Vienna, arte contemporanea al Palazzo d’Inverno

A Vienna il Palazzo d’Inverno del Principe Eugenio di Savoia finalmente aggiorna la propria collezione. È da oltre un secolo “Galleria d’Arte Moderna di Stato” e a breve diventerà location d’arte contemporanea, sotto la direzione e la curatela del Belvedere.

Si può andare sul sicuro quando si parla del Belvedere, che vanta collezioni di tutto rispetto ed è sempre stato capace di organizzare mostre di rilievo. Un’iniziativa del genere può solo rappresentare una svolta per la centralissima dimora di via Himmelpfortgasse.

Sia il Belvedere che il Palazzo d’Inverno sono stati edificati allo scopo di celebrare la ricchezza e l’onore derivati al Principe Eugenio (1663-1736) dall’incarico prestigioso che ricopriva. Egli ha combattuto per gli Asburgo da generale mercenario ottenendo raramente la sconfitta, in particolare nel 1683 ha respinto i turchi da Vienna, al fianco del re polacco Jan Sobieski.

In occasione del 350esimo anniversario della sua nascita verrà allestita un’esposizione dal Belvedere Superiore, a cui seguirà quindi la novità dal gusto contemporaneo prevista. Il momento per ricordare una figura che ha contribuito alla gloria dell’impero che si stava andando a formare è fonte d’impulso.

Non si trattava di un ignorante guerrafondaio qualsiasi, ma di un amante dell’architettura e di un attento collezionista di libri e quadri. Alla sua morte la sua ambita collezione di quadri è stata infatti acquistata da Carlo Emanuele III di Savoia ed è in parte esposta tutt’oggi nella Galleria Sabauda a Torino. Ha poi commissionato la costruzione di numerose residenze sfarzose tra l’Austria e l’Ungheria.

Cosa c’è di più sfarzoso e ridonante se non lo stile Barocco? I preziosi ori e il tripudio di decori e riccioli, che incorniciano e ricoprono le superfici fino al punto di risultare stomachevoli ed esagerati, da Roma giungono anche alla corte asburgica e perdono nei palazzi il ruolo iniziale preposto. Qui non testimoniano più in maniera stucchevole la potenza della Chiesa da riconquistare  facendo man forte alla Controriforma.

Le sale barocche si fanno contenitori di arte contemporanea, di una collezione permanente che metterà in dialogo artisti austriaci, come Erwin Wurm, Heimo Zobernig, Gerwald Rockenschaub, Markus Schinwald, e internazionali, quali  Damien Hirst, Jan Fabre, Takashi Murakami, Anselm Kiefer, Julian Schnabel, Gerhard Richter, Olafur Eliasson.

Le tele e le installazioni, in alcuni casi dalle tinte estremamente vivide, abiteranno ambienti un tempo adibiti a questioni diplomatiche. Figurano nomi illustri che ormai non mancano nelle collezioni d’arte contemporanea e che le rendono tutte similari; ci si augura che la sola ambientazione sia sufficiente a limitare l’omologante analogia.

Notizie in merito alla scelta precisa delle opere non circolano ancora. A ogni modo, ci si augura che nemmeno i migliori estimatori non vengano disillusi: molto probabilmente la selezione verrà attuata tra le opere più emblematiche e riconoscibili, secondo la consueta sicurezza dei “classici”.

© Futuro Europa

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