Nido di Aquile

Catanzaro – Lo scorso lunedì presso il Complesso monumentale del San Giovanni l’esordiente scrittrice Emanuela Costanzo, studentessa della facoltà di Giurisprudenza, ha presentato davanti ad una numerosa platea il suo libro Nido di Aquile, edito da la rondine. Il libro racconta la storia della città di Catanzaro dalle origini all’Unità d’Italia, resa fruibile e di piacevole lettura grazie alle vicende romanzate di due fratelli che vengono incaricati dalla loro maestra di svolgere una ricerca relativa alla storia di Catanzaro senza l’ausilio di internet.

L’input della maestra darà vita ad una serie di avventure che coinvolgeranno i due fratelli durante le ricerche, ciò renderà la trama sempre più interessante, soprattutto nel momento in cui la città si troverà a dover fronteggiare la sparizione della statua del Cavatore (monumentale scultura di uomo che scava la roccia scolpita nella seconda metà del Novecento dall’artista calabrese Giuseppe Rito), simbolo del duro lavoro dei catanzaresi nell’affrontare i disagi di una terra povera e una natura difficile da gestire.

La presentazione è stata organizzata dall’associazione Gutemberg Calabria (fiera del libro e della multimedialità) che, da molti anni, si prefigge la missione di rianimare l’animo culturale dei calabresi attraverso dibattiti, proiezioni cinematografiche e incontri letterari. Annamaria Reda, socia del Gutemberg, ha avuto il compito di introdurre il testo e la giovane scrittrice al pubblico, oltre a tessere le lodi di Emanuela augurandole un lungo e fruttuoso avvenire, ha anche ricordato quanto sia necessario ed importante per la città di Catanzaro, e la Calabria in generale, riscoprire il valore e il potere della cultura, non solo come risorsa economica, ma soprattutto come risorsa intellettuale e presupposto per l’aggregazione sociale.

NidodiAquile . CatanzaroPiù pungente l’intervento di Maria Teresa La Vitola, anche essa socia del Gutemberg, che ha dato una bella strigliata ai catanzaresi cercando di far leva sul loro orgoglio d’appartenenza e risvegliare la volontà di riappropriarsi del ruolo attivo di cittadinanza riallacciandosi alle recenti parole di Eugenio Scalfari in un suo articolo su La Repubblica che, facendo riferimento all’articolo di Ernesto Galli della Loggia, sosteneva come il Meridione fosse una “terra dove vegetano milioni di persone per bene, ma sono come anime morte: il potere ce l’hanno i truffatori e i capi delle clientele”.

L’ultimo intervento, che ha preceduto quello della scrittrice, è quello di un giovane studente della facoltà di Giurisprudenza di Catanzaro, Rocco Scicchitano, che agganciandosi al tema del libro ha presentato una interessane ricerca svolta sui luoghi della città di Catanzaro, riscoprendo quali erano le sedi del quartiere ebraico e della Giudecca, ricerca che ha permesso di comprendere quanto importante fu per i catanzaresi l’intervento economico, anche se a costi usurai, degli ebrei nel commercio della seta catanzarese, un tempo diffuso in tutto il mondo.

A conclusione della serata Emanuela Costanzo ha condiviso con il pubblico la genesi del romanzo, la volontà di scrivere dice era da tempo nell’aria, ma si è manifestata con forza al suo rientro dall’Erasmus. Sentiva la necessità di fare qualcosa di positivo per la propria città e l’occasione si presenta con il colloquio con l’editore de la rondine, che le propone di scrivere sulla storia di Catanzaro dalle origini ai giorni nostri. Così come i protagonisti della sua vicenda, l’entusiasta Emanuela inizia le ricerche che la portano a scoprire una storia dimenticata da tutti e un passato glorioso della sua città. Ma il materiale, spesso difficile da reperire e verificare, è risultato imponente tanto da condurla ad una sofferta decisione: fermare la ricerca all’Unità d’Italia, scelta dettata dalla volontà di voler trattare la storia della sua terra con la massima precisione, senza trascurare niente. L’autrice ci riferisce anche del suo desiderio di voler scrivere in futuro le successive tappe della storia catanzarese.

La serata, tra curiosità, domande e risposte, è stata intervallata due volte dall’intervento dell’attrice Romina Mazza della compagnia ACLI Nuova Scena, che si è cimentata nella lettura di alcune pagine del romanzo. La serata si è conclusa con l’intervento di Armando Vitale Presidente del Gutemberg, ex preside del Liceo classico Pasquale Galluppi, che tra ringraziamenti e auguri alla scrittrice ha anche lui voluto ricordare la missione dell’associazione, i progressi fatti in questi anni ed i progetti per il futuro.

©Futuro Europa®

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