Una Legge contro le microplastiche

Alcune domeniche fa, era la Giornata Mondiale dell’Ambiente, mi trovavo in una località balneare del sud del Lazio nota fin dall’antichità, che ho la fortuna di frequentare da quando ero un bambino. Di primo mattino, scendendo in spiaggia, ho visto dall’alto il mare attraversato da lunghissime bande argentee, che sulle prime ho interpretato come macchie oleose. Giunto in spiaggia però, e fatti pochi passi in acqua, mi sono accorto che nell’acqua limpida si trovava un’infinità di frammenti di plastica allineati dalla corrente. Lungo le scie di plastica, la corrente aveva ammassato intorno ai frammenti piccole quantità di alghe: e branchi di piccoli pesci, centinaia di cefali appena nati e ignari del pericolo, pasteggiavano in mezzo a quei rifiuti, chissà quanto evitandoli e quanto no. Deve accadere proprio così, mi sono detto, attorno alle isole galleggianti di plastica del Pacifico, dell’Atlantico e del Mediterraneo: attraverso l’alimentazione dei pesci, la plastica entra nel ciclo biologico e finiamo per mangiarla anche noi.

L’invasione di plastica sulle coste italiane è un fenomeno purtroppo diffuso, attribuito a volte ad una ‘gestione creativa’ della raccolta differenziata. Ma la plastica finisce in mare anche per vie legali: come quella, particolarmente insidiosa, che è contenuta nei cosmetici. E’ proprio la ‘microplastica’, quella dei prodotti di bellezza come quella prodotta dalla frammentazione di buste e imballi vari, a finire in bocca ai pesci e infine sulle nostre tavole, come ha denunciato la campagna 2016 di Marevivo “Mare Mostro”. Per questo, la messa al bando di questo ‘ingrediente’ di trucchi e maschere è strategica per l’uomo e per l’ambiente. Addirittura, creme, scrub, bagnoschiuma, dentifrici, maschere, rossetti e schiume da barba ne possono essere composti fino al novanta per cento, e nella sola Europa nel 2013 per i cosmetici ne sono state usate cinquemila tonnellate, finite in gran parte in mare: a spiegarlo è Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente della Camera, che ha firmato una proposta di legge per la messa al bando delle microplastiche nei cosmetici. La proposta di legge è stata sottoscritta da quaranta deputati di gruppi politici sia di maggioranza che di opposizione, e prevede che dal 1° gennaio 2019 sia vietato produrre e mettere in commercio cosmetici contenenti microplastiche, con multe salate per i trasgressori. Ora la proposta andrà esaminata, in primis dalle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera, e se son rose, fioriranno.

Ogni anno, ricorda l’ONU, su duecentonovanta milioni di tonnellate di plastica prodotte, otto milioni finiscono in mare. Quella domenica, con l’aiuto di altri bagnanti ne ho raccolta col retino qualche chilo, riempiendo fino all’orlo due sacchi da settanta litri: affidati, naturalmente, alla locale raccolta differenziata. Persone si fermavano a parlare, bambini portavano plastica con le mani, e tutti stigmatizzavano i comportamenti criminosi che inquinano il nostro mare. Le persone non sono insensibili, alla gente il mare piace pulito, e quanto ai componenti dei cosmetici, come è stato per quelli dei sacchetti della spesa, componenti alternativi si possono trovare. Perciò: andiamo avanti.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore cura un Blog dedicato ai temi trattati nei suoi articoli]

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