Turismo, sempre più Borghi italiani

Sta per essere pubblicata la nuova edizione 2018 della Guida “I Borghi più belli d’Italia” (pubblicata da Società Editrice Romana). A quelli selezionati lo scorso anno se ne sono aggiunti altri che avevano i requisiti per soddisfare i criteri di selezioni definiti che consistono in circa settanta parametri da rispettare che sostanzialmente richiedono che “l’anima del borgo sia rappresentata al meglio: nel visitare questi luoghi i turisti si aspettano di trovare bellezza, ottima qualità della vita e servizi efficienti”.

Sulla scia del successo riportato lo scorso anno, che era stato dedicato ufficialmente dal MIBACT alla promozione e valorizzazione del patrimonio naturalistico, umano, culturale e artistico dei Borghi italiani, anche in questo 2018 continuano a crescere i viaggiatori che scelgono i borghi italiani come occasione di svago e viaggio.

Il dato che emerge dalla diciottesima Assemblea Nazionale dei Borghi più belli d’Italia (Norcia 6-8 aprile 2018) è questo. Erano più di 150 i Comuni presenti. Nel corso dell’Assemblea è stato tracciato un bilancio dei risultati del 2017, durante il quale sono state moltissime le iniziative sia nazionali che internazionali che li hanno visti protagonisti.

Analizzando i numeri dei visitatori, e quindi l’affluenza, emerge che si assiste ad un incremento costante della presenze e tutto questo è la dimostrazione, come dichiara Dario Franceschini “che le politiche attuate in questi anni, capaci di legare l’offerta culturale a quella turistica e di promuovere il Paese facendo leva sul patrimonio artistico, archeologico e monumentale diffuso sul nostro intero territorio nazionale, stanno portando frutti importanti. Questi sono anche i risultati del Piano strategico per il Turismo 2017-2022 di cui si è dotata l’Italia, capace di dare impulso alla crescita economica e di supportare il Governo con concrete azioni tangibili e a fronte di tutto questo i risultati non mancano”. Il Mibact ha voluto riposizionare il turismo “al centro delle politiche istituzionali, attraverso la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, con particolare riguardo alle realtà locali, ai piccoli Borghi”.

E tutto questo, ricordiamo, nell’ “Anno Europeo del patrimonio culturale 2018” (European Year of Cultural Heritage – decisione UE 2017/864 -), che è stato pensato proprio con lo scopo di spingere quante più persone possibili “a scoprire e lasciarsi coinvolgere dal patrimonio culturale dell’Europa e non solo, rafforzando il senso di appartenenza, che trasforma e plasma la nostra identità e la nostra vita quotidiana”. (Dopo il precedente che è stato l’Anno mondiale del turismo sostenibile, voluto dalla decisione sinergica UNWTO e ONU).

In Italia abbiamo un patrimonio culturale, artistico, ambientale, archeologico diffuso in modo capillare su tutto il territorio nazionale che ci circonda ovunque andiamo. I borghi, quindi, possono diventare “laboratori in cui il piccolo integra nelle sue politiche di sviluppo il concetto di smart” per rispondere in modo moderno alle nuove esigenze di un mercato turistico in evoluzione sempre più veloce e condizionato in modo ineluttabile dalle pressioni della trasformazione digitale e tecnologica in divenire che incide, modificandola, sulla stessa figura del turista, che da soggetto passivo  e “viaggiatore” che guarda da una visuale “esterna” le situazioni e le vicende di viaggio diventa egli stesso fruitore di esperienze dirette. Siamo davanti e vivendo una mutazione sociologica del turismo, assistiamo alla nascita di un qualcosa di nuovo e differente: il “turismo esperienziale”. Un turismo che diventa occasione di crescita, sperimentazione, che regali esperienze, emozioni, ci arricchisca per mezzo di nuove sfide per scoprire, imparare, provare nuove emozioni.  Dinamico, diversificato, emozionale. Il nuovo turismo profuma di esplorazione, riscoperta delle tradizioni dei luoghi, dimensione local, vuole essere portatore di “significati” e non più solo di “dati, oggetti e notizie”, non si focalizza più solo sulle cose da vedere, anche se è evidente che debbano esserci, ma piuttosto le persone vogliono fare in modo che i viaggi abbiano per loro un significato: vivere i luoghi per mezzo di significati ed esperienze. E nessun posto più dei Borghi si presta a rispondere a queste mutate esigenze e domande.

Si po’ concludere adottando il motto scelto dall’Unione Europea per l’Anno del patrimonio culturale: “Il nostro patrimonio: dove il passato incontra il futuro”, data la valenza simbolica che i borghi hanno e possono assumere per il nostro Paese, non solo di motore della ripresa economica, ma di mutazione ideologica e sociologica: costruire un turismo, un modo di vivere il turismo che sia più responsabile, capace di capitalizzare il suo smisurato potenziale in termini di sviluppo economico, inclusione sociale, comprensione interculturale e rispetto per l’ambiente. Un passaggio culturale.

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