Brigata Kalimera, la resa dei conti

Qualcuno, vedi Pippo Civati, aveva preferito restare prudentemente a casa, ma un gruppo numeroso di politici italiani, uniti solamente dall’ideologia anti-euro, si era recato ad Atene nella speranza che il risultato del referendum del 5 luglio potesse segnare l’inizio di una nuova era per la Grecia e per tutta l’Europa. Nel gruppo spiccavano i deputati Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre, Nichi Vendola ed il suo stato maggiore, nonché una nutrita schiera del Movimento 5 Stelle, capeggiata dal lìder maximo Beppe Grillo. Sappiamo come è finita. Al tripudio di bandiere che festeggiavano la vittoria del fronte del NO, è seguita la bruciante delusione del giorno dopo.

Anche l’apparente unità della “Brigata Kalimera” si è rapidamente sfaldata. I commenti e le reazioni a caldo ai termini dell’accordo tra la Grecia e l’UE, riflettono tutta l’eterogeneità del nostro populismo anti- europeo ed anti-tedesco. Il fronte dei delusi da Alexis Tsipras è spezzato e va dalla Sinistra radicale alla Lega (Matteo Salvini si era unito in spirito, senza partecipare alla spedizione). Grillo ha parlato di “colpo di stato”, mentre Vendola ha rapidamente ammesso: “si tratta di una sconfitta netta, inutile mascherarla”. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, che fino a poco tempo fa festeggiava la vittoria del referendum a piazza Syntagma, ha fatto considerazioni ancora più emotive: “Tsipras? Ha tradito il referendum e anche la democrazia”.

Altri lo difendono. Tra questi, ci sono alcuni esponenti di Sel, Rifondazione, Altra Europa e moderati vari. C’è chi lo dipinge come un diabolico Machiavelli, che alla fine otterrà la riduzione del debito, chi, come Stefano Fassina, conclude che, considerati i termini durissimi dell’accordo raggiunto, sarebbe stato preferibile che la delegazione greca avesse accettato l’opzione proposta dal ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schäuble, sull’uscita della Grecia dalla moneta unica.

Infine vi è Flavio Tosi, leader della Liga Veneta, che partendo da un commento di Massimiliano Fedriga, capogruppo del Carroccio alla Camera, afferma: “Ha ragione l’on. Fedriga quando dice che, dopo l’intesa raggiunta a Bruxelles, Tsipras ha perso ogni credibilità. Peccato però non si accorga che, con Tsipras, hanno perso ogni credibilità anche tutti coloro che, come il suo Segretario federale, propongono come soluzione d’ogni problema l’uscita dall’euro”.

Ad Atene una parte del popolo che ha votato per Tsipras sta esprimendo grande delusione per l’esito di questa battaglia. Ma il premier sembra ancora in sintonia con la stragrande maggioranza dei greci. Lo dicono i sondaggi, come quello della televisione privata Skai, secondo cui l’80% dell’elettorato sta ancora con lui.

Mentre il fronte anti-euro elaborava il lutto, il commento più lucido è sembrato arrivare, inaspettatamente, da Umberto Bossi, a cui la lontananza dalle leve del potere sembra aver fatto bene: “Questa crisi può anche essere un’occasione per rimettere a posto l’Europa, per rifare le sue regole”. Per lo storico leader della Lega, uscire dalla moneta unica non sarebbe una buona idea. “Il nord e le sue imprese ne uscirebbero distrutti”, ha affermato in un’intervista. Anche il resto d’Italia, aggiungiamo noi.

©Futuro Europa®

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