Spazio Europeo dell’Istruzione entro il 2025

“L’istruzione e la cultura sono la chiave per il futuro, sia per l’individuo che per la nostra Unione nel suo insieme. E’ come trasformiamo le circostanze in opportunità, come trasformiamo gli specchi in finestre e come radichiamo ciò che significa essere europeo, in tutta la sua diversità. Quando i leader europei si incontreranno a Goteborg questa settimana, dobbiamo cogliere l’opportunità e assicurarci che l’istruzione e la cultura siano i motori per la creazione di posti di lavoro, la crescita economica, l’equità sociale e, infine, l’unità” così il Presidente Juncker, il 14 novembre 2017, in vista del Vertice di Goteborg, durante il quale i leader dei Paesi UE si riunirono per esaminare in che modo le politiche di istruzione e cultura dell’Unione potessero avere un maggiore impatto sulla creazione di posti di lavoro, sulla crescita economica e sull’equità sociale in tutta l’Unione Europea.

L’Europa si trova ad affrontare una serie di sfide che mettono in discussione, forse, anche, la sua stessa esistenza: populismo, xenofobia, intolleranza, discriminazione, disinformazione, sono solo alcune delle problematiche che la minacciano. A questo si va ad aggiungere che solo pochi Paesi dell’Unione, ad oggi, sono riusciti a raggiungere risultati e livelli soddisfacenti in materia d’istruzione e formazione, in tutti i loro vari ambiti e sfaccettature. Non è più differibile, per la UE affrontare, per questi motivi, queste questioni e rafforzare il sistema d’istruzione e della cultura nella UE.

La Commissione Europea, con la Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e Sociale Europeo e al Comitato delle Regioni: “Costruire un’Europa più forte: il ruolo delle politiche in materia di gioventù, istruzione e cultura” ha voluto definire, specificandone limiti e ambiti, uno Spazio europeo dell’istruzione da realizzare entro il 2025 e sottolineare la sua intenzione di rivolgere una maggiore attenzione alla “Cultura” nelle Politiche Comunitarie, rafforzando la partecipazione dei giovani alla vita democratica della UE, con una nuova serie di misure tra le quali una nuova Strategia per i giovani e una nuova Agenda per la cultura – adottata dalla Commissione Europea lo scorso 22 maggio – e che individua nella cultura il fattore chiave per costruire una Comunità coesa. Iniziative che puntano a migliorare la mobilità per l’apprendimento e le opportunità di istruzione nella UE e vogliono incoraggiare i giovani a partecipare alla vita civile, sfruttando il potenziale della cultura per il progresso sociale e la crescita economica dei Paesi UE.

I principali focus sotto la lente d’ingrandimento: l’urgenza di elevare il livello d’istruzione e formazione in funzione delle esigenze del Mercato del lavoro contemporaneo, il diritto di studiare in qualunque Paese UE senza barriere burocratiche o legali, sviluppare un più efficace sistema di apprendimento permanente, promuovere la conoscenza e l’acquisizione di competenze digitali, promuovere lo sviluppo di un sistema di valori comuni e condivisi e di un sistema d’istruzione inclusivo, l’apprendimento di lingue  e culture straniere, l’elemento “culturale” e, quindi, il ruolo della “cultura” quale “spina dorsale” dell’unità dell’Unione Europea, sfruttando il potere della cultura e della diversità culturale per la coesione sociale e il benessere, sostenendo la cultura nell’istruzione, promuovendo le competenze necessarie, incoraggiando l’innovazione nella cultura, potenziando le relazioni culturali internazionali, sfruttando al massimo il potenziale della cultura per favorire lo sviluppo sostenibile e la pace, alla luce del pluralismo (dei media e non solo, del giornalismo di qualità, dell’alfabetizzazione mediatica), della trasparenza e della responsabilità. Tutti elementi e fattori fondamentali per il futuro dell’Europa.

“Nel guardare al futuro dell’Europa dobbiamo dotarci di un programma comune ambizioso su come sfruttare la cultura e l’apprendimento per promuovere l’unità. L’istruzione è un fattore chiave, in quanto fornisce le competenze necessarie per diventare membri attivi di società sempre più complesse. E’ l’istruzione che ci permette di adattarci a un mondo in rapido cambiamento, di sviluppare un’identità europea, di comprendere altre culture e di acquisire le nuove competenze necessarie in una società mobile, multiculturale e sempre più digitale” (Tibor Navracsics – Commissario per l’Istruzione, la cultura, i giovani e lo sport).

L’istruzione, la cultura e la politica sono elementi imprescindibili, anzi potremmo dire di più: hanno una funzione centrale nella costruzione di un’Europa resiliente, competitiva, coesa e sono tutti fattori che devono essere sviluppati parallelamente, contemporaneamente alla costruzione dello Spazio europeo dell’istruzione, rafforzando nello stesso momento il radicamento di una forte identità europea, responsabilizzando le coscienze civiche dei cittadini, ma soprattutto le nuove generazioni. Quello che occorre per aumentare la resilienza dell’Europa è investire in capacità, competenze, conoscenze.

Spazio europeo dell’Istruzione che consentirà, quindi, agli Stati membri della UE di migliorare la qualità, la competitività e l’inclusività dei propri Sistemi di istruzione e formazione, costituendo per i Paesi non UE un modello a cui ispirarsi.

E questi sono stati i risultati dell’ultimo Consiglio “Istruzione, gioventù, cultura e sport” – 26-27/11/2018 – in cui si è appunto discusso e messo a punto la definizione dello Spazio europeo dell’istruzione, adottata la Risoluzione sulla nuova Strategia per la gioventù 2019-2027 dell’Unione; specificato i limiti e gli ambiti del nuovo Regolamento del Programma Erasmus+, un “orientamento generale parziale” che vuole aumentare l’inclusività di Erasmus, accrescendone l’accessibilità dei giovani e allargandone il suo campo di azione a tutti i livelli di istruzione e formazione; adottata la Raccomandazione sulla promozione del riconoscimento reciproco automatico dei titoli dell’istruzione superiore, dell’istruzione e formazione secondaria superiore e dei risultati dei periodi di studio all’estero.

Lo Spazio europeo dell’istruzione da realizzare entro il 2025 che è emerso dal dibattito dei ministri è un qualcosa basato sulla fiducia, sul riconoscimento reciproco, sulla cooperazione e sullo scambio delle migliori pratiche, la mobilità e la crescita.

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