Un valore, al di là delle appartenenze

Stiamo vivendo l’ennesimo paradosso, per quanto indubbiamente intrigante, di questa stagione politica assai tumultuosa. Il salotto di Ballarò, nella scorsa puntata, ha visto sui sei ospiti in studio, cinque dare contro al governo ed uno sostenerlo. Parliamo di Cuperlo, Angeletti, Sallusti, Polito e Farinetti (eataly) da una parte e il ministro De Girolamo dall’altra. Insomma tutti i rappresentanti della maggioranza allargata (politica e culturale) che dovrebbe sostenere l’esecutivo lo incalzavano, mentre la sola rappresentante dello stesso lo difendeva.

Il particolare pericolosamente interessante è stato non identificare nell’azione di governo il tema del confronto, bensì la sua stessa natura e la conseguente perplessità di legittimazione. Per formazione e per cultura mi sono riparato nella Costituzione: nella sua prima parte, ove è scolpita non solo la storia nobile che abbiamo alle spalle, ma la parte migliore di noi, quell’orizzonte ideale e umano cui tendere ancora e costantemente. Proprio per completare quella fase di crescita e sviluppo sociale che i nostri padri costituenti immaginarono. Senza poterla datare nel tempo, attraverso tutti gli spunti di ispirazione liberal-democratica presenti nel testo.

È importante più che mai, mi sono detto, che per dare una via di fuga costruttiva e salvifica a questo indignitoso stallo, la discussione sulla riforma dell’ordinamento dello Stato, prenda maggiore incisività e priorità politica ed istituzionale, trasformandosi nell’occasione di una riflessione corale e serena su come l’organizzazione delle istituzioni debba creare le condizioni migliori per la concreta affermazione dei principi fondamentali in un tempo nuovo e proiettarne la forza profetica nei decenni che abbiamo di fronte.

Assume ancor più valore, politica e culturale, che il popolo che ama la Costituzione resti unito, senza fughe in avanti e strappi morali. Credo sia questo l’unico modo per dare forza alla fede in quei principi e valori, prenderli con entusiasmo, proiettarli nel futuro e nella vita quotidiana di milioni di cittadini. Dove siamo arrivati, oggi, e tutto ciò che qui ci ha condotto, deve darci la spinta di cambiare quel che è da cambiare per assomigliare un po’ di più a ciò che i padri costituenti avevano immaginato di noi.

©Futuro Europa®

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