Da sudditi a cittadini

La critica moralistica alla politica è ormai uno sport nazionale. Lo esercitano gli editorialisti della carta stampata foraggiata a suon di milioni dallo Stato, i talk show con conduttori ben stipendiati dalle varie emittenti televisive, i grandi manager che intascano liquidazioni milionarie pur avendo portato sull’orlo del fallimento le aziende da loro gestite, i magistrati desiderosi in modo spasmodico di visibilità, eccetera.

Bene, ora tocca ai cittadini giocare un ruolo da protagonisti e non da sudditi: punire elettoralmente tutti coloro che negano loro il diritto di scegliere i parlamentari nazionali con il voto di preferenza come invece accade per quelli europei e per i consiglieri regionali, comunali e municipali.

Si dice: le preferenze comportano spese e quindi corruzione. Si tratta di un luogo comune che non trova riscontro nella realtà. Basti pensare che nessun eurodeputato, peraltro eletto con preferenze spesso superiori alle 100 mila unità, è coinvolto in reati di corruzione o concussione al contrario di molti parlamentari italiani nominati che, diversamente dalla tanto deprecata Prima Repubblica, ancora siedono nel Palazzo pur essendo oggetto di attenzione da parte della magistratura.

Si afferma poi che per ovviare alle liste bloccate bastano le primarie. È un’altra favola: questo sistema di scelta delle candidature non costa forse come una normale campagna elettorale? Il problema vero è che i comportamenti leciti o illeciti dei politici, al pari di quelli dei professionisti, degli imprenditori, dei dipendenti pubblici, degli operatori sanitari eccetera, dipendono dal grado di moralità dei singoli. Essere onesti è una qualità individuale sempre e ovunque. Se così è, allora diciamo fino in fondo la verità: c’è ancora qualcuno, Berlusconi e Forza Italia in primis, con un Renzi e una parte del Pd pronta a “cedere con fermezza”, che vuole mantenere il potere di scegliere di inviare al Parlamento uomini fidati del capo e non capaci o rappresentativi.

Se venisse finalmente introdotto il sistema delle preferenze, quanti degli attuali deputati o senatori verrebbero rieletti? Quanti rappresentanti istituzionali sono realmente in sintonia con i cittadini per i quali sono stati chiamati a governare? Onore dunque ai nominati che oggi con coraggio si battono per le preferenze. In realtà, purtroppo, a destra e a sinistra si privilegia il leaderismo che ha bisogno, per esercitare un potere indiscusso, di pretoriani obbedienti piuttosto che di menti pensanti.

Ecco dunque perché si dice che gli attuali politici sono lontani dai reali problemi della gente. Come poter confutare tale tesi? Si compia, come cittadini, come elettori, come protagonisti della nostra società, un salto culturale, un sussulto d’orgoglio, punendo nelle prossime consultazioni quanti hanno offeso i nostri diritti impedendoci di esercitarli appieno. Scegliere personalmente i rappresentanti del popolo è uno dei principali diritti della democrazia. Quella vera.

©Futuro Europa®

Potito Salatto 
 

[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]

 

 

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