Pausa caffè, all’italiana e non

Quando anni fa trascorsi un periodo di studio in Inghilterra, non feci in tempo a sedermi davanti alla segretaria dell’Istituto cui ero appoggiato per consegnarle i documenti che, prima ancora dei convenevoli di rito, mi rese edotto sull’orario della pausa caffè. Sul momento rimasi interdetto; era la cosa più importante da farmi sapere? Dopo capii. La pausa caffè era un rito più di quanto non lo sia in Italia dove ci vantiamo di avere il caffè più buono del mondo e letteralmente schifiamo i bicchieroni. Ma, sul punto, il nostro campanilismo dovrebbe riflettere e fare un passo indietro e non certo per esterofilia.

Durante la pausa caffè, mentre si aspettava che il bollitore dell’acqua emettesse il suo fischio, studenti, docenti e personale parlavano tra loro; nella stanza destinata alla caffetteria, tra tavoli e piccole poltrone, mentre si aspettava che il caffè freddasse un poco per poterlo bere, si parlava, si leggeva, si scambiavano opinioni sui più vari argomenti mentre, lentamente, terminavamo le nostre tazzone. È la stessa filosofia che si trova nei locali all’estero: il caffè è un rito da celebrare seduti, dedicandogli il tempo che ci vuole.

L’espresso è tutta un’altra cosa. Premesso che per la quasi totalità degli italiani è il caffè migliore del mondo si beve in piedi, davanti al bancone del bar. Possiamo anche portare la tazzina a un tavolo, ma il bar non è luogo ideale di conversazione; molti non hanno tavoli e in alcuni è anche difficile sedersi. Prendiamo il primo caffè al mattino, di corsa prima di andare a lavorare, o durante la pausa con amici o colleghi, cercando uno spazio utile magari attendendo che chi si è impossessato di uno spazio termini il suo cappuccino e cornetto: è un’immagine ricorrente.

Il caffè lungo non è un tazzone di brodaglia, ma uno stile diverso dal nostro e la colazione nel mondo anglosassone è diventato uno dei momenti principali per socializzare e fare business. In molti manuali di marketing e networking si consiglia di sostituire il pranzo di lavoro con la colazione di lavoro anche perché al mattino si è più attenti e un pranzo può intorpidire la mente. Esistono addirittura associazioni di imprenditori e professionisti che si ritrovano al mattino e, durante le loro colazioni sviluppano affari, relazioni e referenze. E il caffè lungo è parte integrante di questo sistema.

E parte di questo sistema lo è anche Starbucks, un sistema che non è un semplice negozio o una caffetteria ma, per chi lo ha provato, è anche un luogo di incontro, un punto Wi-Fi, il luogo dove ricaricare il cellulare o dove darsi un appuntamento per parlare. E’ insomma un nuovo concept che, tra l’altro, non dimentichiamolo, crea posti di lavoro e investimenti. Ed è anche quell’attività commerciale che, il giorno della sua apertura, si è vista subito attenzionata da solerti associazioni di consumatori che hanno puntato il dito contro i prezzi. Probabilmente una simile solerzia era degna di ben altre cause e dovrebbe far riflettere su come mai molte aziende esitano ad investire in Italia. E gli investimenti portano, tra l’altro, posti di lavoro. Beviamoci sopra un caffè.

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