Politici in TV

TgCom24 parla della preparazione dell’incontro sulla riforma del Senato tanto annunciata, quanto spesso smentita, tra PD e M5S. Nella giornata di giovedì 17 luglio l’incontro sembra prendere forma. “Stop alle missive, è tempo di faccia a faccia. Dopo i botta e risposta a colpi di inchiostro degli ultimi giorni, il Movimento 5 Stelle e il Partito democratico tornano a incontrarsi per discutere della nuova legge elettorale. Salvo ripensamenti dell’ultima ora, al vertice, che sarà trasmesso in streaming a partire dalle 15, non prenderanno parte né Matteo Renzi né Beppe Grillo. Possibile scontro sulle preferenze”.

Il servizio chiarisce la difficoltà con la quale i due principali partiti italiani sono giunti all’appuntamento. “Non so se vado io. Non so che delegazione hanno preparato”. Al termine del vertice europeo a Bruxelles, Matteo Renzi annuncia che, probabilmente, non sarà della partita. I grillini saranno rappresentati dai due capigruppo a Camera e Senato, Paola Carinelli e Vito Petrocelli, da Danilo Toninelli, estensore del “Democratellum”,e Luigi Di Maio”. TgCom24 spiega ancora che, per il PD, “dall’altro lato del tavolo dovrebbero invece sedersi il vicesegretario del Pd, Debora Serracchiani, il capogruppo a Montecitorio Roberto Speranza e Alessandra Moretti”. Il nodo sono le preferenze: il M5S vuole che rimangano in toto, mentre il PD vorrebbe almeno che i capilista rimanessero “bloccati”: vedremo l’esito del dibattito.

Il Tg di La7 analizza la richiesta dell’Italia di avere il ministro degli Esteri Mogherini ad alto rappresentante per la politica estera dell’Unione europea. “L’ultimo vertice – dice il servizio di Manuela Ferri – si è concluso con un nulla di fatto”. Renzi ha ironizzato dicendo che “in 57 anni l’Italia non ha mai utilizzato il potere di veto”, lasciando intendere che si aspetta una convergenza verso la richiesta italiana. “Il dossier salta a un nuovo summit convocato per il 30 agosto – dice ancora il servizio di La7 – e, a sole 24 ore dalla nomina di Juncher alla presidenza della Commissione europea, scricchiolano le larghe intese tra Socialisti, Popolari e Liberali. Gran parte dello stallo è dovuto alla pressione dell’Italia che spinge sulla Mogherini, a mettersi di traverso i Paesi baltici e dell’Est europeo, che accusano la Mogherini di essere troppo filorussa. Renzi smentisce che ci siano altri nomi sul tavolo, e il nome di Letta non è stato mai fatto, conferma il Sottosegretario Gozzi”.

E’ entrato in scena anche Berlusconi, che ha chiamato il presidente dei Popolari europei “per parlare delle nomine – continua il servizio – ed è stato infatti il PPE a fare trapelare l’ipotesi Letta, per nulla gradita al premier. La Merkel ha espresso gradimento per un esponente che sia espressione della famiglia socialdemocratica ma il suo consigliere esprime forti dubbi sulla Mogherini”.

Il servizio ribadisce che l’UE vuole un accordo globale sul pacchetto di nomine: “O c’è accordo su tutto o non se ne fa nulla”: Renzi ha criticato il mancato accordo sulla Mogherini, dicendo che “ se il presidente Herman Van Rompuy ci avesse detto che non c’era l’accordo anche solo con un messaggino avremmo evitato di venire a Bruxelles con un volo di Stato”.

©Futuro Europa®

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