Il diavolo e l’acqua santa

Davvero, Donald Trump e Angela Merkel sono come il diavolo e l’acqua santa: quanto uno è, irragionevole, imprevedibile, estremista, tanto l’altra è moderata, pacata, anche se ferma nei suoi principi. L’uno è improvvisato, irruente, l’altra è esperta, navigata, paziente. L’uno è isolazionista, razzista e protezionista, l’altra è “multilateralista” e aperta. L’uno è un capitalista sfrenato simpatizzante del “tea-party”, l’altra una liberale fedele all’economia sociale di mercato. Pochissimo li unisce, molto li divide, eppure sono i leader dei due principali Paesi dell’Occidente e dalla loro intesa o da un loro eventuale conflitto dipende il buon andamento di quello che un tempo si definiva “il mondo libero”

Naturalmente, non so cosa si siano detti nel loro lungo incontro di venerdì scorso a Washington, ma una certa pratica di incontri internazionali credo di averla e ci vuol poco a capire, dal tono della conferenza stampa comune, dall’atteggiamento dei volti, da tutto il linguaggio corporale, che il dialogo deve essere stato alquanto spinoso e i risultati quasi nulli.

La Merkel ha “incassato” l’appoggio alla NATO, ma Trump ha ripetuto ostinatamente la cantilena della condivisione dei costi. Sugli scambi commerciali, non mi sembra che la Cancelliera abbia segnato alcun passo in avanti. Su Ucraina, Russia, rapporti con Putin, mutismo assoluto.

Insomma, è più che legittimo dedurne che i due non si sono capiti, non si sono amati e temo che questo stato di cose continuerà. Naturalmente, la Markel ha troppa prudenza (e la Germania troppo bisogno degli Stati Uniti ) perché il dissenso sfugga al controllo. Ma dall’altra parte abbiamo a che fare con una vera e propria mina vagante: capirà che, nel mondo multipolare in cui viviamo, la Germania e l’insieme dell’Europa sono alleati preziosi, senza dei quali gli stessi Stati Uniti si ritroverebbero indeboliti?

La  Cancelliera può trarre un buon reddito politico di breve termine, se non si mostra tenera col Presidente, perché Trump è impopolarissimo in un Paese in cui a settembre ci saranno Elezioni politiche, con la Merkel candidata al quarto mandato. E il peso della Germania in Europa, già molto grande, non potrà che accrescersi se Berlino apparirà come capace e volenterosa di tener testa a Washington in difesa dei valori e degli interessi europei, di fronte a un Presidente USA che, per la prima volta nella storia del dopoguerra, minaccia le fondamenta dell’amicizia transatlantica e si professa un nemico dichiarato di quella integrazione europea che resta per tutti noi la sola speranza di continuare a esistere e pesare in un mondo di giganti che, guardiamo in faccia la realtà, non ci è favorevole né amico.

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