Rassegna stampa estera

Rassegna della settimana costellata di parole come “razzismo”, “disoccupazione”, “corruzione” e “rifiuti tossici”. La Stampa Estera non riesce a vedere i “lati buoni” del nostro Paese, probabilmente per colpa nostra che non facciamo nulla per farli risaltare. Si è scritto molto degli atti di stalking, psicologico e non, alla Ministra Kyenge. Anche Matteo Renzi è stato la star della settimana per via del suo gran da farsi su legge elettorale e riforma del lavoro. Intanto, come sottolineano i giornali, i nostri cervelli continuano a fuggire all’estero. Di grande impatto l’articolo del tedesco di Spiegel , dove si racconta nei minimi dettagli la storia di Schiavone, del sistema di “smaltimento” dei rifiuti tossici e del coinvolgimento di alte cariche dello Stato. Una per tutte, il Presidente della Repubblica, allora Ministro degli Interni.

Philippe Ridet su Le Monde, racconta con la sua sempre brillante verve, di come stia il nostro Governo fronteggiando le pressanti richieste del Segretario del PD, Matteo Renzi, di cambiare la Legge Elettorale. Spiega le tre proposte (Mattarellum, sistema spagnolo e sistema a doppio turno) e le reazioni dei vari leader, facendo percepire che la confusione è grande, i paletti posti moltissimi, ma il tempo… molto poco. I “capricci” di Alfano, per Renzi non possono essere  superati che attraverso il dialogo con Berlusconi. Scrive Ridet:”Rimane a Renzi la soluzione di negoziare direttamente con Berlusconi, che ha in Parlamento la forza d’appoggio necessaria, anche se passata all’opposizione. I due uomini si sono già incontrati ad Arcore nel Dicembre del 2010. Questo incontro rimane come una macchia nella success story del nuovo Segretario del PD (…) In seno al PD, l’intenzione di Renzi di cenare con il diavolo non suscita solo incoraggiamenti (…) La data dell’incontro tra Renzi e Berlusconi, dato per probabile dalla stampa italiana, non è ancora stata fissata. Neanche il luogo. Suspence insostenibile. Nell’attesa l’Italia non ha più una legge elettorale. E gli italiani non hanno termini latini di cucina per battezzare quella che uscirà da questi calcoli e da queste partite di biliardo a tre o quattro sponde. Aiutiamoli nella misura dei nostri piccoli mezzi e conoscenze. Mattarellum rectificatum? Spagnolum revisitum? Renzium? Mannaggia! Come si dice bordel  in latino? Bordellum? (Philippe Ridet,  Renzi peut-il diner avec le diable meme avec une grande cuilliere?,Le Monde, 16 Gennaio 2014)

Altro tono assume l’articolo di Guy Dinmore sul Financial Tiems del 15 gennaio scorso. Il titolo è significativo: Matteo Renzi’s jobs plan faces political quagmire in Italy.Il problema per  il giornalista è il pantano politico che blocca l’Italia in qualsiasi suo movimento. “Per molti giovani italiani che finiscono gli studi e che si confrontano con un tasso di disoccupazione giovanile che è raddoppiata ed ha raggiunto il 40% dall’inizio della crisi finanziaria, la strada migliore per trovare un lavoro è quella di fare un biglietto di sola andata per l’estero (…) Enrico Letta, il Primo Ministro del centro-sinistra, dice che la disoccupazione, al 12,7% sul piano nazionale, il tasso più alto degli ultimi 30 anni, è il suo incubo maggiore. Matteo Renzi, il trentanovenne riformista sindaco di Firenze e neoeletto leader del PD, ha definito il suo Jobs Act  un ‘cambiamento radicale’ atto a scuotere il mercato del lavoro in Italia (…) La questione delle riforme in questo campo è per l’Italia molto controversa, al punto di diventare fatale (…) Nel 2002 le Brigate Rosse uccisero per questo il giuslavorista Marco Biagi”. Ma per Renzi questa non è la sola priorità. Dinmore spiega come il delicato lavoro di Renzi nei confronti della legge elettorale dimostri i suoi intenti di  andare alle elezioni prima del 2015. “La prima priorità di Renzi è la riforma elettorale. Ha anche preso le distanze da Letta e dalla sua volontà di fare un rimpasto di Governo, per avere le mani libere e spingere verso nuove elezioni prima della scadenza posta dal Primo Ministro nel 2015. In questo caso, il tanto decantato Jobs Act difficilmente prenderà vita in tempi brevi.” (…) (Guy Dinmore, Matteo Renzi’s jobs palns faces political quagmire in Italy, Financial Times, 15 Gennaio 2014)

Se AFP riporta in tono pragmatico come “il Governo italiano abbia dato il suo consenso di massima all’uso dell’esercito per lottare contro le mafie che hanno sotterrato per decenni tonnellate di rifiuti tossici tra Napoli e Caserta, in una zona ribattezzata ‘Il Triangolo della Morte’”. Il tedesco Spiegel (versione inglese on line) lancia un’accusa molto pesante alle nostre istituzioni. Walter May, autore del l’articolo Anger Rises in Italy over Toxic Waste Dumps from the Mafia,  racconta nei minimi dettagli  la storia della commistione tra mafie e business dei rifiuti, rifiuti che arrivavano anche dalla Germania, a camionate. Riporta la ‘testimonianza’ di Schiavone, i suoi ‘presagi’ di morte per cancro della popolazione campana, ma soprattutto le sue accuse alle istituzioni. “Sono passati più di 16 anni da quando Schiavone ha lanciato la sua profezia davanti alla commissione investigativa, e nulla è stato fatto. La rabbia è ora ai massimi livelli. Non solo perché i ricercatori avvalorano sempre più le tesi di Schiavone che potrebbe aver detto la verità. Ma anche perché numerosi dirigenti statali, di ogni livello, sapevano dei moniti lanciati da Schiavone dalla metà degli anni ’90 in poi, ignorandoli”. Tra questi ‘dirigenti’ figura il nome del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. (Walter Mayr, Anger Rises in Italy over Toxic Waste Dumps from the Mafia, Spiegel online, 16 Gennaio 2014)

Al Jazeera, The Indipendent, Sidney Morning Herald, The New Zeland Herald, sono solo alcune delle testate che hanno riportato a grandi titoli lo spregevole atto commesso da Gianluca Buonanno in Parlamento, nei confronti degli immigrati e di Cecile Kyenge.  Scrive Adam Withnall su The Indipendent: “Un membro del Parlamento italiano si è dipinto il volto di nero per sottolineare come, in Italia, bisogna essere più scuri per ottenere dei benefici dallo Stato (…) Buonanno ha criticato la politica di ‘benevolenza’ del Governo nei confronti del primo membro del Consiglio dei Ministri di colore, il Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge, definendola un ‘razzismo a senso inverso’.”  (Adam Withnall, Italian MP Gianluca Buonanno ‘blacks up’ to deliver racist anti-immigration rant in parliament chamber, The Indipendent, 16 gennaio 2014).

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