Bestiario nazionale

Un’importante rivista italiana pubblica ogni settimana una rubrica con la lista (temo incompleta) delle maggiori stupidaggini dette dai nostri politici. È una specie di “bestiario nazionale” che farebbe ridere se non facesse rabbrividire, al pensiero che i suoi protagonisti sono persone che partecipano in diretta alla nostra vita pubblica, dovrebbero essere modelli di moderazione e di buon senso, e invece paiono impegnati in una gara a chi la spara più grossa. A suo tempo, questa era una prerogativa di Berlusconi (ricordate il libriccino Berlusconnades pubblicato da alcuni giornalisti francesi e al quale ho spesso fatto allusione?). Ora, però, ha trovato emuli che lo superano di molto e ce lo fanno quasi rimpiangere.

Ospite abituale della rubrica è un certo senatore Razzi, di Forza Italia, un vero peso massimo della sciocchezza, uso ad un turpiloquio da bettola ma anche ad  uno sconcertante candore; giustifica la sua posizione contraria allo scioglimento delle Camere con un argomento nobilissimo: “Ho famiglia. Che faccio, non posso mica rimanere disoccupato a 60 anni!”. Ma il campione assoluto è senz’altro Beppe Grillo. Non stiamo a ricordare tutte le bestialità che ha detto in questi anni, tutte da Guinness dei primati. Limitiamoci all’ultima (testuale, dal suo blog): “La mafia è stata corrotta dalla finanza; prima non metteva bombe nei musei e non dissolveva bambini nell’acido; aveva un suo codice d’onore!” Bravo, cento e Lode! Cari, poveri, romantici, in fondo onorati mafiosi corrotti da Passera! Raccapricciante è anche la polemica apertasi tra di lui e il Presidente della Regione siciliana, Crocetta (ma non governava con l’appoggio dei grillini?). Grillo: “Crocetta non si sa cosa sia, da nessun punto di vista. Ma non voglio entrare in particolari nauseabondi“ (NdA:  una deputatessa della Lega, più esplicitamente, ha chiamato il Presidente siciliano “Frocetta”). E Crocetta, di rimando: “Grillo è un barbaro che cerca i voti della mafia, è xenofobo e razzista, insulta le persone anche per le loro scelte individuali”. Niente male! Apro una parentesi: è ovvio che le “scelte individuali” riguardano solo chi le pratica; a me danno però un poco fastidio quelli che ne fanno una specie di tiolo di merito.

Nella categoria “pesi massimi” va messo di diritto anche un recidivo cronico, l’ineffabile Mario Borghezio, leghista a diciotto carati (uno che fa apparire Calderoli e Salvini moderati gentiluomini inglesi): “Hitler io lo considero un artista; ha fatto meno danni della Merkel” (mica tanto strana, una bestialità così monumentale, da  uno che pensa che l’Olocausto è un’esagerazione degli ebrei e che gli immigrati musulmani andrebbero sterilizzati). Una domanda mi turba:  ma chi li vota, questi insensati? E perché ci tocca pagare loro fior di stipendi?

E come non includere tra gli insensati, almeno a titolo transitorio, la signora Camusso?: “Renzi lo hanno messo lì i poteri forti”. Ma non era stata eletto segretario nelle primarie del  PD (cioè dal partito a cui si suppone la signora aderisca) da milioni di elettori? Non ha vinto le elezioni europee? Io, poi, questa storia dei poteri forti è una vita che cerco di capire chi sono: Mediobanca? Confindustria? La CIA? (fatto il debito accertamento, pare che la signora si riferisse a una frase dell’AD della Fiat-Chrisler, Marchionne, che tra tante doti non ha quella del silenzio). E mi chiedo, perplesso e pensoso: ma qual è la strategia della Camusso e dell’intera CGIL? Non capiscono che, se riuscissero a far cadere Renzi, al potere non ci andrebbe, non Fassina, né Vendola ma, con ogni probabilità, Berlusconi?

Nella categoria “insopportabile leggerezza dell’essere” metterei poi  l’ex-segretario dei DS, Achille Occhetto. È un personaggio per il quale confesso di nutrire una carta tenerezza. Lo ricevetti vent’anni fa alla NATO, mi toccò rassicurarlo e consolarlo (capitò alla NATO il giorno in cui caccia alleati abbatterono aerei serbo-bosniaci; Occhetto quasi sveniva dall’apprensione e si rifece un po’ solo quando gli dicemmo che la TASS non aveva criticato l’operazione, che tra l’altro rispondeva a una risoluzione delle Nazioni Unite). Tornò anche in seguito al Quartier Generale dell’Alleanza,  dove fece un discorso inintelligibile, confondendo più volte la NATO e l’ONU. Mi parve sempre di buona fede ma di una disarmante sprovvedutezza, degno però di rispetto per la sua sofferta “svolta della Bolognina”. Ora, in un’intervista a La Repubblica, ha  sentenziato che quella  svolta “è stata tradita” (ma non sarebbe decente che chi è stato regolarmente battuto se ne stesse zitto e buono?). Tutta l’intervista è una serie di accuse ai suoi successori, visti come uno più opportunista e preoccupato del potere dell’altro (dopo vent’anni, si è tolto vari sassolini dalle scarpe, il buon Achille: la vendetta è un piatto che si mangia freddo!); ma la perla è questa: dal comunismo, a suo avviso, si doveva uscire “da sinistra”. Da sinistra? Cosa c’era, cosa c’è, a sinistra del comunismo? Trotzki? La Rivoluzione permanente? Fidel Castro? Chavez? Nicki Vendola? Le reti sociali? Hezbollah? Ma non si è accorto che quel tipo di sinistra è  morto e sepolto dappertutto nelle macerie del “socialismo reale”, salvo che da noi dove però è, per fortuna,  minoritario? Non ricorda la sonora batosta che prese la sua “gioiosa macchina da guerra” armata con slogan di quella sinistra, per mano di un Berlusconi che proclamava una crociata liberale (mai realizzata, ma questa è un’altra storia)? Il comunismo aggirato “da sinistra”. Roba da far fremere tutto l’antico Politburo! Storia antica, fritta e rifritta. Del resto, volete sapere come si chiama il giornalista che intervistava Occhetto: Concetto Vecchio. Pare fatto apposta!

Infine, parliamo del camerata Gasparri, non nuovo al bestiario nazionale. La professoressa Sandulli ha ritirato, per ragioni che non condivido ma che tuttavia la onorano, la sua candidatura a Giudice della Corte Costituzionale (con molto dispiacere di chi, come me, venerava suo padre Aldo Sandulli come grande costituzionalista e maestro di civismo e ammirava lei come degna continuatrice). E l’ometto ha subito crepitato: “Avete visto? Si era permessa di parlar male di Forza Italia? Archiviata!”.

Ma quando ci decideremo ad archiviare i vari ometti che rendono farsesca una parte della nostra vita pubblica?

©Futuro Europa®

Print Friendly, PDF & Email
Condividi

Sii il primo a commentare su "Bestiario nazionale"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo mail non sarà pubblicato


*