Commissione Europea, nuovo regime IVA dal 2017?

L’attuale regime normativo europeo dell’IVA risale al 1993 e non tiene più il passo con i tempi, soprattutto ora che il commercio digitale transfrontaliero sta prendendo piede diventando anche uno dei target di primaria importanza per la Commissione Europea che vuole arrivare a creare il Mercato Unico Digitale entro il 2016.

Attualmente il divario tra le entrate dell’IVA previste e quelle effettivamente realizzate ha assunto un intollerabile divario di ben 170 miliardi di euro.  Proprio per questo la Commissione Europea ha annunciato di voler lanciare nel 2017 un piano d’azione per l’IVA, volto a modernizzare l’attuale sistema ed a renderlo più snello e su misura per le imprese. A parte i problemi che si vanno a creare nel riguardo del mercato digitale, le ricadute portano conseguenze importanti sul corretto funzionamento del mercato interno, considerando che l’IVA è una delle risorse più importanti dell’Unione, con una raccolta nel 2014 di quasi 1.000 miliardi di Euro, ovvero circa il 7% del PIL dell’UE.

L’attuale sistema lascia ampi spazi alle possibili frodi in quanto le operazioni interne e quelle transfrontaliere ricevono un trattamento fiscale differenziato, senza dimenticare tutte le operazioni che possono essere regolate in regime di esenzione dall’IVA. Gli ultimi dati stimano che le frodi transfrontaliere comportino una perdita di gettito IVA pari a 50 miliardi di euro all’anno. Per raggiungere l’obiettivo di limitare, se non eliminare, le frodi in questo settore, la Commissione intende muoversi concedendo maggiore autonomia agli Stati membri nella scelta delle aliquote, arrivando a creare uno spazio unico europeo dell’IVA, in cui le transazioni transfrontaliere si avvarrebbero egualmente del “principio della destinazione”, ovverossia continuerebbero ad essere tassate in base alle aliquote dello Stato membro di destinazione,  ma si andrebbe ad incidere sulla modalità di riscossione dell’imposta.

Attualmente la Commissione sta vagliando due diverse opzioni, mantenere l’aliquota normale minima del 15%, rivedendo l’elenco delle cessioni di beni e della prestazione di servizi che beneficiano delle aliquote ridotte, oppure giungere addirittura ad eliminare totalmente questo elenco. Nell’ottica poi di semplificare e tagliare i costi amministrativi a carico delle imprese, verrà creato un portale web per garantire un sistema di riscossione semplificato. Una volta definito il piano d’azione, questo verrà presentato al Parlamento Europeo ed al Consiglio, per avere l’avallo sulle scelte operate ed il supporto politico all’operazione.

Alla presentazione del piano da parte della Commissione erano presenti il Commissario per gli Affari Economici Moscovici che ha dichiarato: “L’IVA è un’importante fonte di entrate fiscali per gli Stati membri dell’UE. Eppure il divario dell’IVA ha assunto proporzioni sconcertanti: la differenza fra il gettito IVA riscosso e quello previsto è di 170 miliardi di EUR. Si tratta di un enorme spreco di risorse che potrebbero essere investite per la crescita e l’occupazione. È ora di riappropriarsi di queste risorse. Vorremmo inoltre offrire agli Stati membri maggior autonomia per la definizione delle aliquote IVA ridotte. Il nostro piano d’azione permetterà di ottenere risultati su tutta la linea.”.

A rafforzare le parole del Commissario Moscovici, si sono aggiunte quelle del vice-presidente responsabile per l’euro ed il dialogo sociale, Valdis Dombrovskis: “Oggi diamo inizio a un dialogo con il Parlamento europeo e con gli Stati membri per un sistema unionale dell’IVA più semplice e più resistente alle frodi. Ogni anno le frodi transfrontaliere in materia di IVA costano agli Stati membri e ai contribuenti circa 50 miliardi di EUR. Al tempo stesso, gli oneri amministrativi a carico delle piccole imprese sono elevati el’innovazione tecnica pone nuove sfide per la riscossione dell’IVA. LaCommissione ha già proposto misure chiare per affrontare l’elusione dell’imposta sulle società e continuerà con pari determinazione la lotta contro le frodi in materia di IVA.”

©Futuro Europa®

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