1872-1950), per il quale l’Unesco doveva essere “la coscienza delle Nazioni Unite”. Ma si è dedicata a tempo pieno alle elezioni per la direzione generale dell’Agenzia dell’ONU solo dopo aver lasciato il suo Ministero, in seguito alla vittoria dello scorso Maggio di Emmanuel Macron nella corsa alla  Presidenza della Repubblica. Audrey Azoulay era stata nominata Ministra nel Febbraio del 2016. Una nomina a sorpresa, perché nonostante facesse parte del giro del Presidente di allora, François Hollande, era poco conosciuta al grande pubblico e con poca esperienza politica.

La Azoulay è nata il 4 Agosto del 1972 a Parigi, in una famiglia di ebrei marocchini, originari di Essaouira. Suo padre è il banchiere e uomo politico André Azoulay, consigliere dell’attuale re del Marocco come lo era stato di suo padre Hassan II. Sua madre è l’umanista Katia Brami. Una famiglia che è sempre stata immersa nella cultura dei libri e dei dibattiti. Può vantarsi di un curriculum degno di nota: ex studentessa dell’Ecole Nationale d’Adimistration (ENA), che forma le élite francesi, dottorato in gestione all’Università Paris-Dauphine e all’Università di Lancaster, Scienze Politiche a Parigi. Mentre studiava ha lavorato nel settore bancario, esperienza che dice aver “detestato”. E’ stata anche magistrato presso la Corte dei Conti dopo aver occupato diverse posizioni nella direzione dei media del Ministero della Cultura. E’ entrata a far parte del Centro Nazionale del Cinema (CNC) come direttrice finanziaria nel 2006, prima di diventare, tra il 2011 e il 2014, la numero due dell’organismo incaricato di stanziare aiuti nel campo della cinematografia. “E’ una donna brillante e appassionata, un’amica degli artisti e delle loro realizzazioni”, aveva commentato qualche tempo fa la presidente del CNC, Frederique Bredin. “Quello che mi ha più formata professionalmente è il cinema”, dice spesso Audrey Azoulay, che ha sempre difeso l’esclusività culturale francese, soprattutto nei confronti della potenza americana. Conosciuta per il suo temperamento energico e vivace, è stata nominata nel 2014 consigliera di François Hollande, con un incarico riguardante cultura e comunicazione. Ha affiancato il Presidente nella stesura di diversi dossier come, per esempio, quello sulla protezione dei diritti di Internet e lo ha accompagnato nelle sue visite ufficiali in campo culturale. Ha sicuramente passato poco tempo a capo del Ministero della Cultura, ma lo ha speso in modo proficuo riuscendo ad ottenere dal Capo dello Stato un’estensione degli stanziamenti a sua disposizione, fondi pesantemente colpiti negli anni precedenti.

Interessanti le reazioni di Israele dove si sottolinea che ciò che conta è quello che avverrà e non la nomina di tale o talaltra persona a capo dell’Organizzazione. Tuttavia si lascia trapelare che la nomina di Audrey Azoulay è una scelta che permetterà all’Unesco di scegliere una nuova strada. Le altre possibilità erano più rischiose, anche se non si precisa il perché. La Azoulay viene presentata dai media israeliani come una personalità ebraica e coma la figlia di una amico intimo di Shimon Peres. Ma gli israeliani, soprattutto negli ambienti vicini al Governo, ricordano che l’Unesco è diventata negli ultimi anni quello che i commentatori qualificano come “teatro dell’assurdo”, dove si sono moltiplicatele risoluzioni anti-israeliane. Fonti diplomatiche affermano che in fin dei conti, è stata la decisione di lasciare l’Unesco di Stati Uniti e di Israele a permettere a Audrey Azouley di essere eletta. Sicuramente l’instabilità che regna nel mondo arabo le ha dato una mano avendo come competitor un rappresentante del Qatar. Ora rimane da vedere quale strada sceglierà di intraprendere la neo Direttrice generale per far sì che l’Unesco riacquisti un’immagine oggi offuscata dai troppi “smarrimenti”.

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