Europa

Bulgaria in Eurozona da gennaio

A seguito dell’approvazione finale dell’Ecofin (Consiglio dei ministri delle finanze dell’UE) l’8 luglio 2025, la Bulgaria è ufficialmente confermata come ventunesimo Stato membro della zona euro a partire dal 1° gennaio 2026. La decisione segue i rapporti di convergenza del 4 giugno 2025, redatti dalla Commissione europea e dalla Banca centrale europea (BCE), che certificavano il pieno rispetto dei criteri di Maastricht: stabilità dei prezzi, finanze pubbliche sane, tassi d’interesse appropriati e stabilità del cambio tramite la partecipazione all’ERM II, dove il lev è monitorato sin dal 10 luglio 2020. Anche l’inflazione, una delle sfide maggiori, è stata contenuta, attestandosi al 2,7% su base annua ad aprile 2025, appena sotto la soglia richiesta del 2,8%. L’ingresso nell’euro rafforza l’ancoraggio della Bulgaria all’Occidente, in un momento in cui la stabilità regionale è cruciale.

Come ha sottolineato Ursula von der Leyen, “L’euro è un simbolo tangibile della forza e dell’unità europea. Grazie all’euro, l’economia bulgara diventerà più forte, con maggiori scambi commerciali, investimenti diretti esteri, accesso ai finanziamenti, posti di lavoro di qualità e redditi reali. L’euro porterà benefici ai cittadini e alle imprese bulgare.”.

Il cambio fisso tra lev ed euro è stabilito a 1 EUR = 1,95583 BGN, valore che sarà mantenuto anche al momento della conversione definitiva. A partire dall’8 agosto 2025 verrà attivato un periodo obbligatorio di “dual pricing”, con prezzi indicati sia in lev che in euro per almeno 12 mesi, al fine di garantire trasparenza e contrastare aumenti ingiustificati. Le nuove banconote e monete in euro saranno consegnate a banche e rivenditori già a dicembre 2025. A gennaio 2026 – il cosiddetto “€-day” – sia il lev che l’euro saranno accettati come valuta legale. Dal 1° febbraio 2026, solo l’euro rimarrà in corso, ma il cambio dei lev sarà gratuito presso le banche fino alla fine del 2026. Sono evidenti i vantaggi conseguenti alla Bulgaria dall’entrata nell’Eurozona, l’eliminazione del rischio di cambio e riduzione dei costi di conversione per imprese e viaggiatori; l’integrazione con i mercati più competitivi all’interno dell’UE. Minori tassi d’interesse su prestiti nazionali e aziendali, grazie all’accesso ai meccanismi dell’ECB. Questo dovrebbe supportare la crescita economica e l’attrazione di investimenti esteri.

Sofia acquisirà diritto di voto all’interno della Banca Centrale Europea, potendo partecipare alle decisioni di politica monetaria, rafforzando la sua influenza all’interno dell’Unione monetaria. Impatto sull’inflazione: alcuni esperti prevedono un lieve aumento dei prezzi (< 1 %) in scia al cambio di valuta, come avvenuto in Croazia. Per domarlo, il governo ha messo in campo controlli prezzi, hotline per consumatori e campagne. Come accade sempre in questi casi di cambiamento traumatico, l’opinione pubblica si è divisa, secondo vari sondaggi, tra il 50% e il 55% dei cittadini bulgari è contrario all’adozione dell’euro, temendo rincari e perdita di sovranità. Il sostegno aumenta invece tra le imprese (oltre il 60%) e nel Parlamento europeo. Partiti nazionalisti come Revivale Velichie hanno organizzato proteste, richiesto referendum e accusato le autorità di manipolazioni statistiche per forzare il passaggio all’euro. Restano da implementare forme strutturali ancora incompiute, soprattutto nel campo della lotta alla corruzione, efficienza amministrativa e rafforzamento dello stato di diritto, come segnalato dalla Commissione europea.

Le tappe del calendario: 10 luglio 2020 Ingresso nell’ERM II; 4 giugno 2025 Rapporti di convergenza positivi da BCE e Commissione; 8 luglio 2025 Via libera di Ecofin e Parlamento Europeo; 8 agosto 2025 Inizio periodo “dual pricing” lev/euro; Dicembre 2025; Distribuzione banconote e monete in euro; 1 gennaio 2026 Adozione ufficiale dell’euro; circolazione parallela a gennaio; 1 febbraio 2026 Solo euro legalmente valido, con cambio gratuito del lev fino a fine 2026.

L’ingresso della Bulgaria nella zona euro rappresenta un passo strategico verso più profonda integrazione europea e stabilità macroeconomica. I vantaggi economici di tassi più bassi ad attrazione di investimenti sono evidenti, ma la paura di rincari, la divisione pubblica e le tensioni politiche non vanno sottovalutate. Il governo e le istituzioni europee puntano su una gestione attenta della transizione: comunicazione chiara, controllo dei prezzi, e formazione istituzionale. Resta da vedere se l’euro porterà realmente maggiore prosperità e integrazione alle nuove certezze nei cittadini bulgari.

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