Italia delle Regioni

Obiettivi di sviluppo sostenibile: una sfida per i Comuni. Le città si trovano di fronte a sfide e opportunità inedite, comportate da fenomeni che vanno dal cambiamento climatico al mutamento demografico, dalla crisi economica e finanziaria all’innovazione tecnologica.

“L’Agenda Urbana per lo sviluppo sostenibile. Obiettivi e proposte”, curato dal gruppo di lavoro sul goal 11 sulle città di Asvis – Alleanza per lo sviluppo urbano sostenibile, e Urban@it – Centro nazionale di studi per le politiche urbane. I Sustainable development goals (SDGs) approvati nel settembre del 2015 dall’Onu e le azioni per l’implementazione della “Agenda 2030” rappresentano una sfida ineludibile.  Per questo i comuni associati nell’ Anci hanno seguito con attenzione il lavoro condotto da ASviS e Urban@it sull’Obiettivo 11 dell’Agenda 2030 “Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili” e considera la proposta di Agenda urbana per lo sviluppo sostenibile un contributo importante in questa direzione. Quest’Agenda ha il pregio di prendere le mosse da un’analisi rigorosa della realtà italiana, offrendo un articolato repertorio di dati.

Dall’analisi emerge una realtà in chiaroscuro, in cui a importanti risultati già conseguiti (tra gli altri il raggiungimento dei risultati di efficienza energetica previsti dalla Strategia Europa 2020, la spesa per la protezione della biodiversità e del paesaggio al di sopra della media Ue, il miglioramento dell’equilibrio di genere nella rappresentanza istituzionale) si affiancano elementi di forte criticità che il documento propone di superare.

Quelli proposti dall’Agenda sono obiettivi ambiziosi e ai quali il sistema dei Comuni guarda con attenzione, anche a partire da un patrimonio di pratiche ed esperienze che possono contribuire al perseguimento di essi.   Dal contrasto alla povertà all’efficienza energetica, dalla cultura alla mobilità sostenibile gli enti locali sono quotidianamente in prima fila nella produzione di servizi e politiche orientati verso la sostenibilità. Sull’inclusione sociale e il contrasto alla povertà, i Comuni italiani sono il presidio istituzionale più prossimo ai cittadini nell’erogazione di servizi che spaziano dall’assistenza domiciliare ai servizi per l’infanzia. Uno sforzo particolare è quello realizzato dai comuni per l’accoglienza di rifugiati e richiedenti asilo.

Come sostenuto dal presidente dei Comuni Italiani Antonio Decaro, nel 2016, sono stati 34.039 i beneficiari dei progetti del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), con il coinvolgimento complessivo di circa 1.000 comuni. Sull’efficienza energetica è possibile richiamare la massiccia adesione al Patto dei sindaci, con 2.959 amministrazioni che hanno formulato un proprio piano di azione per l’energia sostenibile.

Sulla sostenibilità degli edifici, i dati riportati nel 2015 dal dossier curato da Legambiente Innovazione e semplificazione in edilizia: verso il regolamento nazionale mostrano come siano ben 1.182 i Comuni che hanno inserito parametri di sostenibilità nei propri regolamenti edilizi, dato cresciuto del 600% rispetto al 2008, quando i regolamenti edilizi con le medesime caratteristiche erano 188.

Anche sul tema della resilienza e della sicurezza deve essere menzionato l’impegno delle amministrazioni che hanno risposto numerose  alla campagna mondiale lanciata da “Unisdr Making cities resilient: my city is getting ready” cui hanno partecipato 138 diverse città italiane. Un impegno che si è reso visibile nella mobilitazione a seguito degli eventi sismici del 2016, nel corso dei quali con il coordinamento di Anci centinaia di Comuni si sono mobilitati nell’offrire volontariamente il contributo dei propri tecnici e funzionari alle amministrazioni colpite.

Sulla rigenerazione urbana è opportuno menzionare l’imminente attuazione dei progetti presentati a seguito del bando per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, pubblicato dal Governo nel 2016. Quella di Comuni e Città metropolitane è stata una risposta importante, che ha visto la presentazione  di ben 120 progetti e la richiesta di finanziamenti per un ammontare complessivo pari a due miliardi e 61 milioni di euro.

La novità nel bando e nella risposta degli enti sta nell’approccio finalmente integrato con cui viene affrontato il tema della rigenerazione urbana, in virtù del quale le città vedranno attivarsi progetti complessi che spaziano dal recupero di aree dismesse alla realizzazione di nuove aree verdi, dalla realizzazione di piste ciclabili all’edilizia sociale, dai servizi sociali all’innovazione tecnologica. Quella degli Obiettivi di sviluppo sostenibile è quindi una sfida di innovazione e integrazione delle politiche urbane.

Se il sistema dei Comuni ha messo in campo un impegno rilevante per conseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile, lo ha fatto in un contesto di grave difficoltà che ne mette in discussione la possibilità di rispondere alle importanti sfide richiamate anche in questo documento. Basti pensare ai sacrifici chiesti ai Comuni negli ultimi anni, che solo tra il 2010 e il 2016 sono stati pari a 11,3 miliardi di euro, o al blocco del turn over che ha comportato la riduzione del personale in servizio delle amministrazioni comunali italiane nel periodo 2007-2014 di 63.000 unità, passando da 8 a 6,8 dipendenti per 1.000 abitanti.

I Comuni intendono offrire risposte all’altezza delle sfide della sostenibilità, l’Anci ha più volte sottolineato come sia necessaria a questo scopo una “Agenda Urbana Nazionale” che, a partire dal segnale positivo rappresentato dal bando per la riqualificazione delle periferie, contribuisca a superare la frammentazione di programmi e risorse per le città e inserisca le politiche urbane in un quadro di obiettivi strategici condivisi e risorse certe e programmate.

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