L’ora di dire basta

Ieri mattina, al bar dove normalmente faccio colazione e leggo i giornali, ho assistito a una discussione animata sui temi del giorno e in particolare sull’incomprensibile situazione che si è venuta a creare sullo scenario politico del Paese. Pur essendo di estrazione politica diversa, quanti sedevano a un tavolo accanto al mio erano tutti d’accordo su un punto: “In Italia più che cambiare la legge elettorale va cambiato l’elettorato”. Affermazione questa che non condivido, sebbene sia comprensibile in questa caotica situazione. E ciò perché ho sempre ritenuto che l’elettorato sia più saggio ed equilibrato degli eletti.

L’unico vero problema che abbiamo tutti il dovere di risolvere è dire basta al leaderismo populista che ha caratterizzato la Seconda Repubblica. Un leaderismo inaugurato da Berlusconi e immediatamente imitato da gran parte degli altri partiti che al simbolo hanno sovrapposto il cognome della loro guida. Un dato questo che ha impoverito la dialettica politica, ha inaugurato lo scontro tra tifoserie contrapposte, ha impedito la crescita di una classe dirigente adeguata e ha prodotto cortigiani o Rasputin pronti a difendere l’indifendibile per compiacere il leader. L’attuale legge elettorale ha poi dato il colpo di grazia affidando ai capi la possibilità di scegliere parlamentari più sulla base della fedeltà che per effettiva meritocrazia.

Di qui lo scempio al quale assistiamo con un atteggiamento quasi d’impotenza, non sapendo più a chi affidarci realmente. L’astensionismo crescente è l’indice inconfutabile di una tale amara situazione. Non resta che augurarsi che all’interno di ogni forza politica la nuova generazione, che ha compiuto i primi passi, abbia il coraggio e la forza di dire basta e di assumere direttamente su di sé ogni responsabilità con nuove regole di partecipazione e di coinvolgimento.

Benjamin Franklin diceva: “C’è un momento in cui dobbiamo decidere in maniera risoluta cosa fare, in caso contrario la deriva inesorabile degli eventi prenderà la decisione al nostro posto”.

©Futuro Europa®

[NdR – L’autore dell’articolo è eurodeputato del PPE e vicepresidente della delegazione Popolari per l’Europa al Parlamento europeo]

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1 Commento per "L’ora di dire basta"

  1. Cortese onorevole eurodeputato Potito Salatto,
    Di quest’articolo ne condivido pienamente il contenuto ma mi conceda solo questa piccola puntata polemica e cioè che è stata la classe dirigente politica che ha troppo spesso, se non quasi sempre, strumentalizzato intellighenzie altrui calpestando, così, la dignità personale per rimanere a galla.. ciò ha fatto si che nelle identità umane, anche degli organigrammi partitici, si siano alimentate frustrazioni ed allontanamento anche da un progetto valoriale, già valoriale.. rappresentativo di valori.
    Tutti possono contribuire alla costruzione .. ognuno con le proprie capacità e il proprio “posso voglio” ma “facciamolo insieme”.. e non ci si deve umiliare a chiedere di poterlo fare o come concessione di chissà quale miracolo perché il politico di turno ha creato un muro di gomma intorno a se che è utile solo a se stesso, no..spiace non è fare politica questo.
    Sa presidente ciò che caratterizza la mia persona è fatto non solo da ciò che sono ma ciò che ho scelto di essere e che ho cercato di infondere in ognidove, anche nell’amobito professionale nonchè lavorativo, ed è il rispetto della persona umana, la valorizzazione del capitale umano come una nuova politiche del fattore umano che, se attuato, avrebbe sostanziato l’intensità delle interdipendenze tra le unità organizzative, avrebbe consolidato il progetto e ne avrebbe fatto azione comune. Pochi, pochissimi hanno compreso. Ma hanno prevalso ancora una volta gli interessi individuali.
    Ecco questo è ciò che sono pronta ad attuare per il mio Paese, come da sempre, da quando ho preso coscienza che c’era bisogno di cominciare a contribuire, nel rispetto doveroso dei ruoli, ad una nuova lettura della società Italiana perché io mi sento Italiana..è la mia dimensione valoriale.. Io sono Italiana rispettando Istituzioni e ruoli.
    Ad oggi, sopratutto nel mondo politico, è stato alimentato ciò che di più negativo si può generare dal tessuto umano..no.. spiace.. io in questa metodologia non mi ci rispecchio..vuol dire essere politicanti e non politici. I politici veri devono capire la gente.. e ha pagare l’egoismo loro sono state tutte quelle anime comuni che sono i miei Italiani, la gente comune, gente con l’anima.
    Sarò pronta ad essere in prima linea quando sarà consentito un confronto civile di idee, nel rispetto reciproco, e agli occhi di tutti i cittadini Italiani, pubblicamente, in una cornice che consentirà non solo di sentire ma anche di ascoltare e di percepire un identità, io Francesca Romana e non altri, che vuole fortemente che la sua terra bellissima, che ama, volti pagina e torni a sperare in un futuro migliore insieme a tutti i suoi connazionali..ciò occorrerà anche a dare coraggio a tutti.
    Questo era.. ed è ora.. il mio compito di chi ha lottato..ha creduto..si sono impegnati, ognuno nel proprio, affinché l’Italia avesse ogni giorno un immagine migliore…perché il senso più profondo è esattamente quello con cui si è cominciato .. è un ambizioso .. certamente si .. coraggioso .. certamente si .. ma anche estremamente nobile tentativo di ridare la voce .. la voce autentica al nostro popolo .. di ridare alla politica una speranza.
    E’ amore umano .. autentico .. per la Patria.
    La ringrazio per il suo costante a tutela dell’Italia che auspico non terminerà con il termine del suo mandato elettorale..perchè anche Lei come me e come altri è Italiano.
    Grazie e buona domenica.

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