UE, bilancio record per la Ricerca

Il Consiglio Europeo della ricerca (European Research Council – ERC), che è tra le principali organizzazioni europee ad occuparsi di finanziamenti per la ricerca di eccellenza e di frontiera, quest’anno ha destinato alla ricerca uno dei più cospicui importi complessivi di fondi mai messi in bilancio dalla sua istituzione nel 2007 ai nostri giorni.

Si tratta di ben 1,8 miliardi di euro di ammontare complessivo suddivisi nei vari bandi e sovvenzioni. Parallelamente anche i finanziamenti annuali destinati ai giovani ricercatori, con un’esperienza post-dottorato dai due ai sette anni, hanno avuto un innalzamento del Budget complessivo: sono quelle che sono chiamate sovvenzioni “Starting grants”. “Consolidator grants” ed “Advanced grants” sono quelle che invece rispettivamente hanno finanziamenti pari a 2 milioni e 2,5 milioni ciascuno. Per lo “Starting grants” il bando, che attualmente è aperto, chiuderà il prossimo 18 ottobre, il “Consolidator grants” aprirà il 20 ottobre e chiuderà il 9 febbraio 2017, mentre il bando per le sovvenzioni “Advanced grants” sarà aperto dal 16 maggio al 31 agosto 2017.

Nella società della conoscenza ciascun Paese è chiamato ad investire in Ricerca e Sviluppo promuovendo, nel contempo, politiche che tengano conto del contesto socio-economico a livello globale e che, trascendendo i bisogni immediati del contingente dei singoli, trovino soluzione alle problematiche interne dei vari Stati. Come Carlos Moedas, Commissario per la Ricerca, la Scienza e l’Innovazione, mette in evidenza “…la ricerca, l’innovazione sono i motori del progresso dell’Europa e gli strumenti principali da utilizzare per affrontare le nuove sfide oggi più difficili da gestire e risolvere: l’immigrazione, i cambiamenti climatici, l’energia pulita e società sane. Horizon 2020 sosterrà i migliori sforzi scientifici in Europa, facendo la differenza per la vita dei cittadini”.

Nelle sue priorità strategiche Horizon 2020 è aperto all’innovazione, aperto alla scienza, “aperto al mondo” come lo stesso Moedas lo definisce. La globalizzazione, l’uso sempre più diffuso delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione, i vari cambiamenti nelle metodologie nell’organizzazione del lavoro, l’interconnessione tra le economie e la velocità con cui si diffondono i cambiamenti hanno trasformato profondamente perfino la fisionomia dei diversi contesti sociali. E’ evidente, in questo senso, che l’impegno pubblico nel settore della ricerca diventa decisivo per raggiungere gli obiettivi generali di crescita e competitività economica di un Paese e dell’intera Europa, ampliando, nel contempo, le frontiere della conoscenza.

Ed è anche con questo tipo di finanziamenti che la Commissione Europea vuole rafforzare la competitività dei suoi Paesi membri con finanziamenti alla ricerca e innovazione di eccellenza nell’Unione in ambiti prioritari di azione, con l’obiettivo di valorizzare le esperienze provenienti dal territorio, sostenendo gli ambiti di eccellenze della ricerca italiana; trovare soluzioni adeguate ai principali problemi socioeconomici, migliorando la qualità di vita dei cittadini oltre alla qualità dei posti di lavoro; sostenere le attività delle imprese del nostro Paese che producono innovazione nei prodotti o servizi disponibili sul mercato e migliorando complessivamente il livello di produttività.

Sulla scorta di tutto questo, sul piano nazionale le priorità nelle aree di investimento scaturiscono dall’analisi della situazione attuale e dalle esigenze conoscitive dei diversi settori scientifici e tecnologici; dallo studio dei bisogni nazionali sulle principali tematiche di impatto sociale ed economico; dalla ricognizione delle interazioni virtuose sia passate che future tra le attività di ricerca e il sistema produttivo sia pregresse che in divenire.

Le novità del Programma di lavoro 2017 del CER sono principalmente relative all’utilizzo dei “dati aperti” per i quali i beneficiari delle sovvenzioni del CER devono prendere le misure idonee per garantire l’accesso aperto ai dati generati dal proprio progetto, salvo che, espressamente, decidano di non partecipare; alla “parità di genere” nel cui ambito si sottolinea l’obbligo per i beneficiari delle sovvenzioni del CER di adottare misure idonee a promuovere le pari opportunità perseguendo l’equilibrio di genere anche nei vari passi di realizzazione del proprio progetto; alla “valutazione della ricerca finanziata dal CER” per la quale il CER proseguirà nella sua analisi  qualitativa dei risultati scientifici dei progetti finanziati, rivolgendo particolare attenzione alle potenziali scoperte. Le sovvenzioni del CER sono sì cospicue, ma anche molto competitive (ricordiamo che sono concesse al 10-15% dei richiedenti).

I beneficiari possono utilizzare il denaro per assumere ricercatori e/o membri del gruppo di ricerca, coprendo il 100% dei costi diretti dei progetti di ricerca per un periodo massimo di cinque anni. I ricercatori che possono essere assunti accedendo a questo tipo di sovvenzioni possono essere provenienti da tutto il mondo, grazie anche ad Accordi internazionali siglati con gli interlocutori internazionali del CER e tra questi vi sono quelli firmati con gli Stati Uniti, la Corea del Sud, l’Argentina, la Cina, il Sudafrica e il Messico.

©Futuro Europa®

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