Chiamami col tuo nome (Film, 2017)

Luca Guadagnino firma il suo film più personale con questo Chiamami col tuo nome, ben ambientato in un’Italia di provincia (Crema), nel 1981, con ricchezza di particolari scenografici e costumi degni del miglior Visconti. La storia è molto semplice, un vero e proprio racconto di formazione, tratto da un soggetto di André Aciman, sceneggiato dal grande James Ivory (Camera con vista) che narra l’amore omosessuale – profondo ma irrealizzabile – tra Elio e Oliver, la crescita del ragazzino, la profonda passione, il tentativo eterosessuale, la conquista di un periodo intenso e vitale prima di un inevitabile distacco. L’Italia degli anni Ottanta non è pronta per accettare le coppie gay, il ragazzo statunitense torna al suo paese, addirittura si sposa, lasciando Elio in lacrime, consolato da un padre – sin troppo moderno per il periodo storico – che aveva capito tutto.

Luca Guadagnino firma il terzo capitolo della sua personalissima trilogia del desiderio, dopo Io sono l’amore (2009) e A Bligger Splash (2015), a nostro avviso il suo unico solo film davvero compiuto e risolto. Si badi bene, non siamo qui a gridare al capolavoro, ché Chiamami col tuo nome non è niente di tutto questo, solo una piccola storia d’amore tra un diciassettenne italiano e uno studente americano, ben raccontata e ambientata a dovere in un’Italia retrograda che non può approvare le relazioni omosessuali. Un bel cast franco-statunitense, con i due attori principali (Chalamet e Hammer) calati a dovere in un’interpretazione di amore gay, mai esibito e ostentato, ma sempre suggerito ed espresso per metafore. Bravi anche Stuhlbargh e Casar, nei panni dei genitori di Elio, moderni e comprensivi, forse perché non italiani, forse perché ebrei, forse perché persone colte.

Guadagnino si trova per caso a dirigere un film nel quale doveva essere solo consulente per la location italiana, visto che il regista prescelto era James Ivory. Film girato a Crema tra maggio e giugno del 2016, con alcune divagazioni in Trentino, a Clusone, e sul Lago di Garda, a Sirmione. Quattro candidature ai premi Oscar: miglior film, miglior attore (Chalamet), miglior sceneggiatura non originale e miglior canzone (Mystery of Love). Francamente troppo per un film soltanto buono, dignitoso, consigliabile, ma certo non irrinunciabile come dovrebbe essere una pellicola da Oscar. La colonna sonora è interessante, Mystery of Love è intensa e avvolgente, così come le citazioni pop del periodo convincono (Radio Varsavia di Battiato è un’intuizione geniale). La sceneggiatura è buona ma troppo dilatata nei tempi, si dicono in 135’ le stesse cose che si sarebbero potute dire con un taglio netto e indolore di almeno 15’.

Il ritmo è lento, troppi intellettualismi e inutili sfoggi di cultura etimologica e artistico-letteraria rallentano lo sviluppo della storia, spesso prevedibile e scontata nei suoi momenti topici. Scenografia curata nei minimi particolari, ambientazione perfetta anche a livello politico-televisivo, con sequenze che mostrano discussioni legate al governo Craxi, alla morte di Buñuel, accompagnate da immagini di Beppe Grillo (al tempo un comico) che ironizza sui socialisti al potere. La frase Chiamami col tuo nome è un patto d’amore reciproco che i due ragazzi si scambiano dopo aver consumato il rapporto e torna struggente sul finale del film che lascia il protagonista in lacrime davanti al fuoco del camino. Tutto sommato da vedere. Il miglior film di Luca Guadagnino.

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Regia: Luca Guadagnino. Soggetto: André Aciman (romanzo omonimo), Luca Guadagnino, Walter Fasano. Sceneggiatura: James Ivory. Fotografia: Sayombhu Mukdeeprom. Montaggio: Walter Fasano. Musiche: Sufian Stevens. Scenografia: Samuel Deshors. Costumi: Giulia Piersanti. Titolo Originale: Call Me by Your Name. Paesi di Produzione: Italia, Francia, Brasile, Stati Uniti. Durata: 132’. Genere: Drammatico. Produttore: Howard Rosenman, Peter Spears, Luca Guadagnino, Emilie Georges, Rodrigo Teixeira, Marco Morabito, James Ivory. Case di Produzione: Fanesy Film, Cinéfacture, RT Features, Water’s End Productions. Distribuzione: Warner Bros (Italia). Interpreti: Thimotée Chalamet (Elio), Armie Hammer (Oliver), Michael Stuhlbarg (padre di Elio), Amira Casar (madre di Elio), Esther Garrel (Marzia), Victoir Du Bois (Chiara).

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[NdR – L’autore dell’articolo ha un suo blog “La Cineteca di Caino”]

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