Il Gran Diavolo

Sacha Naspini spicca il volo verso la grande editoria confermando tutte le previsioni. Luigi Bernardi – un uomo che ci manca molto – è stato il suo mentore (Naspini gli dedica il libro), portandolo dal Foglio Letterario a Perdisa, consigliandolo a Elliot e infine proponendolo a Rizzoli. Il suo nuovo lavoro (Il Gran Diavolo – Giovanni dalle Bande Nere, l’ultimo capitano di ventura, Rizzoli Editore) è un romanzo storico e non ci stupisce la novità tematica, perché Naspini ha talento da sceneggiatore e mostra capacità di scrittura sugli  argomenti più disparati. L’ingrato (Il Foglio) era una novella classica maremmana, I sassi (Il Foglio) un noir internazionale, I Cariolanti (Elliot) un lavoro vicino ad atmosfere horror, Le nostre assenze (Elliot) un doloroso romanzo di formazione, Cento per cento (PerdisaPop) un libro intervista sulla vita di un pugile, Noir Desire (PerdisaPop) un saggio narrativo sul famoso gruppo rock.

Sacha Naspini non è uno scrittore occasionale, ma è capace di imbastire romanzi caratterizzati per scrittura asciutta e dura, operando come un contaminatore dei generi. Naspini fa letteratura usando i generi, descrive caratteri ed emozioni, angosce umane e dubbi atroci, raccontando storie. Abbiamo avvicinato Sacha Naspini per due domande.

Perché un romanzo storico?

«È una mia passione, e da qualche parte doveva prima o poi trovare sfogo. Il “richiamo storico”, se così si può dire, permea quasi tutta la mia produzione: penso a I Cariolanti, Le nostre assenze, I sassi, L’ingrato. Raccontare la storia di Giovanni delle Bande Nere è stata comunque un’altra cosa. Ci spostiamo nel 1500, senza ganci con il presente. Una prova, soprattutto a livello di voce. Insomma, dovevo trovare la mia intonazione, sul narrato. E poi i dialoghi. Far parlare personaggi di cinque secoli fa rendendoli credibili e senza che risultino affettati, non è così semplice. Spero di esserci riuscito. Come spero che il romanzo di ambientazione storica resti nelle mie produzioni future; sembrerà strano, ma contribuisce a rendere più esatto il percorso che sento, come autore, sotto vari punti di vista.»

Come ti senti dopo il grande salto con Rizzoli?

«Sono curioso. È sicuramente un’occasione importante per raggiungere una nuova fascia di lettori. Per il momento, stiamo organizzando la promozione. Mi preparo a viaggiare un po’. E cerco di trovare il tempo per chiudere i romanzi nuovi».

©Futuro Europa®

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