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Clima: cop23, Germania e Francia rilanciano la lotta a climate change – “Quella del clima è una sfida centrale per il mondo, una questione di destino dell’umanità”. Lo ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel durante la Conferenza periodica sui cambiamenti climatici (Cop23) a Bonn, la cui presidenza è detenuta dalle Isole Fiji. Anche in un paese “ricco come la Germania” è difficile raggiungere gli obiettivi per la tutela del clima, ha osservato Merkel accennando esplicitamente ai “conflitti sociali”, per la questione della “sostenibilità del prezzo dell’energia”, e la “questione dei posti di lavoro”, in un Paese che fa grande uso del carbone. Viste le consultazioni, tutt’ora in corso da fine ottobre, per la formazione di una coalizione “giamaica”, la cancelliera non ha annunciato nuove misure specifiche, ma ha ricordato l’importanza dell’Accordo di Parigi, e ha ribadito gli impegni già presi. “Devono seguire i fatti alle parole” ha poi detto Merkel, annunciando la l’erogazione di 100 milioni di euro per i Paesi in via di sviluppo per aiutarli a produrre energie alternative. E ha concluso “l’Europa è consapevole della sua responsabilità”.Nel frattempo il presidente francese Emmanuel Macron indica il 2021 come anno limite per l’uscita della Francia dal carbone. Il titolare dell’Eliseo ha poi annunciato che durante il summit nella capitale francese del 12 dicembre, da lui fortemente voluto, “si dovranno avere i primi risultati concreti” dell’intesa. E sia Berlino che Parigi puntano il dito contro lo scetticismo del presidente Usa Donald Trump. “Spero che l’impegno degli Stati europei possa bilanciare l’uscita degli Usa dall’accordo di Parigi”, ha detto ancora il presidente francese auspicando che “lo sforzo” degli stati americani e delle città possa “sostituire” il ruolo di Washington. Per Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, se da una parte gli Usa “hanno organizzato una conferenza sul carbone a Bonn tra molte contestazioni”, dall’altra Jerry Brown, governatore della California, “ha parlato del possibile raggiungimento del 50% di rinnovabili elettriche in California entro il 2020 anziché entro il 2030”. L’auspicio è che da Bonn emerga un percorso “che ci dovrà portare, nei prossimi anni, a un innalzamento degli obiettivi di Parigi”. (AdnKronos)

Papa, basta negazionismi sul riscaldamento globale. Galletti, altri 7 mln a Fondo Verde. Al lavoro per ospitare Cop26 – Per salvaguardare il Pianeta “dovremmo evitare di cadere in quattro atteggiamenti perversi: negazione, indifferenza, rassegnazione e fiducia in soluzioni inadeguate”. Papa Francesco invia il proprio messaggio al premier delle Fiji, Frank Bainimarama, che presiede la Cop23, Conferenza mondiale sul clima in corso a Bonn, osservando che purtroppo “molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati” proprio da queste perversioni. Gli fa eco il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ribadendo che per contenere “gli eventi estremi” che stanno colpendo tutte le aree del Pianeta “la strada che abbiamo scelto a Parigi” nel 2015, e cioè di contenere le emissioni di gas serra e quindi l’aumento di temperatura globale al massimo entro i 2 gradi centigradi, è “l’unica risposta possibile. A Bonn siamo chiamati a portare avanti quel lavoro che concluderemo il prossimo anno in Polonia”. Il Pontefice invita a “mantenere alta la volontà di collaborazione” nei lavori in corso a Bonn “per portare avanti un’altra fase importante dell’Accordo di Parigi: il processo di definizione e costruzione di linee guida, regole e meccanismi istituzionali affinché esso sia realmente efficace e in grado di contribuire al conseguimento degli obiettivi complessi che si propone”. Ma è urgente anche “rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta” con “un confronto che ci unisca tutti” e “avendo ben a cuore le necessità delle popolazioni più vulnerabili”. L’Italia sta facendo la sua parte, ha ribadito Galletti, richiamando i risultati già raggiunti, gli impegni e gli obiettivi che si è prefissata anche con la Strategia energetica nazionale (eliminare l’uso del carbone entro il 2025 e raggiungere il 55% di produzione elettrica da energie rinnovabili entro il 2030). E fra gli impegni “è pronta a sostenere con ulteriori 7 milioni di euro il Fondo verde, per l’adattamento nei paesi in via di sviluppo più danneggiati dai cambiamenti climatici” confermando di essere “con altri Stati europei, tra i principali donatori per realizzare azioni di mitigazione e adattamento nei paesi in via di sviluppo”. L’impegno dell’Italia non si ferma qui e l’ambizione è anche di ospitare la Cop 26 del 2020: “Un coordinamento interministeriale lavora a questo obiettivo” ha annunciato il ministro. Un nuovo segnale verso la protezione del clima attraverso la rinuncia al carbone – il combustibile fossile più nocivo per clima e salute e responsabile dell’aumento delle emissioni di CO2 – è arrivato a Bonn con il battesimo della “Global Alliance to Power Past Coal”, un’Alleanza globale che riunisce governi, imprese e organizzazioni di oltre venti Paesi fra cui l’Italia intenzionate ad accelerare la crescita pulita. Il Wwf si dice orgoglioso “che il nostro Paese abbia co-promosso” questa alleanza internazionale e auspica che dia “immediatamente il via alle politiche e alle misure necessarie per mantenere il proprio impegno di chiudere con il carbone entro il 2025. Vorremmo che il nostro Paese diventasse un buon esempio”. (ANSA)

