Open Data UE, libero accesso

I casi Wikileaks e Datagate hanno portato in primo piano l’importanza dei dati reperibili in rete, in questi casi l’ambito era focalizzato su dati che non avrebbero dovuto, o per altri invece avrebbero dovuto, vedere la luce. Ma quale può essere l’utilità e l’impatto della disponibilità di informazioni in modalità pubblica?

Tim Berners Lee, l’inventore di internet nel 1989, anni fa, su incarico dell’allora premier britannico Gordon Brown, preparò un progetto di apertura delle banche dati della pubblica amministrazione. Questo portò alla creazione di una forma di governo aperto che è oggi un esempio per tutti gli altri paesi. Il fulcro dell’open government sono i dati della PA liberamente disponibili, gli Open Data che lo Stato raccoglie e gestisce in nome e per conto dei cittadini.

Il portale Open Data dell’UE è il punto unico di accesso ai dati prodotti dalle istituzioni e da altri organi dell’Unione europea. Come recita la Open Knowledge Foundation, si definiscono dati aperti “se possono essere liberamente utilizzati, riutilizzati, con il solo obbligo di condividerli nelle stesse modalità”. Ne caso del portale Open-Data UE l’uso può avvenire collegandoli tramite link e ridistribuiti a fini commerciali o non commerciali. Il portale mira a promuovere l’uso innovativo di questi dati e ad accogliere le istanze degli utenti interessati agli open data dell’UE.

Avviato nel dicembre 2012 in modalità beta, il portale è stato formalmente istituito dalla Commissione con atto del 12 dicembre 2011 (2011/833/UE) e la gestione operativa del portale è affidata all’Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione europea. L’attuazione della politica in materia di dati aperti dell’UE spetta invece alla direzione generale “Reti di comunicazione, contenuti e tecnologie” della Commissione europea. Il portale consente a chiunque di cercare, esplorare, scaricare e riutilizzare facilmente i dati per qualunque fine tramite cataloghi comuni. Proprio attraverso questa catalogazione gli utenti accedono ai dati conservati sui siti web delle istituzioni, delle agenzie e degli altri organismi dell’UE.

La volontà del portale di interagire il più possibile con gli utenti e le caratteristiche aperte dei dati, fanno sì che gli stessi cittadini possono suggerire i dati che a loro avviso dovrebbero figurare sul portale mediante link, commentare la qualità degli stessi e condividere le esperienze con altri utenti. L’interfaccia è disponibile nelle 24 lingue ufficiali dell’UE, ma la maggior parte dei metadati sono attualmente forniti in un numero limitato di lingue (inglese, francese e tedesco). Tra i settori figurano l’economia, l’occupazione, le scienze, l’ambiente e l’istruzione. Finora circa 40 tra istituzioni, organismi o servizi dell’UE, compresa l’Eurostat e l’Agenzia per l’Ambiente, il Centro comune di ricerca e altre direzioni generali della Commissione europea e agenzie dell’UE hanno messo a disposizione alcuni set di dati, per un totale di oltre 6 500 set.

Per comprendere l’importanza di questo progetto, si consideri che secondo la Commissione Europea gli Open Data possono generare un fatturato di 40 miliardi annui, mentre secondo il rapporto “Open data: Unlocking innovation” del McKinsey Global Institute, il valore di questi archivi aperti ammonta a 3.000 miliardi annui.

©Futuro Europa®

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