UE, stop ai negoziati con la Turchia

Il voto del Parlamento europeo su congelamento negoziati per noi non ha nessun valore“. Queste le parole pronunciate dal Presidente turco a seguito del voto del Parlamento Europeo, lo scorso 24 novembre. Con 479 voti a favore (solo 37 i contrari, più 107 astensioni), il Parlamento europeo ha votato una risoluzione tesa a congelare le trattative con Recep Erdogan, accusato di aver preso “misure sproporzionate di repressione» dopo il fallito golpe del 15 luglio e di violare sia la Costituzione turca sia «i valori fondamentali dell’ Unione Europea”.

Alle sue sprezzanti parole Erdogan ha aggiunto la rinnovata accusa alla UE per un presunto sostegno ai “terroristi” di Fethullah Gulen e del Pkk curdo. “Abbiamo chiarito più e più volte che teniamo ai valori europei più di molti Paesi dell’Ue, ma non abbiamo visto un sostegno concreto dagli amici occidentali, e nessuna delle promesse è stata mantenuta nei confronti della Turchia.”. Il voto del Parlamento UE non comporta nell’immediato effetti pratici, essendo solo consultivo, ma i risvolti politici sono forti ed evidenti e non possono essere ignorati. Alla diatriba che si trascina da tempo sulla liberalizzazione dei visti per i  cittadini turchi, che secondo Bruxelles non può essere concessa senza una modifica dell’attuale normativa antiterrorismo turca, si sono ora aggiunti i 125.000 arresti e licenziamenti tra militari, insegnanti, magistrati, giornalisti e leader della minoranza curda.

La risoluzione si basa sull’art.5 del quadro negoziale con Ankara, nel comma in cui si dichiara che “la Commissione europea, in caso di violazione grave e persistente da parte della Turchia dei principi di libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto su cui si fonda l’Unione, di sua iniziativa o su richiesta di un terzo degli Stati membri, raccomanderà di sospendere i negoziati e proporrà le condizioni per la loro eventuale ripresa”. L’Europarlamento ha anche ammonito Erdogan a non ripristinare la pena di morte come minacciato, questo precluderebbe qualsiasi progresso nel processo di adesione della Turchia alla UE. Anche il Financial Times ha ricordato come fino a cinque anni fa il partenariato tra Bruxelles e la Turchia fosse considerata l’esempio di una convivenza tra occidente ed islam, ma la politica di Erdogna ed Yldirim ha di fatto portato la il paese verso una deriva autocratica incompatibile con i valori europei.

Anche per evitare il referendum paventato da Erdogan sull’adesione alla UE e quindi una Turkexit, perfino Angela Merkel, fra l’altro esiste una forte comunità turca in Germania, ha sostenuto che “dobbiamo mantenere aperto il dialogo con la Turchia, ma ciò non esclude il fatto che si debba parlare chiaramente dello sviluppo di eventi allarmanti in quel Paese.”  ha precisato. Si è aggiunta ai possibilisti Mrs. Pesc, Federica Mogherini, dopo le sue aperture nei confronti di Putin non ha mancato di porgere un ramoscello di ulivo anche ad Erdogan, una evidente disponibilità verso i dittatori. La stessa attende la riunione  del Consiglio dei capi di governo, in programma a Bruxelles il 15 e 16 dicembre prossimi, nel frattempo ha dichiarato “Il nostro lavoro andrà avanti in tutti i campi in maniera costruttiva, dalla liberalizzazione dei visti all’unione doganale. Sosterremmo la Turchia nel suo sforzo di accogliere un alto numero di rifugiati siriani, concentrandoci in particolare sull’educazione dei bambini”.

Questo perché non bisogna dimenticare il pacchetto di contributi in ballo tra UE e Turchia per gestire l’arrivo dei migranti, si tratta di 6 miliardi di euro che i Ventotto accettarono di versare nelle casse di Erdogan nel quadro di un accordo generale sulla via dell’adesione turca alla UE. “Se l’Occidente chiama qualcuno dittatore, per me è una brava persona” è stata la singolare dichiarazione del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, esaltando anche il nuovo presidente eletto Usa, Donald Trump, criticando chi in “America ha iniziato a chiamarlo dittatore. Perché non rispettate i risultati delle urne?“, si è chiesto Erdogan.

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