Le emozioni nei volti dell’arte

Ferrara – Il prossimo 3 marzo a Palazzo dei Diamanti verranno aperte le porte alla mostra Stati d’animo. Arte e psiche tra Previati e Boccioni.

È un’esposizione che analizza da vicino un argomento che oggi è usato nel mondo del marketing per poter agganciare gli acquirenti e legarli ad un status facendoli fidelizzare con loro: si tratta del mondo delle emozioni.

Si potranno trovare diverse opere come l’Ave Maria a trasbordo di Giovanni Segantini, la Maternità di Gaetano Previati, il trittico degli Stati d’animo di Umberto Boccioni, Segantini, Previati, Giuseppe Pellizza da Volpedo, Angelo Morbelli e Medardo Rosso.

Questa esposizione ha come artista di spicco Gaetano Previati, che come affermava Boccioni: “Con lui le forme cominciano a parlare come musica, i corpi aspirano a farsi atmosfera, spirito e il soggetto è già pronto a trasformarsi in istato d’animo”.

Dunque, in questa occasiona sarà possibile entrare in relazione in un mondo che molti danno per scontato che gira intorno ai colori ed alle espressioni facciali, che esprimono le nostre emozioni ad esempio il nero corrisponde alla rabbia o alla tristezza, il rosso e sempre associato alla passione, mentre se si osserva Il peccato  (1909) di  Franz von Stuck si è di fronte ad un’opera che avvolta dall’oscurità ma presenta uno sguardo ammaliatore e seducente che cerca di trascinare verso il peccato, che secondo la cultura cattolica è rappresentato dal serpente.

Si crea dunque un ponte tra Ottocento e le Avanguardie artistiche del nuovo secolo, ci sarà anche Boldini con le sue meravigliose donne, artista di origini ferraresi, che ha saputo rappresentare, forse meglio di molti altri collego, le espressioni non solo facciali, ma anche fisiche della persona.

Il percorso segue i passi degli artisti nella ricerca di un alfabeto delle emozioni, muovendo dal verismo psicologico per addentrarsi in un processo di rarefazione formale che approda alla sintesi astrattiva e dinamica della pittura di stati d’animo futurista.

La mostra è stata allestita dallo Studio Ravalli, che si era già occupato precedentemente di una esposizione sull’Orlando furioso e che sappiamo gioca molto sulla gelosia che divora i protagonisti portandoli a azioni estreme, ma questa esperienza ha fatto si che si potesse creare uno spazio sospeso tale da poter immergere gli individui nella atmosfera adatta alla rappresentazione delle diverse emozioni, insomma creare un po’ di suggestione, permettendo così all’osservatore di entrare in comunicazione con i dipinti e le sculture.

Troviamo qui protagonisti anche i maestri del simbolismo e divisionismo fino a giungere ai maestri dell’avanguardia futurista, già citati,  Balla, Carrà e soprattutto Boccioni, che più di chiunque altro ha saputo rappresentare i mutamenti che in quell’epoca si stavano manifestando, riuscendo così a porsi come raccordo tra due epoche differenti.

Tra le opere esposte ci sono anche molti prestiti ottenuti dalla collaborazione con importanti musei americani ed europei e collezioni private, tra queste la Beata Beatrix di Dante Gabriel Rossetti delle National Galleries of Scotland al Fugit Amor del Musée Rodin, dal pellizziano Ricordo di un dolore della Carrara alla Risata di Boccioni proveniente dal MoMA; opere selezionate da un eccezionale comitato scientifico che permette di rileggere questo cruciale passaggio di secolo.

La mostra, che si concluderà il 10 Giugno prossimo, è stata affidata alla curatela di Chiara Vorrasi, Fernando Mazzocca e Maria Grazia Messina, mentre gli organizzatori sono la Fondazione Ferrara Arte e le Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara.

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