Italia 1948, l’anno della svolta

Esistono date che, spesso e purtroppo in fretta, vengono dimenticate e gli avvenimenti che hanno caratterizzato determinati periodi, passano in secondo piano, travolti da vicende più recenti e di attualità. Il rischio che si corre, come sempre sottolineava Montanelli, è quello di dimenticare la storia.

La rivista Time ha considerato il 1989 l’anno che più ha caratterizzato il secolo scorso. Mikhail Gorbachev veniva nominato per la seconda volta Person of the Year, in Cina avvenivano gli episodi di Piazza Tienanmen, crollava a novembre il Muro di Berlino e, insieme, la Cortina di Ferro con la fine della Guerra Fredda. Nicolae Ceaușescu veniva sommariamente processato e fucilato; gli Stati Uniti intervenivano a Panama per arrestare Manuel Noriega. È anche l’anno in cui vengono per la prima volta trasmessi “I Simpson” e che era iniziato con un evento apparentemente normale ma che, in realtà, segnava un definitivo passaggio tra due epoche, vale a dire la morte dell’Imperatore giapponese Hiro Hito, ultimo superstite tra i leader della Seconda Guerra Mondiale.

Senza dubbio il 1989 ha rappresentato per il mondo una svolta importante. In quell’anno, in Italia, nascevano il nuovo codice di Procedura penale e la Lega Nord. Eventi fin troppi ordinari rispetto al contesto globale e ai cambiamenti che coinvolgevano l’intero pianeta.

Quello che per il mondo è stato il 1989, per l’Italia lo è stato il 1948. La giovane Repubblica vide in quell’anno non solo nascere la Costituzione che oggi celebra settant’anni ed è oggetto del dibattito politico, ma è anche l’anno in cui, dopo la fine della guerra e la liberazione, si tengono le elezioni che vedono il trionfo della Democrazia Cristiana sul blocco delle sinistre e, contemporaneamente, l’approvazione da parte degli Stati Uniti del Piano Marshall. Fortemente voluto dal Presidente Truman, il Piano Marshall prevedeva massicci aiuti economici da parte degli Stati Uniti ai paesi europei non solo per permettere la ripresa economica, ma anche, e forse principalmente, per evitare che la sfera di influenza sovietica si allargasse all’Europa occidentale. Forse proprio ciò che papa Francesco auspica in questi giorni per l’Africa.

Furono messe le basi non solo del Patto Atlantico che portò alla creazione della NATO nel successivo 1949, ma anche quelle delle future istituzioni comuni europee che videro l’Italia tra i principali protagonisti nella fase della loro creazione.

Il 1948 è l’anno in cui l’Italia si collocò definitivamente nell’area Atlantica prendendo una posizione chiara nello scacchiere internazionale, in linea con quelle che erano le intenzioni di Yalta, ma in un contesto in cui esisteva ancora una forte pulsione nella direzione opposta. Il Partito Comunista, sotto la guida di Palmiro Togliatti e con il supporto di una base che si attribuiva da sola la vittoria nella guerra di liberazione, fu protagonista, contrapponendosi al blocco democristiano, in una campagna elettorale che raggiunse toni e livelli di tensione che niente hanno a che vedere con quelli odierni.

I racconti di Giovannino Guareschi e la simpatica battaglia tra Peppone e Don Camillo, non rende l’idea di quelli che fossero i toni reali e il livello dello scontro tra le parti, ma gli episodi in cui i due contendenti si trovano di fronte armati di mitra, non è difficile immaginarli veri.  Non dimentichiamo che la base comunista disponeva di arsenali pronti ad essere usati per la rivoluzione.

Vinse la Democrazia Cristiana di De Gasperi, che mise le basi per i successivi trent’anni in cui detenne la maggioranza relativa e relegò il Partito Comunista ad un ruolo di opposizione. La successiva entrata in vigore del Piano Marshal ridette fiato, se non addirittura vita, ad un’industria allo stremo, oltre a porre in essere i presupposti per la successiva riforma agraria del 1950 che, finalmente, mise mano alla pesante situazione del latifondo che ancora persisteva. Possiamo ancora far risalire a quegli anni il dibattito tra le principali forze politiche verso quella che fu la successiva scelta, portata a compimento nel 1964, di vietare la stipula di nuovi contratti di mezzadria ma, a differenza di quanto voluto dalle sinistre, la scelta non fu quella di andare verso contratti che consentissero l’acquisizione della terra da parte dei lavoratori, bensì quella del contratto di affitto di fondo rustico.

Altri episodi caratterizzarono in maniera molto incisiva il 1948 in Italia e, tutti, contribuirono non solo alla collocazione dell’Italia nella sfera occidentale del pianeta e nelle principali organizzazioni internazionali vicine agli Stati Uniti, non ultima anche l’elezione di Luigi Einaudi, economista che aveva salvato la Lira, alla Presidenza della giovane Repubblica.

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