Tra le tante immagini dei giorni scorsi (comprese quelle, sempre le stesse, dei nostri politici ripresi, non si sa bene perché, mentre camminano rapidamente – il video si ripete per settimane – e che sono solo lo specchio delle meschinerie di una politica provinciale), ce n’è una davvero storica: la foto del Ministro degli Esteri finlandese Haavisto mentre consegna al Segretario di Stato USA Blinken, alla presenza del Segretario Generale Stoltenberg, il documento di adesione del suo Paese alla NATO.
Una foto, per me vecchio e convinto atlantista, davvero storica. Da ora, la Finlandia, con i suoi 1300 km di confine con la Russia, è ufficialmente il trentunesimo membro della più grande alleanza della storia. Frutto, ovviamente, della paranoica insipienza di Putin. Voleva impedire l’allargamento della NATO e ha provocato l’entrata della Finlandia e, in prospettiva, della Svezia, due Paesi tradizionalmente neutrali, ma robusti e decisi a difendersi.
Nel febbraio dello scorso anno l’Alleanza ha confermato clamorosamente il suo carattere vitale per la sicurezza comune. Oggi questa importanza ha ricevuto un’ulteriore conferma e la struttura difensiva comune a nord si è rafforzata. Il Cremlino reagisce con rabbia impotente. Mi domando se qualcuno a Mosca rifletterà seriamente sugli errori dello zar.
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