Cronache dai Palazzi

Palazzo Chigi formalizza la proposta ai sindacati a proposito di scatto dell’età pensionabile. Il governo avanza un’unica concessione e al tavolo delle trattative con Cgil Cisl e Uil presenta una proposta “tecnica”, per cui ad essere esentate dall’aumento dell’età pensionabile saranno in tutto 15 categorie di lavoratori. Undici sono quelle già attualmente esenti e che fino alla fine del 2018 possono accedere al pensionamento anticipato a 63 anni in virtù dell’Ape sociale: i muratori, i minatori, i conduttori di gru e di autobus, gli infermieri e le ostetriche che lavorano in ospedale, le maestre d’asilo, i conciatori, gli addetti all’assistenza di non autosufficienti, i facchini, gli addetti ai servizi di pulizia, gli operatori ecologici, i conduttori di macchinari di perforazione per l’edilizia. Alle suddette undici categorie se ne aggiungono altre 4: i marittimi, i pescatori, i braccianti agricoli e i lavoratori siderurgici. Per poter andare in pensione a 67 anni e 7 mesi non sarà sufficiente però semplicemente far parte di una di queste categorie, bensì occorrerà aver svolto il lavoro “gravoso” per almeno sei anni negli ultimi sette e aver accumulato 36 anni di contributi.

I sindacati non sembrano comunque soddisfatti della proposta avanzata dall’esecutivo. Domenico Proietti, che siede al tavolo delle trattative per la Uil, l’ha definita “insufficiente” in quanto “copre meno del 10% della platea”, ossia circa 15 milioni di persone. La richiesta che accomuna tutte e tre le sigle sindacali è quella di allargare il bacino di coloro che potranno andare in pensione prima dell’età fissata dalla nuova normativa.

Le categorie che chiedono l’estensione del blocco selettivo dello scatto dell’età pensionabile, o anche dell’Ape social, sono del resto diverse. Il sindacato dei medici, l’Anaao, ha chiesto ad esempio l’esenzione dall’aumento dell’età di pensionamento per chi lavora in sala operatoria. Allo stesso modo le guardie giurate, attraverso la Fisascat che le rappresenta. La Coldiretti, invece, ha chiesto che il blocco dell’età pensionabile sia valido non solo per i braccianti ma anche per i coltivatori diretti.

Per evitare che l’eccezione diventi la regola – ciò che Bankitalia  e Corte dei Conti hanno chiesto di evitare, nel corso di un’audizione sulla manovra finanziaria – occorrerà ribadire l’obiettivo, ossia “difendere il sistema” come ha suggerito Luigi Federico Signorini, vice direttore generale di Bankitalia. Mentre Arturo Martucci di Scarfizzi, presidente della Corte dei Conti, ha suggerito di considerare eventuali aggiustamenti tenendo conto degli “effettivi disagi”.

Secondo i sindacati l’età pensionabile dovrebbe assecondare la speranza di vita legata al tipo di lavoro che si svolge e, nel contempo, il governo ha istituito una commissione per studiare la questione e adottare quindi dei provvedimenti idonei. Le parti in causa, ovviamente, sono tutte pronte a difendere i propri interessi quindi il percorso si prefigura irto di ostacoli.

A proposito di manovra finanziaria non risultano convincenti nemmeno le coperture indicate dall’’esecutivo. Durante le audizioni parlamentari in programma hanno espresso dubbi a riguardo l’Upb (Ufficio parlamentare di bilancio), la Corte dei conti e la Banca d’Italia. “È una programmazione di corto respiro che inficia la trasparenza dei conti pubblici nonché la prevedibilità del quadro macroeconomico”, ha ammonito il presidente dell’Upb, Giuseppe Pisauro, che ha aggiunto: “Al netto delle clausole di salvaguardia” si può rilevare un “peggioramento” del quadro complessivo con “le entrate che scendono e le spese che crescono” e tutto ciò è “un elemento preoccupante”.

