Yongbyon una nuova Chernobyl

Corea del Nord – Sembrerebbe che Pyongyang abbia riacceso la sua centrale nucleare di Yongbyon. Secondo Mosca il reattore è “in uno stato spaventoso” e che la sua riaccensione “potrebbe portare ad una catastrofe”.

Gli esperti russi e americani sembrano non essere totalmente d’accordo su quello che sta accadendo sul sito del reattore nucleare di Yongbyon in Corea del Nord. Se il think thank americano “38 North” , dipendente dall’US-Korea Institute, afferma che la Corea del Nord avrebbe già riacceso il suo reattore, una fonte diplomatica russa, citata da alcune agenzie di stampa, ha stemperato la notizia dichiarando che l’avviamento non era ancora effettivo. “E’ evidente che da tempo si sta lavorando sul posto”. Diversi segnali dimostrano che si va verso una sua ripresa” indica la fonte, precisando che però Mosca non “aveva dati che provavano che il reattore fosse ripartito”. C’è molta incertezza sullo stato dei lavori e sulle operazioni di accensione e mentre a Washington c’è molta preoccupazione per la “serietà” della notizia, Yukiya Armano, Direttore generale dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) rimane prudente. “Non abbiamo ispettori sul posto, quindi non possiamo avere nessuna certezza”, ha dichiarato giovedì a Vienna durante una conferenza stampa. Di fatto, gli ispettori dell’AIEA non sono stati autorizzati a controllare le centrali nucleari della Corea del Nord dall’Aprile del 2009. Armano non ha neanche voluto dare spiegazioni sulle foto satellitari del 31 Agosto scorso e rese pubbliche non solo da 38North, ma anche da un altro think thank, l’Institute for Science ad International Security (ISIS). Queste foto mostrano in effetti due colonne di vapore che escono da una delle costruzioni che formano la centrale nucleare nordcoreana. Se gli esperti americani vi scorgono il segnale che il reattore è ripartito, per le fonti russe, la causa dello sprigionamento di vapore visibile nello scatto “potrebbe essere dovuta ad una semplice messa a punto del generatore”. Da parte sua Seul ha per ora semplicemente dichiarato che il Governo “stava monitorando attentamente i movimenti in corso”.

Ma la cosa sulla quale si trovano tutti d’accordo, è, come dichiara la fonte russa, che “il reattore è in uno stato spaventoso” e che nello stato nel quale si trova la sua riaccensione “potrebbe portare ad una catastrofe per la Penisola coreana”. “Il reattore, che è stato costruito nel 1950, è in pessime condizioni”. Propositi allarmisti che giungono dopo che nelle ultime settimane le riunioni che si sono susseguite tra dirigenti di alto livello sulla questione del nucleare coreano non hanno portato a nessuna decisione concreta. Ancora meno si sa sulla ripresa di eventuali negoziati a sei. Iniziate nel 2003, queste tavole rotonde che vedono riuniti Cina, Stati Uniti, Giappone, Russia e le due Coree, avevano come obbiettivo di portare Pyongyang ad abbandonare i suoi programmi nucleari e balistici. Sono state sospese nel 2009 sullo sfondo del deterioramento dei rapporti tra le due Coree. Giovedì scorso, le delegazioni cinesi e americane hanno fatto sapere che avevano discusso “in modo approfondito” sull’eventuale ripresa di questo colloqui a sei. Ma se Pechino sta facendo di tutto per tentare di ridare vita a questi incontri, Washington e Seul chiedono, come prerogativa alla ripresa di un tavolo di negoziato, che Pyongyang prenda delle misure concrete nei confronti della denuclearizzazione. Per ora nulla di fatto, e il fatto che si stia anche solo semplicemente lavorando intorno alla centrale di Yongbyon non  sorprende in realtà nessuno dei negoziatori : Pyongyang ha deciso da sola quale strada seguire. Lo scorso Aprile Pyongyang aveva già pubblicizzato il ripristino di una parte del sito, in particolare del moderatore di grafite del reattore nucleare ( e cioè del sistema che serve a rallentare la velocità dei neutroni in modo da controllare la reazione nucleare a catena ed evitare un’esplosione atomica) che era stato spento nel 2007 nel quadro di un accordo internazionale appoggiato dagli Stati Uniti. Ufficialmente queste operazioni destinate a “risistemare e rilanciare” le centrali dovrebbero servire unicamente a produrre energia. Ma la Comunità Internazionale è scettica ed è convinta che potrebbe essere prodotto anche uranio per uso militare. In ogni caso, lo stato di avanzamento della messa a punto del sito viene controllato “a vista” dai centri di ricerca di tutto il Mondo. All’inizio di Agosto, l’ISIS aveva notato che Pyongyang sembrava aver ingrandito un edificio del complesso di fabbricazione dei combustibili destinati ad una centrifuga di gas per l’arricchimento di uranio. “La zona è ora coperta da un tetto esteso che ha quasi il doppio del volume del precedente”, hanno detto gli esperti dell’ISIS. Questo vuol dire che il raddoppiamento dello spazio disponibile potrebbe permettere un raddoppiamento del numero di centrifughe.

Se queste informazioni risultassero vere si aprirebbe un problema estremamente grave, non solo sul piano della sicurezza nazionale della Corea del Nord, ma anche perché Pyongyang andrebbe contro i  propositi e promesse fatte nel corso degli anni. Soprattutto violerebbe le risoluzione delle Nazioni Unite. In un momento delicato per il Mondo, concentrato sulla polveriera mediorientale e sulle questioni nucleari iraniane, ad Est un’altra polveriera rischia di scoppiare per la testardaggine e per le manie di grandezza di un dittatore isolato dal Mondo, ma che crede poter possedere il Mondo.

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