Maroni sogna Roma

Colpo di scena nel centrodestra lombardo dopo la Conferenza stampa di fine mandato di Roberto Maroni che annuncia la sua decisione di non ricandidarsi più alla guida di Regione Lombardia.

Quello che da qualche tempo era solo un rumor, dopo il patto di Arcore di domenica è diventato reale. Decisione maturata, a detta di Maroni, per “motivi personali” e già condivisa da tempo con Berlusconi e Salvini. Ma cosa si nasconde dietro a questa scelta?

Le motivazioni che hanno spinto Maroni a non correre in Lombardia sono diverse: in primo luogo il rapporto con Salvini. Tra i due, si sa, non corre buon sangue e il Segretario federale aveva posto il veto sulla lista “Maroni Presidente” che alle scorse elezioni aveva drenato pesantemente i voti dalla Lega ottenendo uno straordinario 10%. Salvini non vuole concedere ulteriore spazio  a liste alternative alla Lega perché comprometterebbero il rapporto di forza con Berlusconi, necessario a contrattare sul tavolo nazionale.

Il secondo motivo sono le aspirazioni personali di Maroni. Già qualche tempo fa il Cavaliere aveva provato a lanciare l’ormai ex governatore lombardo come candidato premier, visto il suo profilo estremamente moderato anche e soprattutto su temi politicamente rilevanti come l’Europa.

Durante la conferenza stampa ha di fatto aperto ad un suo impegno romano di prim’ordine, mettendosi a disposizione addirittura per il ruolo di Premier. Già, perché se il centrodestra non dovesse raggiungere la soglia critica per ottenere la maggioranza in Parlamento, sarebbe necessario individuare una figura di mediazione per un governo di larghe intese e nella coalizione manca una figura che possa contrapporsi a Gentiloni.

Insomma, per Maroni si tratterebbe di una esplicita volontà di ricoprire ruoli nazionali importanti indipendentemente dal risultato elettorale e la ricandidatura regionale gli avrebbe precluso ogni possibile percorso di governo. Ragionamento simile sembrerebbe essere stato fatto anche da Mariastella Gelmini. Il suo nome è ha girato per diverso tempo nei corridoi di Palazzo ma il rischio di poter tornare al governo ha fatto desistere la potente coordinatrice lombarda.

Benché la guida di una delle quattro regioni più importanti d’Europa sia un ruolo prestigioso, il governo sembra affascinare tutti i big del centrodestra che come alla roulette tentano il colpo sul tavolo romano. La scelta di Maroni però riapre prepotentemente la partita con Gori perché, se come sembra, dovesse correre l’ex Sindaco di Varese Attilio Fontana, la vittoria prima data per certa del centrodestra, sarebbe ora meno sicura e potrebbe ridisegnare la mappa politica nazionale in un modo del tutto inaspettato.

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