Clima: per Mercalli ci vorrebbe un tifo come per il calcio Cittadini dovrebbero essere piú informati e partecipare – Per vincere la sfida contro i cambiamenti climatici servono cittadini piú informati, che facciano sentire il loro tifo, proprio come accade con la Nazionale di calcio. A sollecitare il loro interesse e il loro pressing sui politici è Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, che a margine di Festivalmeteorologia 2017 definisce come “scarsi” i risultati prodotti dalla conferenza Onu sul clima. “Tutto si muove (poco) e nulla cambia”, afferma Mercalli. “Anche l’informazione ha parlato poco della Cop23, concentrandosi di più sulla sconfitta della Nazionale che sulla sconfitta della squadra di politici e diplomatici che dovrebbero combattere i cambiamenti climatici”. “Trump è ormai isolato, l’unico fuori dall’accordo di Parigi: la conferenza sul clima – aggiunge Mercalli – poteva essere l’occasione per metterlo sotto pressione, ma quella che manca davvero è la pressione dei cittadini, che dovrebbero far sentire il loro fiato sul collo dei politici”. (ANSA)

Clima: Fao, Cop23 riconosce ruolo cruciale dell’agricoltura Graziano da Silva, decisione storica, siamo già al lavoro – La Conferenza delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (COP23) “ha riconosciuto oggi l’importanza dell’agricoltura per l’implementazione dell’Accordo di Parigi” del 2015. Lo sottolinea la Fao, rilevando che si tratta di una “decisione storica”. Nella seduta plenaria di chiusura della Cop a Bonn, spiega la Fao, è emerso l’impegno ad “affrontare questioni relative all’agricoltura e alla sicurezza alimentare, vulnerabili al cambiamento climatico”. Ad essere colpiti “in modo sproporzionato” sono “i più poveri tra i poveri, la maggior parte dei quali dipende dall’agricoltura per i propri mezzi di sussistenza. Senza un’azione urgente per adattare l’agricoltura e per rispondere alla domanda crescente di cibo, il numero di persone che soffre la fame è destinato a crescere” sottolinea la Fao. Dare all’agricoltura un ruolo fondamentale per implementare l’accordo di Parigi, “contribuirà a creare un contesto positivo per governi e attori non statali per intraprendere attività nel settore agricolo”, ha osservato il Direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, che durante la settimana, intervenendo a COP23, aveva lanciato un appello per rafforzare gli sforzi per ridurre le emissioni del settore agricolo, e – allo stesso tempo – per aumentare i raccolti e costruire la resilienza. La Fao è già al lavoro per aiutare i paesi membri a integrare al meglio l’agricoltura nei propri Piani Nazionali di Adattamento e nell’implementazione delle proprie NDCs (Nationally Determined Contributions – Contributi determinati a livello nazionale). L’Organizzazione dell’Onu ricorda, infine, che “non si potrà raggiungere Fame Zero senza affrontare il cambiamento climatico” e pertanto si impegna “ad integrare sempre più l’azione climatica in tutte le sua aree di lavoro”. (ANSA)

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