Tunnel del Gottardo, Europa

Di solito sono le cattive notizie a primeggiare. Ma lo scorso 1 giugno ne è venuta finalmente una meravigliosa: l’inaugurazione del nuovo tunnel ferroviario del Gottardo. Tutto in quell’opera impressiona e commuove. È il tunnel più lungo del mondo (57,1 km) e il più profondo. Ha  comportato più di quindici anni di lavoro, e la rimozione di oltre 12 milioni di tonnellate di roccia, è costato 12 miliardi di euro, tutti finanziati dalla Svizzera. Permetterà il passaggio di 200-250 treni al giorno, moltiplicando le possibilità di transito di merci tra Svizzera e Italia.

Ma due dati dovrebbero far riflettere in particolare noi italiani: è stato completato con un anno di anticipo e, per finanziarlo, è stata utilizzata una tassa speciale che il popolo svizzero ha approvato per referendum. Sembra di sognare! E noi che non riusciamo a portare speditamente avanti la TAV, che siamo di anni in ritardo sulla Salerno-Reggio Calabria e chissà su quante altre opere pubbliche utili, che parliamo da quindici anni a vanvera del Ponte sullo Stretto e non abbiamo neppure cominciato a pensare di realizzarlo, che non riusciamo a varare un piano serio e completo di sistemazione del territorio! Renzi spesso si innervosisce e si lamenta dei ritardi, dovuti alla soffocante presa di certa burocrazia, di buona parte della Giustizia e di fanatici ambientalisti (vadano a studiare in Svizzera, il popolo europeo che più seriamente protegge l’ambiente!). Capisco la sua rabbia ma lui in questo momento è al comando, ha in mano Governo e maggioranza parlamentare, giustifichi anche per questa strada il “sì” che chiede nel referendum di ottobre anche a titolo di plebiscito sulla sua persona. Parlando mercoledì sera a Virus, ha ricordato che la spesa per opere pubbliche, che era scesa nei Governi Monti e Letta a 20 miliardi l’anno, è risalita con lui a 30 miliardi. Sono pochi, se si considerano le decine di miliardi accantonati e non spesi, per non parlare di quelli resi disponibili dall’Europa, il cui non uso contribuisce a rallentare la ripresa. Alla fin fine, così come ricorre ai voti di fiducia per accelerare alcune leggi in Parlamento, il Premier  faccia uso di Decreti d’urgenza per rimettere in moto opere che rilancerebbero l’economia e l’innovazione, dimostrando al mondo e a noi stessi che l’Italia che seppe costruire l’Autostrada del Sole è ancora e sempre capace di imprese da Titano.

All’inaugurazione del tunnel erano presenti, assieme al Presidente svizzero, la Merkel, Hollande e Renzi. L’opera infatti, al di là di Svizzera e Italia, unisce un’ampia zona del Nord con il Sud dell’Europa e il Mediterraneo (un invito alle nostre Autorità: sbrighiamoci ad adeguare le strutture in territorio italiano!). E tutti hanno messo in rilievo quanto l’opera, voluta e realizzata da un Paese che non è neppure membro dell’Unione Europeo, ma è nel cuore del Continente, sia un simbolo della libera circolazione in Europa e una smentita a quanti vogliono alzare nuovi muri tra di noi.  Hanno ragione: dalla piccola-grande Svizzera è venuta il 1 giugno una doppia lezione. La vecchia Europa, troppo facilmente data in giro per morta o morente, è ancora viva e vitale e capace di realizzare opere gigantesche e di altissima complessità tecnica (non è forse casuale che un altro esempio dell’eccellenza europea, il CERN, stia a Ginevra); e c’è chi, contro venti e maree, lavora concretamente per unire sempre di più i popoli del Continente.

Che schiaffo ai vari vermetti che da noi e altrove blaterano contro l’Europa e vorrebbero distruggere tutto quello che è stato costruito in più di sessant’anni! E magari immaginano, ai due estremi delle nuove vie di comunicazioni, il ritorno delle vecchie dogane, dei  gendarmi con l’elmo chiodato! Per dire a ogni cittadino europeo: resta a casa tua, non hai il diritto di muoverti in un Continente che non è più tuo! Dimentica l’Europa, riscopriti sciovinista, intollerante, se occorre razzista!

Per questo il 1 giugno – rallegrato dalle splendide coreografie organizzate dagli Svizzeri – è stato per me e per chiunque crede nell’Europa un giorno di gioia. Uno dei pochi, ma che ne compensa molti altri irritanti e tristi.

©Futuro Europa®

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