Venti di destra in Europa

In Europa continuano a soffiare con una certa intensità venti di destra nei parlamenti nazionali. L’ultimo in ordine cronologico è stato il successo in Austria, lo corso weekend, del giovanissimo Sebastian Kurz, che con il suo 31,7% è riuscito ad ottenere la maggioranza relativa. Ma, benché il  Partito Popolare austriaco rientri nella grande famiglia del PPE, a destare più sorpresa è stato il risultato della destra nazionalista che con il suo 25,9% ha stupito tutti gli analisti politici.

Un risultato che potrebbe portare lo stesso Kunz a formare un governo con il leader euroscettico Heinz-Christian Strache mettendo però in difficoltà la fragile diplomazia Europa su temi, come quello dell’immigrazione, che mettono sotto pressione le cancellerie di mezza Europa da ormai molto tempo.

Anche la Germania dell’immortale Angela Merkel ha visto, nel trionfo del Cancelliere uscente, l’avanzata della destra xenofoba oltre ogni aspettativa con l’ipotesi che anche questo partito entri a far parte della grande coalizione di Governo. Già tra marzo ed aprile, in Francia e Olanda, si sono affermati nel primo, con Macron, posizioni contrapposte ai socialisti dell’ex presidente Hollande e nel secondo una netta vittoria di centrodestra e destra.

Insomma un vero cambiamento dopo gli anni della depressione economica dell’intero continente che aveva rafforzato le posizioni socialiste ma che ora, con la problematica questione dei migranti e le stringenti politiche europee, ha reso i cittadini di molti paesi scettici verso l’Unione, le sue politiche e gli stessi partiti di estrazione socialista nei vari stati membri.

Anche il nostro paese, nel 2018 si appresta, stando ai sondaggi, a seguire questa nuova ondata di destra europea. Se dopo l’approvazione della Legge elettorale (ormai imminente) i due principali leader del centrodestra dovessero trovare un accordo, potremmo ritrovare, dopo quasi 7 anni, nuovamente il centrodestra alla guida del Paese.

In ogni caso, chiunque dovesse salire al governo, non potrà che fare i conti con la sempre più crescente necessità di un dialogo in materia di immigrazione con i cugini d’oltralpe e il futuro governo austriaco, pronto a ripristinare la barriera al Brennero, dopo una campagna elettorale focalizzata proprio su questo tema.

Certamente, questi segnali provenienti dal Continente daranno ancora più forza alla campagna elettorale del centrodestra italiano, pronto a parlare molto più alla pancia del Paese con questioni di estrema attualità lasciando di fatto il PD solo nella guerra ai mulini a vento dello Ius Soli.

Se il trend dovesse confermarsi in Italia come in Europa, considerata l’alta concertazione di nazionalisti ed euroscettici, potremmo trovarci di fronte ad una stagione di profondi cambiamenti per l’intera Unione Europea che forse potrebbe trovare la giusta strada verso una migliore integrazione tra sovranità nazionale e integrazione europea.

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