L’importanza di fare

Sono certo che dopo la prossima tornata elettorale regionale, il quadro politico italiano subirà importanti modifiche. Forze oggi disarticolate saranno costrette, per sopravvivere, a trovare un’unità d’intenti attraverso logici accorpamenti; realtà ritenute monolitiche subiranno scissioni inevitabili a destra, al centro come a sinistra. C’è però un elemento di fondo che, se tradito, impedirà un reale cambiamento: l’autorevolezza della politica.

Ormai è sempre più evidente che nel mondo, in Europa e soprattutto in Italia, i poteri forti, la finanza, l’economia, hanno preso il sopravvento sulla politica piegandola cinicamente ai propri indicibili interessi. Un obiettivo questo agevolato dalla crudele e inarrestabile globalizzazione.

Prendiamo il nostro Paese. Il continuo attacco da parte dei mezzi d’informazione, controllati dai poteri forti, che paragonano in blocco la classe dirigente a una “casta” dedita solo a salvaguardare i propri privilegi, è un esempio di come ormai le istituzioni non godano più di alcun rispetto e si lasci spazio a interessi inconfessabili non certo a favore dei più bisognosi.

E’ ovvio che una parte dell’attuale classe dirigente faccia di tutto per agevolare questa visione certamente non esaltante. Ma le conseguenze di tale modo di rappresentare la realtà impediscono di immaginare un’azione di Governo adeguata alla soluzione dei problemi che abbiamo di fronte perché manca la collaborazione dei protagonisti della società, sempre più sfiduciati e allergici alla novità. Una mancanza di autorevolezza che non ci consente, dopo tre anni, di riportare a casa i due Marò ingiustamente prigionieri in India; che ci vieta, pur avendo il ministro degli Esteri europeo, di partecipare alle trattative internazionali condotte da Hollande e la Merkel; che non ha prodotto nulla nel corso della nostra presidenza dell’Ue; che ci impedisce di imporre alle banche una effettiva riapertura del credito alle famiglie e alle imprese. Lo stesso vale per questa nostra Europa unita realmente solo dalla moneta unica più che dalla vera politica.

Noi Popolari per l’Italia poniamo al primo posto dei nostri obiettivi questa volontà di ripresa dell’autorevolezza e della credibilità dei partiti, delle istituzioni, quale condizione per una ripresa del Paese. Quell’autorevolezza, quella credibilità, che ha caratterizzato i padri fondatori della democrazia in Italia che consentirono il benessere dei cittadini all’indomani delle macerie della Seconda Guerra Mondiale.

In tal senso, come partito, privilegiamo quadri locali nuovi, giovani e non, professionalmente capaci d’interpretare i bisogni della società in cui vivono e in grado di battersi con coraggio, valori, ideali e principi non assoggettati al profitto, all’ansia di arricchimento personale, a una visione semplicemente carrieristica della politica.

Alla luce di queste condizioni siamo pronti a trovare intese comuni, percorsi omogenei, con chiunque sia disponibile a battersi per un nuovo rinascimento dell’Italia. E a quanti ci ritengono attualmente una piccola e semplice forza politica, ricordo un pensiero di Gandhi: “Qualsiasi cosa tu faccia, sarà insignificante, ma è molto importante che tu la faccia”.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è Vicepresidente nazionale dei Popolari per l’Italia e Membro del Bureau PPE a Bruxelles]

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