Quali scenari per la Legge elettorale

A frenare l’avanzata del popolo del voto anticipato ci continua a pensare l’attuale legge elettorale ai più nota come “porcellum”.

Dopo il caos politico di inizio autunno ora il Governo Letta si trova a godere indirettamente di una certa stabilità data anche dalle incertezze sul destino dell’attuale legge elettorale. Sarà solo l’anno nuovo a svelare quale potrà essere il destino del governo del Paese, in quanto la sentenza della Corte Costituzionale, chiamata ad esprimersi sulla costituzionalità del porcellum, si avrà presumibilmente nel mese di dicembre. Da lì, considerando scontato il parere di incostituzionalità della Corte, comincerà l’eterna bagarre per definire le linee della nuova legge.

Letta sa quindi di poter contare su una certa compattezza nella maggioranza data proprio dall’impossibilità, almeno fino all’approvazione della nuova riforma elettorale e forse fino a tutto il semestre di presidenza italiana del consiglio europeo, di voto anticipato con l’attuale legge.

Oltre al dato prettamente tecnico, ossia una sentenza in attesa, vi è sicuramente un dato politico significativo. Oggi il paese è praticamente spezzato in tre: PD, PDL e M5S viaggiano indicativamente su percentuali simili che, in caso di voto anticipato, riproporrebbero lo stesso stallo istituzionale al Senato (frutto del premio di maggioranza su base regionale) costringendo ad un ulteriore accordo di larghe intese.

Ad oggi, Letta può contare su una forzosa solidità di coalizione che potrebbe permettergli di iniziare un percorso di riforme obbligatoriamente condiviso. Non solo. L’avvento del Semestre Europeo di presidenza italiana mette ulteriormente al riparo l’esecutivo da possibili colpi alla sua stabilità. Di certo, la riforma della legge elettorale verrà trattata con estrema velocità quando si renderà obbligata la sua trattazione e forse a far trovare l’intesa a PD e PDL ci penserà indirettamente proprio Beppe Grillo.

La spinta ad una accentuazione del sistema proporzionale, a svantaggio del maggioritario, che potrebbe favorire il Movimento e sul quale certamente daranno battaglia, porterà a trovare punti di convergenza tra i  due attuali partiti di maggioranza riducendo le frizioni che nel passato hanno già animato la discussione.

Resta chiaro che il mandato del nostro attuale  Premier resti vincolato alla realizzazione della nuova legge elettorale che dovrebbe portare il paese al voto prima della scadenza prefissata da Letta stesso.

La discussione in aula si preannuncia agguerrita su tutti i fronti, farà bene Letta a cogliere l’occasione di imporre decisioni seriamente riformatrici finché i tempi della politica glielo permetteranno.

©Futuro Europa®

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