Anche per la Corte dei Conti si tratta di “coperture incerte” soprattutto se ci si concentra sul gettito legato alla lotta all’evasione. Sulla stessa lunghezza d’onda è Bankitalia per la quale è “ragionevole attendersi effetti positivi” dalla lotta all’evasione ma occorre considerare “la stima di tali effetti per forza di cose incerta”, quindi “basare una quota significativa delle coperture su tali introiti, come avviene per gli anni successivi al 2018, comporta un elemento di rischio”. Secondo Bankitalia, inoltre, “la scelta di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia, ma di farlo solo per un anno” accentua l’incertezza.

L’Anci, l’associazione dei comuni, manifesta a sua volta altre perplessità: “È possibile che possano verificarsi gravosissimi tagli indiretti sui Comuni” a causa di tre misure: il contratto dei dipendenti pubblici; il Fondo debiti; il Fondo di solidarietà comunale.”Tutte insieme queste voci potrebbero far perdere 1 miliardo ai Comuni. E ciò – ha dichiarato il presidente Anci, Antonio Decaro – non potrà che portare ad una riduzione dei servizi per i cittadini”.

Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, difende a sua volta la manovra messa a punto dall’esecutivo Gentiloni, e puntualizza che le coperture studiate prevedono “tagli ai ministeri e riprogrammazioni di spesa in conto capitale”. Il ministro sottolinea che “gli enti locali non hanno subito tagli”, al contrario, afferma il ministro Padoan, ai Comuni sono stati concessi margini di manovra più ampi a proposito di investimenti. I Comuni non potranno però contare sulle addizionali Irpef. Sostenuto da un certo ottimismo, il ministro Pier Carlo Padoan punta su “una crescita stabilmente più elevata”, che si avvicini al 2%.

Novità per quanto riguarda il contratto degli statali ma stavolta a proposito di congedi e permessi concessi a chi si unisce civilmente, al pari dei matrimoni, come previsto dal comma 20 della legge 76 del 2016 sulle unioni civili. La nuova bozza di contratto presentata dall’Aran ai sindacati dovrà ora essere ratificata nei nuovi contratti di lavoro dopo essere stata acquisita da governo e parti sociali. “Passo dopo passo questo Paese continua ad applicare l’articolo 3 della Costituzione che dice che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso”, ha dichiarato la senatrice dem, Monica Cirinnà, pilastro della legge sulle unioni civili. Nella nuova bozza sono presenti dei provvedimenti anche a favore delle donne che hanno subito violenza di genere. Il governo, applicando la legge, prevede fino a tre mesi retribuiti per le vittime, ma i sindacati chiedono altri  tre mesi, non retribuiti, “perché vogliamo superare la legge e fare meglio”, ha affermato Salvatore Chiaramonte della Fp Cgil, ritenendo comunque “positivo” il confronto avuto con il governo, con un conseguente “miglioramento complessivo in tutti quegli aspetti che riguardano gli istituti fondamentali dei diritti dei lavoratori”. Entrambe le parti mirano ad un equilibrio complessivo tra ampliamento dei diritti e lotta agli abusi. La bozza del nuovo contratto degli statali prevede anche le cosiddette “ferie solidali”, per cui i lavoratori potranno cedere, volontariamente e gratuitamente, una parte dei propri giorni di riposo a colleghi in difficoltà.

La ministra Madia ha infine precisato che le graduatorie di concorsi pubblici in scadenza a fine anno saranno ancora valide grazie al “Milleproroghe o con un emendamento alla legge di Bilancio”. I 4 mila vincitori di concorso e i 150 mila idonei che ancora aspettano possono quindi sperare di ottenere un posto. Madia ha inoltre annunciato un piano speciale per l’assunzione dei ricercatori negli ospedali di eccellenza e provvedimenti ad hoc per l’assorbimento dei precari. I sindacati mirano a chiudere le trattative, o almeno l’accordo preliminare sul nuovo contratto, prima delle vacanze natalizie.

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