Rassegna Stampa estera

Venti mesi dopo il dramma della “Concordia”, la sfida tecnologicamente spettacolare e inedita che ha costituito il raddrizzamento del relitto è una possibilità per l’Italia di “salvare la sua reputazione” agli occhi del Mondo, almeno questo è quello che si evince tra le righe della stampa estera. Tutti noi abbiamo ancora fresca nella nostra memoria la tragicommedia del 13 Gennaio 2012 che è costata la vita a 32 persone.

Scrive Philippe Ridet su Le Monde lo scorso 17 Settembre: “Eccolo finalmente in piedi, se così si può dire. Dalle 4 del mattino del 17 Settembre (…) Non proprio pronto a prendere il largo per essere smantellato nel porto più vicino, ma 70% del programma della sua rimessa a galla e terminato. Con successo. Il ‘crimine’ di Francesco Schettino è stato vendicato”. Ma, prosegue il giornalista “E l’Italia? Il paragone è attraente, illuminante, facile e abbiamo già ceduto con delizia, come molti giornali italiani che, martedì 17 Settembre, fanno della rotazione del relitto una metafora dei lavori che attendono il Governo Letta e la Penisola con lui (…) E come se non bastasse, un problema grande come la Costa Concordia: Silvio Berlusconi.” (…) Ridet lascia un Berlusconi furioso e vendicativo per riparlarne due giorni dopo, a poche ore dalla lettura dell’ormai famoso  videomessaggio. Nel suo articolo del 19 Settembre (Le Monde, Silvio Belrusconi prend acte de son impuissance face à la procedure de destitution) il giornalista francese, che con la sua pungente ironia dipinge spesso coloriti ritratti del nostro Paese, scrive: “Il re è nudo. Per coprirsi, Silvio Berlusocni non ha trovato che una vecchia bandiera di Forza Italia. Nel suo videomessaggio (…) l’ex Presidente del Consiglio italiano sembra aver preso coscienza che, ormai, tutte le vie d’uscita che gli avrebbero permesso di sfuggire alla decadenza del suo mandato da senatore (…) erano chiuse.” (…)  Nessuna minaccia di far cadere il Governo, troppo rischiosa, ma, sottolinea Ridet “mimando con difficoltà gli accenti della rivoluzione liberale, il Cavaliere ha rafforzato l’impressione di déjà vu rilanciando Forza Italia, un Partito creato dal nulla, in pochi mes,i nel 1993 dai pubblicitari delle sue imprese e che ha dominato la vita politica italiana fino al 2009”. Conclude con sarcasmo Ridet parlando della nuova location di Forza Italia: “non potete mancarla. A destra si trova il negozio di Bottega Veneta, di fronte le vetrine di Luis Vuitton e Pomellato.” Tradotto: l’effimero.

Sappiamo tutti che al Giglio il 17 Settembre c’erano più di 400 giornalisti, che hanno riportato con minuziosi particolari la titanica opera di salvataggio del relitto. Molti i titoli simili a quello di The Japan Times  Concordia success boosts pride for shamefaced Italy, che riassume il una riga quello che molti pensano del nostro Paese: necessità di rilanciare il senso di orgoglio di un Paese avvilito, depresso, bastonato. Non proprio gratificante.

Curioso articolo di Grégoire Fleurot che riprende a sua volta su Slate France una notizia riportata da Il Messaggero del 13 Settembre. Fleurot titola il suo pezzo così: Et si Berlusconi se présentait aux européennes…en Estonie? La soluzione per il Cavaliere sarebbe una candidatura alle Europee in un altro Paese dell’Unione dove la legge Severino non viene applicata. Sembra ci sia un precedente: “il comunista italiano Giulietto Chiesa si è presentato in una lista lettone nel 2009, senza riuscire a farsi eleggere”, spiega il giornalista. “Berlusconi potrebbe guardare all’Estonia, dove il suo amico Ernesto Preatoni, uomo d’affari dalla reputazione controversa secondo il sito specializzato in affari europei EurAcriv, potrebbe giocare sulla sua grande influenza locale per aiutarlo in campagna elettorale” (…) Berlusconi non sarebbe il primo a provare a farsi eleggere al Parlamento Europeo per sfuggire alle giustizia del suo Paese: uno fra questi l’ex Ministro dell’Economia e businessman lituano Victor Uspaskich eletto nel 2009 (oggi, non più eurodeputato è stato condannato a 4 anni di prigione per frode fiscale e corruzione).

Uscendo dalla fantapolitica, quello che rimane una certezza è che Berlusconi non si farà da parte, anche se messo fuori dal Senato. Come scrive Guy Dinmore sul Financial Times, “Silvio Berlusconi ha giurato che avrebbe continuato a condurre il Partito di centrodestra anche fuori dal Parlamento nonostante la sua condanna  per frode fiscale, ma ha fatto un passo in dietro sulla minaccia di allontanarsi dalla coalizione di Governo che aveva formato con il Primo Ministro Enrico Letta.” (Berlusconi vows to continue leading Italy despite conviction – Financial Times, 18 Settembre).

Interessante l’intervista di Chris Sloley a Gilles Guibout, gestore del fondo Axa Italy, su Citywire del 19 Settembre. Sloley titola il suo articolo Bye Bye Berlusconi: what it means for italian investors e riportando le parole di Guibout scrive “La vita politica di Berlusconi è vicina alla fine, ma i responsabili politici penseranno a lungo e intensamente prima di tagliare completamente i legami (…) Il pericolo è che senza riforme le imprese si de localizzeranno sempre di più. Il Paese deve affrontare molte sfide oltre Berlusconi e l’Italia serve come microcosmo dei problemi dell’intera regione.” (…)  Il Piano “Destinazione Italia”,  è stato varato per rafforzare l’attività economica di un Paese che, come ha detto il Primo Ministro Letta, ha “un bisogno drammatico” di investimenti esteri e “non ha paura della mondializzazione”. Ma il  Mondo è pronto a ricredersi sull’Italia?

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