Primo turno Amministrative, i risultati

Se volessimo definire una chiara situazione politica dell’Italia analizzato il voto di domenica scorsa ci scontreremmo con una disomogeneità che lascerebbe aperti molti interrogativi. E difatti osservando quantomeno il voto nelle grandi città o nei capoluoghi di provincia, assistiamo ad intruglio di situazioni che chiariscono perfettamente la difficoltà politica che sta passando il nostro paese.

Partiamo dalla città che da sempre ha dettato il sentimento politico nazionale: Milano. Il capoluogo lombardo ha registrato un clamoroso e assolutamente inaspettato exploit di Forza Italia che con un abbondante 20%, ha dimostrato una forza ed un valore che nessun altro territorio possiede. Il risultato azzurro ha conseguentemente messo all’angolo la Lega di Salvini che, attestandosi intorno all’11%  conferma lo scarso appeal nella città meneghina. Dati contrastanti per tutta la Lombardia in generale che però vede una sostanziale tenuta del centrodestra soprattutto in quelle città che hanno riprodotto il “modello Lombardia” in cui la coalizione comprendeva anche NCD.

Roma. La città eterna non ha sostanzialmente tradito le attese con la candidata Grillina saldamente in testa e oltre dieci punti di distacco dall’esponente PD. Qui il centrodestra sfasciato da lotte intestine ha prodotto un pessimo risultato, anch’esso ampiamente pronosticato.

Di fatto però, oltre alla capitale, il movimento di Beppe Grillo ha prodotto scarsi risultati, andando al ballottaggio solo a Torino, ma mediamente ben lontani dai numeri delle Europee. Estremamente disomogeneo il risultato dei pentastellati che spesso hanno perso il primato di partito antisistema a favore della Lega filo lepenista di Salvini, mostrando un certo limite che ormai deve essere colmato da contenuti di altro livello.

Un approfondimento particolare invece va riservato al centrosinistra che si scopre avere diversi problemi da aggiustare. Il caso più eclatante è Napoli dove il civismo arancione, fallito a Milano, ha trovato nuova linfa, escludendo il partito del Premier dal turno di Ballottaggio, a favore del candidato del Centrodestra. Più in generale il PD sta compiendo un processo di epurazione della sinistra radicale, sempre più spesso avversaria dei Dem che però godono sostanzialmente di buona salute.

Di certo Renzi dovrà fare i conti con alcuni risultati (almeno per il primo turno) non del tutto entusiasmanti, soprattutto su asset politici abbastanza strategici (vedi Milano e Napoli), facendo così aumentare la stretta mediatica sul referendum di ottobre, vero banco di prova per la propria affermazione di leader.

In ogni caso il grande vincitore rimane sempre l’astensionismo differenziato. Se mediamente abbiamo affluenze superiori a molti paesi dell’Europa, al nord il calo è stato circa di dieci punti percentuali. Meno consistenti al sud che di fatto ha alzato la media nazionale portando il calo ad un sostenibile 5%.

Ora le prossime due settimane e il risultato del secondo turno diranno moltissimo sulla tenuta o meno degli equilibri, sia interni agli schieramenti che tra centrodestra e centrosinistra, facendo così presupporre significativi cambiamenti nei principali partiti protagonisti della vita politica nostrana.

©Futuro Europa®

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